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4 giu 2023
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Fratelli Tallia di Delfino: la gemma del Gruppo Marzotto compie 120 anni

Pubblicato il
4 giu 2023

Compie 120 anni un’eccellenza del tessile biellese: Fratelli Tallia di Delfino. Azienda che realizza i tessuti di maggior pregio della divisione Marzotto Wool Manufacturing (parte del gruppo Marzotto), il marchio con sede a Strona (BI) ha chiuso il 2022 con un fatturato di circa 22 milioni di euro, producendo 750.000 metri di tessuto e dichiarando apertamente di voler raggiungere il milione di metri, traguardo da oltrepassare entro il 2025.

Fratelli Tallia di Delfino


Fu Delfino Tallia a fondare lo stabilimento a Strona nel 1903, con un’attività di drapperia fine. Nel 1921 i figli di Delfino presero le redini dell’azienda formando prima la società “Fratelli Tallia di Delfino”, che aveva come attività la produzione e la commercializzazione dei tessuti e, poi, nel 1929, creando una nuova impresa per la filatura pettinata. I due rami dell’azienda si riunirono nel 1933, dando vita al lanificio a ciclo completo. Nel 2008 Fratelli Tallia di Delfino entra a far parte del Gruppo Marzotto, il maggiore gruppo tessile europeo.
 
Col suo stabilimento incastonato nel verde della vallata del torrente Strona, con le sue acque pure a basso contenuto di calcare, Fratelli Tallia di Delfino utilizza lane selezionate australiane, cashmere dalla Mongolia e mohair dal Sud Africa. Non solo la famiglia Tallia, al timone da tre generazioni, è del luogo, ma anche le maestranze provengono dalle zone limitrofe alla fabbrica.

“Efficienza delle macchine, poco turnover tra i dipendenti, che devono sentirsi soddisfatti di lavorare per noi, attenzione alle esigenze della comunità locale in cui si produce e soprattutto un sistema produttivo compatibile con gli stakeholder che stanno intorno all’azienda”. Sono questi gli ingredienti per un’attività aziendale sana, concreta e duratura come quella di Fratelli Tallia di Delfino, secondo Giorgio TodescoAmministratore Delegato della divisione Marzotto Wool Manufacturing, che ha chiuso lo scorso esercizio intorno a 215 milioni di euro di giro d’affari complessivo, e che comprende anche le aziende Estethia G.B. Conte 1757, Tessuti Marzotto Fabrics, Guabello, Marlane e la recentissima nuova creazione, il brand Opera Piemontese.
 
“Un’attenzione verso le persone e la sostenibilità ambientale che mettiamo in pratica in tutto il gruppo Marzotto. Si pensi che attorno alla sede di Fratelli Tallia, a Strona, ci sono 7 pozzi, ma l’azienda non li usa per lasciare l’acqua gratuitamente alla comunità locale. Tutte cose fatte perché ci crediamo e vi investiamo con costanza guardando al futuro a lungo termine, non per cavalcare le tendenze odierne o avere i titoli sui giornali”, assicura Todesco.
 
Altissimo livello sartoriale
 
“Per Fratelli Tallia di Delfino, che sta crescendo in particolare negli Stati Uniti e nel Far East, abbiamo studiato da 5-6 anni una speciale mission all’interno del gruppo Marzotto”, prosegue Giorgio Todesco, “diversificare maggiormente come tipologie di mercato, prodotto e linee, anche perché Marzotto, Guabello e Marlane hanno purtroppo una parte di offerta che si sovrappone. Fratelli Tallia di Delfino è invece sempre stata la linea sartoriale, per i clienti di fascia più elevata che fanno Made to Measure, e i sarti veri e propri”.

Giorgio Tedesco, AD di Marzotto Wood Manufacturing - Gruppo Marzotto


Una quota di sartoriale che viene distribuita a tagli in tutto il mondo. Si tratta del progetto “Gentleman’s Wardrobe”, che quest’anno arriverà a superare i 3 milioni di fatturato, e forse ad avvicinare i 4 milioni, indica l’AD. “Il magazzino dove viene effettuato il finissaggio si trova vicino a Strona, a Mongrando e da lì spediamo in tutto il mondo ad eccezione di alcuni mercati, dove un distributore compra la pezza o la mezza pezza e si occupa direttamente della distribuzione, come in Corea, in Cina e in Giappone, mentre in Europa e USA spediamo tutto noi direttamente”, precisa.
 
“Aziende biellesi con una storia ce ne sono tantissime, però l’unicità del nostro prodotto, noi che siamo il brand più sofisticato e dalle gamme più elevate all’interno della divisione Marzotto Wool Manufacturing del Gruppo Marzotto, ci permette di fare la differenza”, conferma Umberto Paccotto, da 13 mesi direttore commerciale e marketing di Fratelli Tallia di Delfino, in azienda già nei 9 anni precedenti al 2015 partecipando al passaggio di consegne tra la famiglia Tallia e il Gruppo Marzotto. “Dopo 7 anni presso il Lanificio F.lli Cerruti - in cui ho avuto anche l’onore di conoscere il signor Nino Cerruti - sono tornato qua. E ne sono molto contento, perché ho sempre considerato quest’azienda, senza nulla togliere agli altri, la mia casa. Mi sento molto in sintonia con progetto, persone e prodotto di Fratelli Tallia di Delfino”.
 
Ogni 6 mesi, ovvero ogni stagione, l’azienda biellese sviluppa 6.000 disegni, “nel senso di varianti singole. Quindi una proposta davvero molto ricca”, spiega Paccotto. “Per ogni giacca che realizziamo, ad esempio, proponiamo al mercato da 100 a 200 disegni diversi con differenti mix di colori, fino a 8. La ricchezza intrinseca del nostro tessuto fa la differenza”.
 
Focus Nord America ed Estremo Oriente
 
Umberto Paccotto spiega anche che Fratelli Tallia di Delfino, che attualmente vanta 500 clienti attivi complessivi e un centinaio di dipendenti diretti, ha consolidato il numero dei propri clienti nella fascia più alta del ready-to-wear mondiale. Mentre nella parte sartoriale, grazie al progetto “Gentleman’s Wardrobe”, avviato poco più di due anni fa, il numero di clienti sta fisiologicamente salendo, per un fatturato totale previsto in crescita del 20-25% al termine di quest’anno.

Il tessuto creato ad hoc per i 120 anni della Fratelli Tallia di Delfino


“Il nostro mercato principale rimane l’Italia, vale a dire quella produzione totalmente Made in Italy che viene poi venduta all’estero, con il 35% circa del giro d’affari”, spiega Paccotto. “All’estero invece è tradizionalmente il Giappone, che ha una storia di grande gusto e passione per l’abbigliamento. Una conseguenza naturale dei giapponesi di volersi vestire bene. E italiano. Seguono poi Stati Uniti, Francia, Germania e Scandinavia”.
 
Anche in Corea del Sud, mercato impennatosi negli ultimi anni in tutti i settori della moda, del lusso e del beauty, Fratelli Tallia di Delfino sta crescendo molto bene grazie al nuovo agente locale, richiamato da Paccotto che lo aveva apprezzato dal suo precedente periodo in azienda pre-2015. “La Cina è in forte fermento, ma vendiamo molto bene anche a clienti affezionati nei Paesi arabi (Qatar, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Kuwait…). Il nostro mercato più cresciuto l’anno scorso è però stato il Canada, che ci sta dando grandi soddisfazioni ultimamente, insieme al Giappone, e ad alcune nazioni che paiono meno ‘usuali’, grazie a clienti locali di grande portata, come l’Iran o l’Egitto”, assicura il direttore commerciale.
 
Novità di prodotto
 
A Milano Unica del prossimo luglio Fratelli Tallia di Delfino proporrà una collezione invernale, quindi focus su fibre calde, come cashmere e alpaca mischiati a lane molto fini, o calde flanelle, con texture di colore molto ricche, con un occhio alla versatilità d’utilizzo. “Un tessuto oggi non deve essere pensato e realizzato avendo in mente solo l’abito formale o la giacca classica, ma essendo attenti a resistenza e performance tecniche e con una variantatura che permetta di realizzare un giaccone, o una serie di tessuti membranati per l’outerwear, il pantalone, il bomber, la filed jacket e così via. Il lusso oggi vuole tessuti molto ricchi, ma anche estremamente versatili”, puntualizza Umberto Paccotto.
 
“Fratelli Tallia di Delfino è partita realizzando bunch da abito, poi arricchiti con quelli da cappotto, inserendo infine il cashmere”, spiega poi Giorgio Todesco. “Quest’anno, abbiamo anche sviluppato una collezione di cashmere specifica per il cappotto sartoriale della Tallia di Delfino (il medesimo cashmere che viene utilizzato per la linea donna di Opera Piemontese): siamo soci in joint venture con la Pettinatura di Verrone, che pettina lane superfini dal 1960, sempre nel distretto di Biella, e loro sono gli unici in grado di realizzare la fase di degiarratura, quella che consente l'eliminazione dal cashmere della parte grezza del vello, le cosiddette “giarre”, tipiche impurità presenti nella materia prima”.

Cofanetti e tessuti "Gentleman's Wardrobe" di Fratelli Tallia di Delfino - G.B. - FashionNetwork.com


“Quest’anno siamo molto orgogliosi di dire che per un progetto nato dall’intuizione dell’Ingegner Luigi Fusco, AD di Linificio e Canapificio Nazionale (anch’esso brand del Gruppo Marzotto e azienda dotata di una filatura a Bergamo che realizza i titoli finissimi, alla quale se ne affiancano una in Lituania e un’altra in Tunisia, ndr.), in accordo col comune di Bergamo, è stata avviata una piccola produzione di lino ad Astino, nel bergamasco”, prosegue Todesco. “Dai rapporti che Fusco ha stretto siamo poi andati a piantare il lino in altre regioni, come Marche e Toscana”. Così è nata l’idea di produrre il lino italiano, caratterizzato da coltivazione, pettinatura, lavaggio e filatura tutti italiani. Il filo sviluppato (per ora ancora una piccola quantità) è stato chiamato proprio “Lino d'Italia” ed è di buona qualità, tanto che “ci ha consentito di filare fino a un titolo 39, perciò alquanto fine”, riferisce l’AD. Su questa base Fratelli Tallia di Delfino ha cominciato ad offrire anche il lino, che viene distribuito con un servizio specifico, a tagli.
 
Linificio e Canapificio Nazionale, lo ricordiamo, è il più grosso produttore europeo di lino. Ed è l’unico produttore al mondo che realizza lini dalla finezza 52, 68, 80 fino al titolo 110. Qualcosa dalla complessità tecnica unica che viene filato solo in Italia. Il 110 viene realizzato solo in 200 metri all’anno ed è stato utilizzato per realizzare scialli per l’imperatore del Giappone, o durante la recente incoronazione di Re Carlo III d’Inghilterra.
 
Reale sostenibilità e processi innovativi
 
“La sostenibilità, quella reale”, spiega ancora Todesco, che prima degli ultimi 18 anni in Marzotto ha lavorato 14 anni per Aquafil, l’azienda che ha creato l’econyl, il nylon riciclabile, “non è più una scelta, ma una via obbligata e va di pari passo con la durabilità. Rispetto al passato, dobbiamo continuare ad implementare le strategie già attuate. Per chi produce fibre naturali, non dovrebbe essere un problema adeguarsi, perché - in particolare per lino e lana - la loro produzione non potrà forzatamente aumentare di molto nei prossimi decenni. Oggi si compra troppo, si usa poco e si butta via tantissimo. Ci arriveremo per forza: mancherà prima o poi materia prima, in un mondo in cui la popolazione aumenterà ancora, dunque i prodotti costeranno di più e la gente si troverà costretta a comprare beni di qualità migliore che durano di più”.
 
A questo proposito, l’AD di Marzotto Wool Manufacturing ha spiegato che il Gruppo Marzotto sta collaborando con università americane e giapponesi per sintetizzare prodotti da scarti della produzione alimentare. Con i nipponici, ad esempio, è allo studio un tessuto che nasce dagli scarti della canna da zucchero, ancora troppo costoso, ma molto promettente.

Campionari d'archivio di Fratelli Tallia di Delfino, insieme a numeri della rivista "Linea Uomo" che il marchio editava in passato - G.B. - FashionNetwork.com


Riferendosi invece al problema di quelle cimose (i leganti coi quali si blocca il tessuto sui lati, ndr.), realizzate in lana e cotone a cui viene aggiunto un elastomero per dare elasticità al tessuto, Giorgio Todesco ha ricordato come “una volta questo scarto di processo - se fatto di puro lino, lana o cotone - veniva rimescolato e riutilizzato, mentre ad oggi non esiste una tecnologia per separare da esso la fibra plastica. Noi di Marzotto abbiamo realizzato dei tessuti bi-stretch senza elastomero e, insieme con l’Università di Bologna, abbiamo allo studio procedimenti per riuscire anche a separare l’elastomero dalla fibre nobili nelle cimose”.
 
“Crediamo che un accurato controllo dei processi produttivi e delle diverse fasi di lavorazione, partendo dalla materia prima e arrivando al tessuto finito, rappresenti un immenso patrimonio di know-how, creatività e artigianalità per il nostro Paese e come tale debba essere protetto e valorizzato”, aggiunge.
 
“Dopo due anni disastrosi causa Covid, ci siamo ripresi”, assicura infine Todesco, accennando ai risultati del gruppo Marzotto. “Per fortuna la divisione arredo nei due anni in cui la gente è stata più a casa è salita di oltre il 50% in quel biennio, ma è piccola in relazione alla nostra attività core, legata alla produzione di tessuti per l’abbigliamento. Oggi abbiamo capito la lezione e abbiamo ridotto la capacità produttiva. Il 2022 è stato molto buono, il 2023 lo speriamo”.

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