9 giu 2023
Femar raggiunge i 5 milioni di fatturato e sogna l’alta moda
9 giu 2023
Femar, azienda orafa toscana fondata nel 1991 dai fratelli Pasquale e Santi Barneschi (il nome deriva da quelli delle loro figlie Federica e Martina), ha raggiunto lo scorso anno un giro d’affari di 5 milioni di euro, e si aspetta anche per il 2023 una crescita delle vendite.

“Mio padre e mio zio lavoravano da anni nel settore orafo e nel 1991 hanno deciso di creare Femar, unendo due aziende che si occupavano rispettivamente di produzione di gioielli in oro e vendita all’ingrosso di argento, business che continuiamo a portare avanti, in particolare con la nostra linea pensata per i bambini, composta da gioielli giocosi che smaltiamo internamente con colori vivaci”, spiega a FashionNetwork.com Federica Barneschi. “Abbiamo anche una piccolissima produzione conto terzi, ma il core business sono i gioielli a marchio Femar, che ci vengono richiesti anche per quel pizzico di follia che mettiamo nelle nostre creazioni”.
Negli anni Femar si è specializzata nella produzione a laser, tecnica che consente di trasferire sul gioiello una grande varietà di disegni. “Abbiamo investito molto in risorse e macchinari per arrivare ai livelli qualitativi di oggi; abbiamo anche realizzato una sorta di libretto in oro 18 carati per mostrare ai clienti l’effetto finale delle lavorazioni”, prosegue Barneschi. “Cerchiamo di realizzare gioielli differenti in base ai gusti dei vari Paesi e infatti siamo presenti con le nostre creazioni in diversi mercati, soprattutto in Oriente e Middle East”.

Il business dell’oro rappresenta circa il 55/60% del fatturato totale e ha target diversi in termini di mercati e clientela rispetto all’argento: “La linea bambini in argento va molto bene in Nord Europa, dove recentemente abbiamo fatto il nostro ingresso anche con i gioielli in oro, Stati Uniti e Australia”, precisa la giovane imprenditrice.
Per quanto riguarda i progetti futuri dell’azienda, Barneschi ci anticipa: “Ci piacerebbe collaborare con le maison di alta moda, che si stanno avvicinando sempre più al mondo dei preziosi, o di alta gioielleria. Ci stiamo dotando delle certificazioni necessarie per lavorare con questo tipo di realtà, come la RJC (Responsible Jewellery Council, ndr) e stiamo implementando i nostri macchinari e le nostre tecnologie per offrire un servizio di qualità sempre più alta”.
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