Adnkronos
15 giu 2021
Federorafi: segnali di ripresa nel primo trimestre
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15 giu 2021
Nel gennaio-marzo 2021 il 24% degli orafi presenta un fatturato in crescita rispetto ai livelli del primo trimestre del 2020. Tra queste, un 10% cresce oltre il 20%; un 5% sperimenta un aumento tra il +10% e il +20%" e ancora un 5% tra il +5% e il +10%. Infine, il 4% registra una variazione positiva compresa tra il +1% e il +5%. È quanto emerge dalla quinta edizione dell'Indagine campionaria elaborata per Federorafi dal Centro Studi di Confindustria Moda, focalizzata sull'evoluzione congiunturale che ha interessato le aziende del settore nel periodo gennaio-marzo 2021.
Il 22% del campione, invece, mostra vendite invariate rispetto ai primi tre mesi del 2020. Resta, tuttavia, prevalente la quota del campione ancora interessata da contrazioni del fatturato, ma nella misura del 54% (quota, quindi, ben più contenuta rispetto all'incidenza registrata nelle rilevazioni precedenti, 89% nell'anno 2020). La flessione del fatturato trimestrale dell'Oag risulta, pertanto, pari al -11,6%. La dinamica registrata 'a consuntivo' è meno intensa rispetto alla previsione del -16,0%, che le aziende avevano formulato ad inizio periodo (ovvero in occasione della rilevazione di gennaio).
Nel primo trimestre 2021, la quota di aziende a campione che ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali passa al 51%, in lieve calo, dunque, rispetto a quanto emerso nella rilevazione precedente (56% nel quarto trimestre 2020). Con riferimento alle imprese che ne hanno fruito, nel 42% dei casi gli addetti coinvolti dalla Cig non superano il 20% del totale, segnando un vero e proprio balzo rispetto al 9% rilevato nel 4° trimestre 2020; all'opposto, il 16% ha usufruito degli ammortizzatori sociali per oltre l'80% dei dipendenti totali dell'azienda, in calo di 10 punti percentuali rispetto al 26% rilevato nel trimestre ottobre-dicembre. Guardando al secondo trimestre, il 49% delle aziende in esame prevede di far ricorso ancora alla cig, percentuale in debole contrazione, dunque, rispetto a quanto registrato nel gennaio-marzo 2021.
Alla data della rilevazione, la metà circa del campione (48%) segnala un certo "risveglio" del mercato estero con riferimento ad alcuni Paesi-partner strategici, che si stanno dimostrando più dinamici in questo periodo. Tra questi, si collocano ai primi posti (per il maggior numero di segnalazioni da parte delle aziende) Stati Uniti, Francia, Emirati Arabi/Qatar.
Se solo a parere del 20% del campione, la pandemia non ha influito sui costi delle materie prime utilizzate, per una larga maggioranza, invece, ovvero per il 75% delle aziende, le materie prime stanno sperimentando degli aumenti, di portata lieve (28%) ma soprattutto forte (47%). Come noto, del resto le quotazioni non solo dell'oro ma anche degli altri metalli preziosi hanno evidenziato intensi rincari per larga parte del 2020. Le aziende a campione citano infatti esplicitamente oro, rodio, palladio e argento, come principali materie prime oggetto di aumento.
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