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17 mag 2023
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Fedrigoni corre oltre i 2 miliardi di euro di fatturato

Pubblicato il
17 mag 2023

Prosegue inarrestabile la corsa del gruppo Fedrigoni, uno tra i maggiori operatori al mondo nelle etichette e nei materiali autoadesivi premium e nelle carte speciali per il packaging di lusso e altre soluzioni creative. L’azienda veronese nata nel 1888 ha chiuso il 2022 superando la soglia psicologica dei 2 miliardi di euro di fatturato: 2,21 miliardi contro gli 1,6 del 2021 (+37%) distribuiti tra Italia (504 milioni di euro, +44%), resto d’Europa (1,054 miliardi di euro, +36%) e resto del mondo (653 milioni di euro, +31%), con un EBITDA pro-forma adjusted di 340 milioni di euro (+54% rispetto al 2021) e investimenti per circa 80 milioni di euro (erano stati più di 60 milioni nel 2021).

Marco Nespolo, AD del gruppo Fedrigoni, posa davanti ad alcune creazioni dell'azienda


Questi ricavi e l’EBITDA su base pro-forma, includono la contribuzione negli ultimi 12 mesi delle acquisizioni della francese Tageos, della spagnola Guarro Casas e della turca Unifol, ed escludono il contributo negativo derivante dalla cessione del ramo d’azienda relativo alla sicurezza, includendo invece l’impatto run rate delle iniziative specifiche di risparmi sulle spese e dei costi addizionali necessari per supportare la crescita del business, puntualizza la società veneta nel proprio comunicato, in cui l’Amministratore Delegato Marco Nespolo ha ricordato l’ulteriore “anno di crescita profittevole e responsabile per Fedrigoni, nonostante l'instabilità del contesto geopolitico e le perturbazioni della supply chain”.
 
Secondo lui, “il modello di business agile, l'attenzione all'innovazione, la costante trasformazione e il coinvolgimento delle nostre persone ci hanno permesso di confermarci come primo produttore a livello mondiale nella produzione di etichette per vini e di carte speciali per il packaging di lusso, dando concretezza al nostro purpose: creare materiali che siano fonte di possibilità creative per i brand di tutto il mondo”. Un 2022 che per Fedrigoni si era anche concluso con l'ingresso nell’azionariato di un nuovo fondo di private equity, BC Partner, “che ha affiancato Bain Capital nel nostro percorso di crescita dei prossimi cinque anni, mentre l'intero leadership team ha reinvestito nell'azienda”, ricorda Nespolo.

La crescita delle entrate del gruppo Fedrigoni ha riguardato entrambe le business unit della società, riposizionate negli ultimi quattro anni verso segmenti di offerta premium: le etichette e i materiali autoadesivi sono saliti ad oltre 1,3 miliardi di euro (+31%) e le carte speciali per il packaging di lusso e altre soluzioni creative a 904 milioni di euro di ricavi (+43%). Oggi Fedrigoni conta oltre 5.000 dipendenti (500 in più dell’anno prima, ndr.) in 28 Paesi, 68 tra stabilimenti produttivi e centri di taglio e distribuzione e 25.000 prodotti distribuiti in 132 nazioni. La società veneta rivendica di essere il primo operatore a livello globale sia nel luxury packaging che nelle etichette premium per i vini, il terzo nelle soluzioni autoadesive per usi industriali (farmaceutico, food & beverage, prodotti per la casa e la cura della persona) e il secondo nelle carte per l’arte e il disegno.
 
“Dal 2018 Fedrigoni ha intrapreso una trasformazione profonda in termini di portafoglio prodotti, presenza geografica, go-to-market, modello operativo, cultura e governance”, prosegue l’AD Nespolo. “Anche nel 2022 abbiamo portato avanti il nostro piano di acquisizioni, con 6 operazioni negli Stati Uniti, in Turchia, Spagna e Francia, che hanno fatto salire a 12 le M&A complessive negli ultimi quattro anni: nel segmento self-adhesives fanno ora parte del gruppo la spagnola Divipa, la francese Tageos, specializzata in soluzioni RFID, e la turca Unifol, che ci ha permesso di espanderci nel segmento delle pellicole per il rivestimento dei veicoli; quanto alle carte speciali, abbiamo stretto un accordo con l’americana Mohawk per ampliare la presenza in USA, acquisito la spagnola Guarro Casas e la francese Zuber Rieder”.
 
Marco Nespolo ricorda poi come il 2023 sia “cominciato con due importanti accordi: una partnership industriale con un produttore specializzato in carte traslucide in Cina e l’acquisizione di un centro di ricerca e sviluppo a Grenoble, in Francia (entrambe le realtà erano parte del gruppo Arjowiggins, che ha presentato istanza di amministrazione controllata lo scorso settembre). Ma questo non è tutto”, continua, “abbiamo fatto progressi su ogni fronte del nostro piano strategico: dal miglioramento della supply chain all’innovazione di prodotti sempre più distintivi e sostenibili, dall’attenzione quotidiana all’esperienza del cliente alla creazione di un ambiente di lavoro incentrato sulla sicurezza e la crescita delle persone, mantenendo un focus costante al nostro impatto ambientale e sociale”.
 
L'impegno per la sostenibilità è infatti alla base dell'intera strategia di Fedrigoni, che a giugno 2022 ha ricevuto il ‘Rating Platino’ dall’agenzia internazionale Ecovadis ponendo il gruppo nell’1% delle aziende della stessa industria per performance ESG. La partita più complessa è quella della riduzione del 30% delle emissioni di CO₂. Tra gli altri obiettivi al 2030, l’utilizzo del 10% in meno di acqua (che viene restituita pulita all’ambiente al 97%), il recupero di tutti i rifiuti in ottica di piena circolarità e un’offerta di prodotti che preveda solo carte speciali riciclabili e materiali autoadesivi adatti alla riciclabilità o al riuso.
 
Sul fronte dell’innovazione prodotti la priorità del gruppo è di supportare i clienti nella transizione ecologica: dalla sostituzione della plastica con la carta alla gestione dei rifiuti, che possono diventare nuove materie prime in un modello virtuoso di circolarità. In ambito sociale, il gruppo è impegnato per creare un ambiente più sicuro e inclusivo: dalla riduzione degli infortuni sul lavoro (l’obiettivo al 2030 è salito a -85% dal 2020, precedentemente era -67%) all’incremento delle donne in posizione manageriale, che nel 2030 dovranno essere il 35% (anziché il 30%). 
 
“Questi primi mesi dell’anno non sono stati facili”, rivela poi l’Amministratore Delegato. “La domanda continua a essere estremamente volatile e il rallentamento dei volumi lo dimostra: il fatturato del primo trimestre è stato pari a 492 milioni di euro, -5% rispetto al 2022. Tuttavia, il calo delle vendite è notevolmente inferiore al dato medio dell’industria, che si attesta tra il -12% e il -20%. Il nostro piano industriale solido e la nostra agilità e capacità di adattare la produzione alla domanda ci hanno consentito di limitare l’impatto”.
 
Ma Nespolo sta osservando “segnali positivi dal mercato: i costi dell'energia e delle materie prime stanno finalmente scendendo, i mercati finali che serviamo - lusso, wine & spirits, farmaceutico - performano bene e noi guadagniamo quote di mercato in tutti i settori”, afferma. “Per queste ragioni rimaniamo ottimisti sul fatto che la situazione economica si riprenderà nel corso di quest’anno. La nostra visione e ambizione di lungo termine restano invariate: diventare leader globali nei nostri settori di riferimento con prodotti sempre più sostenibili, accelerando l’espansione negli Stati Uniti e in Asia e consolidando la presenza in Europa”.

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