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27 gen 2010
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Federabbigliamento: la moda sempre più attenta all'ambiente

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Adnkronos
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27 gen 2010

Roma, 26 gen. - (Adnkronos) - Occorre intervenire sul mercato della moda con "una sorta di rottamazione'', come avviene per le auto. ''Se potessimo riconoscere la possibilita' di restituire il vecchio per acquistare il nuovo, potremmo recuperare materia e salvaguardare l'ambiente''. Cosi' il presidente di Federabbigliamento Roma - Confcommercio, Roberto Polidori, commenta la crescente attenzione del settore moda all'ambiente. In questo senso, aggiunge, ''le cose costano meno e non inquinano''.

YOJ
La collezione primavera/estate 2010 del brand ecosostenibile YOJ

In un contesto in cui cresce l'attenzione a preservare le risorse del pianeta, per Polidori "e' chic" parlare di moda eco sostenibile. Ma il tema ecologico nel settore della moda non nasce adesso. La cultura del riciclo, afferma, "esiste nelle accademie gia' da una decina di anni" ma solo adesso si evidenziano certe iniziative. "Non trovo dunque originale parlare di ecocompatibilita' del settore".

Ultimamente diverse aziende e case di moda hanno sponsorizzato le proprie iniziative 'green'. Come l'azienda svedese H&M che ha lanciato 'The garden collection', la collezione ecosostenibile primavera/estate, o Chiara Boni, che alla recente manifestazione Pitti Bimbo a Firenze, ha presentato 'Biogym', una collezione con slogan dedicati al rispetto della natura che ci circonda.

A volte, spiega Polidori, ''si riutilizzano e si recuperano forme di oggetti realizzati nei paesi piu' poveri. Ma nel momento in cui la casa di moda che li realizza apporta i suoi cambiamenti, l'oggetto diventa un fenomeno di elite'' e non serve al mercato che ''necessita invece di larghi consumi''. L'operazione di benevolenza ''ha un senso solo se le persone vengono riscattate dal degrado in cui vivono e viene insegnato loro un mestiere. In questo modo si scoprono talenti nei quali investire. E' questo un percorso da iniziare''.

''Non trovo dunque originale parlare di ecocompatibilita', intesa come riciclo. Se poi per economia compatibile si intende il voler inquinare di meno allora il discorso e' diverso. Ma si tratta di una scelta di vita. Si parla molto di ecologia ma poi i rifiuti si continuano a gettare nei fiumi''. Occorre ''un patto piu' attento per inquinare di meno''.

Le iniziative delle aziende di moda legate all'ambiente, dunque, sono solo operazioni di marketing? ''Il mercato dell'industria tende al profitto, poi c'e' la beneficenza'' puntualizza Polidori che sottolinea la necessita' ''di mettere da parte l'ipocrisia perche' le imprese nascono per ottenere profitto''.

Soprattutto in un contesto come quello attuale ''molto competitivo'' che vede la Cina insidiarsi sempre di piu': ''Da qui a 5 anni la Cina acquistera' anche l'ultimo tassello della filiera che e' quello della ricerca e dell'innovazione. La globalizzazione e' un'attivita' suicida. Bisognerebbe regolare la produzione globale'' conclude Polidori.

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