Fashion Summit di Copenaghen, Pinault: "I manager della moda e del lusso devono coalizzarsi per l’ambiente"
La presenza del CEO di Kering al Fashion Summit di Copenaghen, che si svolge il 15 e 16 maggio nella capitale danese, rappresenta già un simbolo forte dell’importanza che le questioni ambientali e sociali hanno assunto nel settore della moda e del lusso. Ma nel suo intervento François-Henri Pinault non si è limitato a presentare le azioni portate avanti dal colosso del lusso, proprietario di Gucci, Saint Laurent e Bottega Veneta. Davanti a una platea gremita, il patron di Kering ha chiesto ai manager dei grandi gruppi mondiali di coalizzarsi.
“Non è vero che i grandi gruppi non si stanno muovendo. Ciascuno fa individualmente molte cose”, ha spiegato. “Ma il fatto è che non c’è collettività. Dobbiamo pensare a un’intelligenza collettiva, perché siamo in una situazione di emergenza. Il settore privato non è abituato a farlo, ma è necessario cambiare e lavorare al di là di quello facciamo a livello di singole società. Dobbiamo lavorare insieme e avere obiettivi comuni”.
François-Henri Pinault ha dichiarato l’ambizione di mettere in pratica questa volontà di far coalizzare il settore. Ha accettato una missione affidatagli dal Presidente della Repubblica Francese nell’ambito del prossimo G7, che si svolgerà in Francia, a Biarritz, dal 24 al 26 agosto prossimi. “È un mandato ufficiale. Dobbiamo creare una coalizione. Invito i CEO a raggiungere questo movimento e ad assumersi degli impegni attraverso il ‘Fashion Pacte’”.
Brune Poirson, Segretario di Stato alla Transizione ecologica, ha spiegato che per questo G7 la Presidenza ha deciso di focalizzarsi su alcuni temi per dimostrare al grande pubblico l’utilità di questo appuntamento; e la moda è considerata una leva forte per sensibilizzare i cittadini.
Secondo il CEO di Kering, per i player del settore ciò richiede un’analisi senza compromessi degli impatti della loro attività… non solo nel loro perimetro, ma lungo tutta la catena logistica. Una volta definiti tali impatti, le aziende devono annunciare i loro obiettivi.
“Il conto alla rovescia è iniziato. Non voglio che le aziende si attivino solo quando sanno di avere una soluzione. Voglio convincere i miei pari che bisogna partire anche se non abbiamo ancora tutte le risposte. Bisogna accettare di essere a disagio, questo ci spingerà a proseguire. Noi abbiamo annunciato di voler ridurre il nostro impatto del 40% entro il 2025. Abbiamo già una soluzione per il 20%; per il restante 20% dovremo trovarla. Ma è questo il modo di procedere. E le soluzioni trovate dovranno essere open source. È un nuovo stato mentale”.
Il manager, il cui gruppo è quotato in Borsa, ha lanciato un altro appello: vuole aprire la discussione con le grandi istituzioni finanziarie. “Se le istituzioni finanziarie cambiano i criteri in base ai quali quantificano il valore di un’azienda, cambieranno anche le dinamiche. Trimestre dopo trimestre, le società sono giudicate in base alle performance finanziarie. Considerare anche le performance ambientali e sociali cambierebbe le priorità nei guadagni a breve termine. Spero di convincere i dirigenti di questi grandi organismi finanziari. Sono una decina di persone da convincere e riuscirci vorrebbe dire cambiare i principi del business come lo conosciamo”.
La sfida è grande. Per convincere i decisori, François-Henri Pinault avrà bisogno del sostegno della coalizione di CEO che vuole costruire. Lo scenario del G7 è all’altezza della sfida.
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