Foot Locker si conferma in rilancio nel secondo trimestre
Dopo aver perfezionato una serie di acquisizioni, Foot Locker ha pubblicato un bilancio piuttosto incoraggiante per il secondo trimestre del proprio anno fiscale 2021. Le vendite del gruppo americano - specialista in sneakers e abbigliamento sportivo - sono infatti aumentate del 9,5% da maggio a luglio ultimi scorsi (+7,3% a cambi costanti), attestandosi a 2,275 miliardi di dollari (1,940 miliardi di euro). È ripresa l'attività nei negozi fisici, in crescita del 6,9% a perimetro omogeneo.

L'azienda con sede a New York ha anche registrato un utile netto di 430 milioni di dollari nel trimestre (366 milioni di euro), un balzo significativo rispetto ai 45 milioni generati un anno fa. Il margine lordo è salito al 35,1%, contro il 25,9% dello stesso periodo del 2020.
“In questo trimestre sono stati ottenuti ottimi risultati nelle categorie delle calzature da donna e per bambini, nonché un aumento della domanda nel campo dell’abbigliamento e degli accessori, risultati che si sono combinati con un'attività promozionale limitata”, ha affermato Richard Johnson, CEO del gruppo che possiede Foot Locker, Sidestep, Footaction e Champs Sport.
I risultati dei primi sei mesi dell'anno mostrano una crescita di fatturato del 36,1% rispetto allo scorso anno, a 4,428 miliardi di dollari (o 3,777 miliardi di euro). Il CFO Andrew Page si definisce “cautamente ottimista” per la seconda metà dell'anno: “Operiamo ancora in un ambiente incerto a causa del Covid-19, quindi continuiamo a monitorare da vicino la sua influenza sul business, comprese le chiusure temporanee dei negozi e le sfide riguardanti la catena di approvvigionamento. E rimaniamo disciplinati nella gestione delle spese”.
Foot Locker ha comunque intenzione di aprire i cordoni della borsa, poiché questo mese ha annunciato l'intenzione di acquistare due player nella distribuzione di sneakers: la catena WSS, che negli Stati Uniti conta un centinaio di punti vendita (per un importo di 750 milioni di dollari), e il marchio atmos, che possiede una quarantina di indirizzi in Giappone (per 360 milioni di dollari).
Il gruppo, che gestisce 2.911 punti vendita in 27 nazioni, ha chiuso 57 negozi nel secondo trimestre, ha trasferito 23 boutique e ha aperto 16 nuovi punti vendita. A causa della pandemia, nel'anno fiscale 2020 ha registrato un calo delle vendite del 5,7% e un utile netto del 34%.
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