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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
1 giu 2020
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Foot Locker rallenta il ritmo dopo un problematico primo trimestre

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
1 giu 2020

Il gruppo statunitense Foot Locker, in occasione della presentazione dei risultati del suo primo trimestre, chiuso il 2 maggio, inevitabilmente colpito dalla crisi legata alla pandemia di coronavirus, ha annunciato l’adozione di diverse misure importanti. “Man mano che la gravità dell'impatto del Covid-19 sulle vendite al dettaglio globali è diventata più evidente, abbiamo preso provvedimenti in tutta la nostra organizzazione per controllare i costi, rafforzare la posizione finanziaria e aumentare la liquidità”, ha spiegato Lauren Peters, direttrice finanziaria del gruppo.

L'interno di un negozio Foot Locker - Foot Locker


Oltre a un prestito di 330 milioni di dollari (301 milioni di euro), il gruppo ha spiegato in particolare di voler ridurre la portata delle spese di bilancio destinate al marketing, ma anche di allungare i propri termini di pagamento, rinegoziare gli affitti e ridurre gli acquisti. Il distributore di articoli sportivi ha anche ridotto gli stipendi dei suoi dirigenti. Inoltre ha deciso di dimezzare gli investimenti nel corso dell'esercizio, e di ridurre il proprio programma di ristrutturazioni e aperture di negozi. Foot Locker prevede così 28 nuovi negozi e 47 rinnovi, contro le 65 aperture e i 125 rinnovamenti di prima.
 
Durante il primo trimestre 2020, il gruppo ha aperto 5 store, ne ha rinnovati 9 e chiuso definitivamente 21. Molti dei suoi negozi hanno dovuto chiudere temporaneamente durante questo periodo. Nel trimestre, il gruppo ha realizzato un fatturato di 1,1 miliardi di dollari, un calo di quasi il 43% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. L'attività nei suoi negozi è diminuita del 53%, con un calo a due cifre in tutte le regioni, mentre le vendite online sono aumentate di oltre il 15%. Il gruppo ha registrato una diminuzione del margine lordo dal 33,2% dell'anno scorso al 23% nell'ultimo trimestre. In data 21 maggio, il gruppo aveva potuto riaprire solo il 45% della sua flotta globale di 3.113 negozi.

Il periodo è comunque propizio per l'accelerazione delle trasformazioni. E il management guidato da Richard Johnson, CEO di Foot Locker, ha precisato che Runners Point, il marchio tedesco acquisito nel 2013 dal gruppo americano, verrà chiuso.
 
I suoi quaranta negozi ancora attivi passeranno sotto insegna Foot Locker o Sidestep, quest’ultima anch’essa attiva sul mercato della Germania. Le operazioni di Sidestep saranno inoltre gestite dalla sede europea del gruppo. Questa razionalizzazione è operativa anche in America, dove il gruppo ha deciso di affidare la gestione dei marchi Champs Sports ed Eastbay ad un solo team e di basarlo nella sede di Champs Sports a Bradenton, in Florida. Infine, Foot Locker si appresta a chiudere un numero maggiore di negozi non più redditizi nelle prossime settimane. Tra i 150 e i 170.

Facebook: Foot Locker


“Il nostro team fa un ottimo lavoro nel valutare il rischio associato ai centri commerciali”, ha affermato il CEO. “A volte la soluzione è lasciare il centro. La crisi del Covid-19 è stata un acceleratore e in alcune città pensiamo che ci siano rischi per questi centri. A volte possiamo avere tre negozi in un centro commerciale, come nell’8 Mile Road di Detroit. Abbiamo scelto di sostituirli con un unico negozio sull'altro lato dell'autostrada. Certamente non attireremo tutta la clientela dei tre punti vendita, ma speriamo di ritrovarne una buona percentuale. Una cosa è abbastanza chiara: in molti quartieri, i consumatori non sono acquirenti online abituali e non sono pronti a farsi consegnare un prodotto a casa. Quindi abbiamo ancora molte opportunità nel commercio al dettaglio con operazioni nomadi, dei pop-up e fuori dai centri commerciali”.
 
Nella sua call con gli analisti finanziari, Richard Johnson ha tuttavia voluto mostrare un certo ottimismo: “Ci sono molti prodotti eccellenti in arrivo nel secondo trimestre e nella seconda metà dell'anno. Ci saranno sicuramente delle scorte eccessive, ma questa sovrabbondanza non andrà a discapito dei prodotti più di moda. Questo prodotto è diverso e il consumatore, il nostro consumatore, ha un enorme appetito. Lo abbiamo visto nelle ultime settimane. (...) Mi aspetto che tutto ciò continui. C'è stato un desiderio di consumare rimasto inespresso. E dovremmo concludere l'anno con degli stock controllati”.
 
In questo contesto, anche se il gruppo deve garantire la transizione dei prodotti tra le linee primaverili ed estive, da Foot Locker la forte tendenza del “basket retrò” determinata dalla serie di documentari su Michael Jordan e sui Chicago Bulls trasmessi su Netflix, sembra essere una forza trainante. L'impatto è particolarmente evidente nel segmento delle calzature, con i modelli Air Force 1 di Nike e Air Jordan 1 che appaiono come i prodotti imprescindibili del momento, mentre per Adidas la direzione di Foot Locker rileva attrazione per le scarpe Yeezy e per le linee Ultra Boost e NMD.

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