27 gen 2020
Fiorio: sale il fatturato e il Giappone si conferma mercato di riferimento
27 gen 2020
Considerando le varianti di colori e le stampe, l’azienda di cravatte, sciarpe, pochette (e costumi da bagno per l’uomo con l’etichetta Bagni Fiorio) del gruppo Canepa di San Fermo della Battaglia (CO) ha in catalogo ben 1.200 referenze di cravatte per la stagione Autunno-Inverno 2020/21 e 400 di sciarpe. “Nel 2019 è cresciuto molto bene per noi soprattutto il mercato del Giappone, salito del 6%”, dice a FashionNetwork.com Lorenzo Ferraris, responsabile vendite estero del brand con sede a Cavallasca (CO). “I clienti nipponici hanno apprezzato più che in passato soprattutto le sciarpe Fiorio. A livello assoluto, abbiamo ricominciato a vendere le cravatte di maglia, non più solo piatte, ma in particolare quelle con pala e codino che terminano a punta”.

L’azienda, che oggi produce prettamente articoli per l’uomo, nacque invece con la donna grazie a Giancarlo Fiorio, già proprietario di una pelletteria di lusso, che la fondò nel 1946. Il suo primo prodotto furono i ‘settantini’ ovvero i foulard 70x70 centimetri, e i ‘novantini’, di 90x90 centimetri, che realizzava per Gucci, “da cui è fuoriuscito per creare il suo marchio, col quale cominciò a produrre anche cravatte e fazzoletti stampati. Questi prodotti costituivano il suo know-how, provenendo da una formazione nel foulard”, racconta Ferraris.
“Il 60% delle collezioni di allora erano in tessuti stampati con disegni a motivi grandi, i classici medaglioni anni ’60-’70. Motivi che nella collezione Autunno-Inverno 2020/21 abbiamo cercato di replicare nelle cravatte in lana e nelle tinto filo, che stanno tornando di moda”, assicura il manager. Qualche anno fa, il tentativo fatto con la linea di sciarpe femminili, Fiorio Donna, non ha funzionato. “C’è da dire però che nella nostra attuale collezione di sciarpe, soprattutto quelle in cashmere, ci sono molti disegni unisex, o più adatti per le donne, per i loro colori e dimensioni”, precisa.
“La sciarpa per l’uomo era un accessorio molto di moda fino a qualche anno fa, anche d’estate, ma oggi non più”, indica Lorenzo Ferraris, che deve spesso fare i conti con questi alti e bassi per un marchio che realizza prodotti così di nicchia. Sul giro d’affari complessivo di Fiorio, il 60% è ottenuto con le cravatte, il 30% con sciarpe e foulard, il 10% con fazzoletti e pochette.

Fiorio vanta anche la distribuzione delle cravatte, sciarpe e fazzoletti del brand Tino Cosma, che fa sempre parte del Gruppo Canepa, il quale a sua volta produce le cravatte per grandi griffe italiane e internazionali. Le cravatte di questo marchio sono meno costose rispetto a quelle di Fiorio (100 euro l’una per Fiorio, 70 euro per Tino Cosma), perché non hanno l’interfodera in seta; un procedimento che vale solo per le cravatte di stampa, in quanto i tessuti in tinto filo sono più pesanti.
Inoltre, Fiorio controlla dal 2007 la distribuzione delle cravatte - molto istituzionali - del marchio Battistoni. Sono cravatte con fodera dello stesso colore dello sfondo del disegno e logo Battistoni stampato, vendute a una clientela molto selezionata. Inoltre vi è stampato dietro al codino il numero del disegno. “Perciò non esiste nessun altro disegno al mondo identico a quello del codice stampato che non sia una cravatta Battistoni. L’azienda opera comprando i disegni. Poi dopo 4 stagioni, ovvero 2 anni, li ‘libera’, e questi possono essere venduti”, puntualizza Ferraris.
Il fatturato complessivo di Fiorio è cresciuto del 3% nello scorso esercizio, “e questo nonostante il formale non sia di tendenza”, sottolinea Ferraris; il 10% del dato viene ottenuto tramite gli accordi con Tino Cosma e Battistoni, “mentre sul giro d’affari complessivo del gruppo Canepa le cravatte (di tutte le etichette nel loro insieme) pesano per il 30%”, aggiunge.

Il brand Fiorio è distribuito da 250 clienti premium mondiali di tutta Europa, Asia (soprattutto Corea del Sud e Giappone che sono i mercati di riferimento). “Negli Stati Uniti siamo meno diffusi, perché considerati troppo classici e non abbiamo un brand riconosciuto”, riconosce Lorenzo Ferraris. “Il Giappone comunque è di gran lunga il nostro primo sbocco. Perché? Mentre in Corea si trova il bel negozio di sartoria che chiede 50-80 cravatte su misura, in Giappone esistono tanti department store che gestiscono ognuno un lotto di 30-40-50 filiali, i quali ci ordinano almeno 150 cravatte per colore”, puntualizza il dirigente.
Grazie anche alla nuova stabilità acquisita dal gruppo Canepa, cui tribunale e creditori hanno approvato il piano di rilancio, il direttore commerciale di Fiorio punta ad “entrare nel prossimo biennio sui mercati scandinavi, ricchi di negozi d’alta gamma alto spendenti e di qualità, strapieni di marchi italiani. Magari avvalendosi di una persona di fiducia in loco per occuparsene”, conclude.
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