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Pubblicato il
25 feb 2009
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Fashion week milanese tra calendario ridotto e crisi

Di
Ansa
Pubblicato il
25 feb 2009

La settimana milanese delle sfilate femminili è iniziata oggi tra molte tensioni, da quelle legate alla crisi ai problemi del calendario, temi più che mai tra loro intrecciati. Milano Moda Donna in teoria si estende su 7 giorni, ma in realtà si concentra su quattro, perché le giornate di calendario non 'valgono' allo stesso modo dalla prima all'ultima, quindi tutti si stringono in quelle considerate 'buone'.


Sfilata D&G collezione primavera-estate 2009 Foto: PixelFormula

"Mi arrendo" aveva detto il presidente della Camera Nazionale della Moda, Mario Boselli, spiegando di aver inutilmente tentato di convincere i grandi nomi ad aprire e chiudere la kermesse, in modo da valorizzare l'intera settimana. Gli italiani sono fatti così, perfino alla Fashion Week di New York sono riusciti a pestarsi i piedi facendosi per questo criticare dalla stampa americana. Dunque anche stavolta, a Milano, polemiche a non finire.

Lorella Signorino (a capo della Lorel Miss di Carpi e direttore creativo di Love Sex Money) che giorni fa aveva deciso di sfilare 'off' in polemica con la Cnmi perché non le avrebbe dato una giusta collocazione, oggi ha spiegato la sua tesi: "gli stilisti famosi ci sono e ci saranno, ma i marchi nuovi hanno diritto ad avere spazio e chi, come la Cnmi, rappresenta anche noi, dovrebbe aiutarci.

E' proprio la piccola e media industria di qualità, seria e solvibile, che fa investimenti e pubblicità, che cresce nonostante tutto, a dover essere sostenuta. Voglio rimanere in Italia ma certo, a questo punto, dopo 9 stagioni di anticamera, il pensiero di andare a Parigi c'é!". Ai problemi sollevati dalla Signorino per ora non può esserci risposta, il calendario è troppo stretto.

Domani si inizia con i giovani e con qualche 'vecchia gloria' come Lorenzo Riva, con le grandi taglie di Elena Mirò, con le pellicce (ma non solo) di Simonetta Ravizza e i completini seduttivi di Valeria Marini. I giornalisti stranieri arriveranno a Milano a partire da giovedì sera, giornata di seconde linee (ma guai a chiamarle tali!) e di qualche griffe che, con una programmazione diversa, potrebbe essere valorizzata. Venerdì, sabato, domenica e lunedì succederà di tutto, dalle sfilate dei big alle conferenze stampa, dalle inaugurazioni dei negozi ai cocktail.

Inutile far nomi, ci sono tutti i grandi, anche la maison Gianfranco Ferré, che sfilerà nonostante i guai finanziari della It Holding. Just Cavalli e C'n'c', le linee giovani di Cavalli e di Costume national prodotte da Ittierre, invece non andranno in passerella. La crisi è durissima: la moda uomo a gennaio aveva visto una riduzione del 20% di marchi presenti, la moda donna regge, anzi ci sono delle new entry, il che depone bene.

Torna per esempio Roberto Menichetti, stilista umbro che era stato bravo da Jil Sander e da Burberry: ora si è legato a Cruciani, azienda umbra di Luca Caprai (stessa età stessa terra dello stilista) per rilanciare il marchio con una maglieria che diventa un vero pret-a-porter di design moderno, con l'uso dei riquadri in chiave optical.

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