Di
Ansa
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Pubblicato il
13 ott 2009
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Film della Wintour dimentica Milano
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Ansa
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13 ott 2009
13 ott 2009
MILANO, 13 OTT - "Ma come, Anna Wintour parla di moda e...dimentica completamente Milano!": non ci poteva credere, Beppe Angiolini, presidente della Camera Italiana dei Buyer della Moda e, uscendo dalla visione del film 'September Issue', a Parigi, si è sfogato.
Anna Wintour |
Per i non addetti ai lavori, va detto che 'September Issue' è il film, girato da R.J.Cutler, dedicato alla preparazione e costruzione di un numero di settembre di Vogue Usa, tradizionalmente il più 'pesante' dell'anno: quello del 2007, tema del film, era di un migliaio di pagine, una specie di Divina Commedia almeno per dimensioni.
La 'editor in chief', la notissima Wintour che siede su quella poltrona dal 1988, ha deciso di celebrarlo, celebrandosi. Non le era bastato il film 'Il diavolo veste Prada', dove Meryl Streep l'aveva impersonata assai bene, rendendola cattiva ma intelligente e in fondo, molto in fondo, anche simpatica (come pare sia effettivamente) e soprattutto universalmente nota: ha voluto un film-documentario che raccontasse la vita interna di Vogue, ma anche gli appuntamenti esterni del direttore più famoso del mondo, tutto molto glamorous.
Il documentario è stato presentato lo scorso agosto in pompa magna e il suo trailer impazza sui siti internet come oggetto di culto per tutte le fashion victim del mondo. La Wintour ha 60 anni (li farà il 3 novembre prossimo, ma non li dimostra) è londinese e non perde occasione per appoggiare il fashion system americano e inglese. Da tempo viene considerata un po' nemica della moda italiana: a chi glielo ha chiesto, ha sempre risposto che non è vero, che, anzi, lei ha sempre valorizzato il made in Italy.
Comunque, sta di fatto che il film trascura l'Italia. Angiolini, dopo averlo visto ed essere 'sbottato', ci ha pensato su seriamente e ha così commentato: "non si può non notare con grande stupore quanto siano state trascurate la moda italiana e in particolare Milano e le sue collezioni.
Pur consapevoli che questo documentario non deciderà le sorti della moda, come Camera Italiana Buyer Moda esprimiamo la nostra preoccupazionde di fronte all'ennesimo episodio che vede protagonista la stampa anglosassone, in cui il fashion system italiano viene ignorato o attaccato".
Insomma, sembra un'altra puntata del romanzo sull'eleganza italiana vittima della stampa straniera: durante le sfilate di settembre scorso a Milano, ci avevano pensato l'Herald Tribune, il The New York Times e il Financial Times ad attaccare la moda italiana come volgare e da veline. Ora ci si accorge che c'é anche l'indifferenza, che forse fa perfino più male.
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