Francesco Ragazzi racconta lancio dell’eyewear e brand building di Palm Angels nel mondo
Nessuno può accusare il gruppo italiano New Guards e il suo marchio in stile ‘Milano-incontra-Malibu’ Palm Angels di mancare di ambizione.

Questa settimana, seguendo le orme tracciate da gruppi molto potenti come LVMH e Kering, New Guards ha lanciato la propria divisione di occhialeria, guidata da Francesco Ragazzi, il direttore creativo e fondatore di Palm Angels.
La collezione di eyewear Palm Angels viene lanciata in maniera molto accurata, debuttando con sole due montature il 27 maggio. Si tratta in effetti dell'apertura di una nuova business unit presso New Guards, che svilupperà e produrrà internamente tutti i suoi occhiali, senza alcuna licenza.
Elaborate nei laboratori di design e nei centri creativi di New Guards, le nuove caratteristiche degli occhiali Palm Angels sembrano molto in sintonia con l'estetica del brand. Creati in forme geometriche con montature in acetato caratterizzate da un logo metallico Palm Angels, i due modelli unisex sono incisivi ma raffinati. Per dare il via a questa nuova divisione, Palm Angels ha commissionato una campagna video e fotografica a David Sims, programmata per il lancio dei nuovi occhiali sul suo sito web e in negozi ed ottici selezionati a livello globale.
Nel 2014, Ragazzi ha lanciato Palm Angels in un modo nuovo, con un libro fotografico sugli skater della California, meritandosi un’investitura pubblica da Pharrell Williams. Effettivamente, l’imprenditore italiano spera che molte future collezioni possano debuttare con idee derivanti da libri. Da allora, Ragazzi ha fatto collaborare la sua powerhouse Palm con il gigante delle attrezzature sportive Under Armour e il gruppo di hotel hipster Setai.
Così, abbiamo organizzato una call su Zoom a Milano per una discussione a tutto campo con lo stesso Ragazzi sulle nuove sfumature del brand building di Palm Angels e su come intende posizionarlo a livello internazionale.

FashionNetwork.com: Come è diventato un designer?
Francesco Ragazzi: Diciamo che non sono un designer in senso classico, anche se mi sono sempre considerato un direttore artistico. All'inizio ero appassionato di fotografia di moda. Questo è quello che volevo diventare. Per caso ho iniziato a collaborare con Moncler, 15 anni fa, fortunatamente per me. E il mio viaggio con l'azienda è stato fantastico, perché ho potuto lavorare su molte idee, immagini del marchio, prodotti e portare clamore e interesse attorno a Moncler con Remo (Ruffini, il CEO di Moncler).
Eppure, a un certo punto ho voluto fare delle cose mie. Ero un grande fan della fotografia e ammiravo persone come Bruce Weber o Larry Clarke, ma guardavo anche alla surf culture. E mi ispiravo a come la cultura del surf avesse visto elevata la propria popolarità da queste persone di talento. Mentre pattinare o fare skateboard non era altrettanto considerato dalla fotografia, o dai fotografi. Quindi, la mia idea era di provare a fare per lo skate ciò che questi grandi artisti hanno fatto per il surf. Perciò, quando ho scattato le foto ero più interessato agli umori e all'estetica o allo stile delle persone che fanno skate, e non ai tricks in sé e per sé, ovvero alle figure acrobatiche e alle prese con lo skateboard.
FNW: Dove hai preso il nome Palm Angels?
FR: Ho chiamato il marchio Palm Angels principalmente a causa di quegli skater di Los Angeles. Stavano pattinando sotto le palme e sembravano angeli – c’era un bel ragazzo biondo che fluttuava nell'aria.
FNW: Cos’ha imparato e portato con sé dall’esperienza in Moncler?
FR: Fondamentalmente, tutto! Ho avuto la fortuna di iniziare ad aiutare a trasformare un marchio degli anni '50 in qualcosa di veramente globale. Era un marchio locale conosciutissimo in Italia e un po’ diffuso anche in Giappone negli anni '80, ora è un marchio di lusso mondiale. Alla fine, ho lasciato Moncler nel 2019, per concentrarmi completamente su Palm Angels. Impossibile fare entrambe le cose. Sono un perfezionista e cerco di fare del mio meglio.
FNW: Cosa ha spinto Palm Angels a partecipare a Moncler Genius?
FR: Volevo raccontare la mia storia in termini di una nuova prospettiva e un nuovo contesto. Come la mia storia nello skateboard. Provare a dare un tocco diverso a qualcosa di noto.
FNW: Come è avvenuto il collegamento a New Guards?
FR: Beh, nel 2014 abbiamo lanciato il libro; e nel 2015 abbiamo lanciato la collezione. Ho iniziato con gli stessi ragazzi che hanno fondato New Guards. Avevamo Off-White e un paio d’altri marchi e ora abbiamo un gruppo. Inizialmente abbiamo iniziato con uno showroom a Milano, ma da allora abbiamo fatto alcune sfilate a Parigi, e poi a New York, prendendo il meglio da ogni città.
FNW: Qual è il suo rapporto giuridico con New Guards, dopo che Farfetch ne ha acquisito il controllo?
FR: Siamo partner: possiedo una parte del marchio e loro hanno una licenza, di cui io possiedo una parte.
FNW: Cosa le è piaciuto di più del lavorare con Under Armour?
FR: Che è stato qualcosa di abbastanza diverso, dato che erano un'azienda enorme e non di moda; e mi sono piaciuti il loro linguaggio e tecnologia. È stato un immenso piacere imparare qualcosa di nuovo; da un piccolo marchio a un marchio multimilionario. Tutto ciò che imparo in qualsiasi collaborazione spero di immetterlo nel mio brand.
FNW: Cosa le ha fatto dire di sì alla partnership con Setai a Miami?
FR: È più come una collaborazione continuativa, perché mi piace l'idea che Palm Angels prenda in esame uno stile di vita, e tutto ciò che vi è collegato come marchio. Quindi, il gestire alberghi e l'intrattenimento sono ciò che ho in mente per il marchio per il futuro. Lavoro con molti talenti e mi adatto a lavorare su misura con ciascuno di loro. Come il modo in cui Palm Angels è nato con Pharrell, con lui che scrisse l'introduzione del libro, dopo che siamo diventati amici mentre lavoravo per Moncler.

FNW: Perché ha voluto creare una collezione di occhiali?
FR: Fa parte del DNA di Palm Angels e di come è partito, con quelle immagini della California, del sole e degli occhiali da sole. Si collega all'idea primaria del brand. Deve essere un elemento centrale per noi, e un'enorme opportunità. Siamo orgogliosi di averla creata da soli e al nostro interno. Fa parte del nostro marchio e non è su licenza. Per me, il 2020 è stato il momento di sedersi a un tavolo e lavorare, quindi il 2021 è un anno molto importante. Stiamo aprendo molti negozi quest'anno: Miami molto presto, a luglio nel Design District. E in altre location negli Stati Uniti e in Europa. Inaugureremo da 5 a 10 negozi nei prossimi 18 mesi. Il nostro piano per l’eyewear è di lanciarlo presso i migliori specialisti di occhialeria - circa 100 nel mondo - a prezzi compresi tra 200 e 300 euro.
FNW: Definisca il DNA di Palm Angels.
FR: Una reinterpretazione della cultura americana attraverso il mio lato italiano - che è il processo estetico che conosco.
FNW: Quali stilisti ammira di più?
FR: Ralph Lauren – visto che parliamo di lifestyle! E rispetto Prada per la loro integrità. Dal punto di vista del business aziendale, mi piace il modo in cui alcuni marchi fanno il merchandising. Come la maniera in cui traduci in boutique l'essere Gucci e Valentino. Come all'inizio del percorso di Jacopo Venturini, quando arrivò da Valentino per la prima volta. Penso che fosse eccezionale nel merchandising e nel tradurre il prodotto in affari. Come Dior in questo momento!
FNW: Dove ha trascorso le sue ultime tre vacanze?
FR: Sankt Moritz per sciare, il Lago di Como per il weekend, e Ginevra perché amo gli orologi.
Durante la nostra call su Zoom, Ragazzi indossava un modello per il 175° anniversario di Patek Philippe, che ha acquistato nel 2014, quando ha fondato Palm Angels ed è nata sua figlia Georgina, che ora ha sette anni. Ha anche un figlio di due anni, Romeo. I loro nomi sono celebrati nei tatuaggi di questo barbuto stilista milanese.
FNW: I suoi tre ristoranti preferiti?
A Milano, il Bacaro di Via Montenapoleone. A Londra, Scott's. In America il Palm Beach Grill. Ho gusti vecchio stile quando si tratta di cibo.
FNW: Quanto è grande il suo brand?
FR: Non sveliamo mai i numeri, potrei dirvi più di un giorno al Bacaro a pranzo! Comunque vendiamo in più di 300 indirizzi in tutto il mondo, quindi gli affari non vanno male.
FNW: Dove andrà in scena il vostro prossimo show?
FR: Ad essere onesto non lo so. Abbiamo iniziato con la strategia di una nuova collezione con un nuovo libro. Cosa che mi piace, soprattutto nel mezzo di tutta questa follia digitale durante la pandemia. Non voglio collezioni fatte da casa e create solo da un moodboard. Mi piace l'idea di un libro ogni stagione. E spero e penso che forse a febbraio o marzo a Milano potremo organizzare uno show. Ma in questo momento, chi lo sa?
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