11 feb 2019
Fabrizio Servente (Woolmark): “La domanda di lana cresce, grazie alle nostre iniziative e allo sportswear”
11 feb 2019
The Woolmark Company è l’autorità globale della lana Merino. Attraverso la sua vasta rete di collaborazioni nel mondo dell’industria tessile e della moda evidenzia il posizionamento della lana Merino come fibra naturale ed ingrediente fondamentale nell’abbigliamento di lusso. L’azienda è una filiale di Australian Wool Innovation, compagnia no-profit di proprietà di più di 60.000 allevatori di pecore Merino che investe in ricerca, sviluppo e marketing a livello mondiale lungo tutta la filiera. Il logo Woolmark, nato nel 1964, vuole rappresentare l’eccellenza e l’innovazione di questa produzione, partendo dalle fattorie fino ad arrivare al prodotto finito. Il suo scopo è agire come garanzia indipendente di qualità di ogni prodotto a cui è applicato (oltre 5 miliardi finora), il che lo rende il marchio di qualità per i prodotti tessili più conosciuto al mondo. FashionNetwork.com ha parlato con Fabrizio Servente, Global Strategic Advisor di The Woolmark Company, del prezzo della lana, delle prossime collaborazioni dell'azienda e delle novità riguardanti l'International Woolmark Prize, la cui finale si terrà il 16 febbraio a Londra.

FashionNetwork.com: Perché negli ultimi anni è aumentato tantissimo il prezzo della lana?
Fabrizio Servente: Per due motivi. Innanzitutto è aumentata molto la domanda di lana fine, e quindi di lana australiana Merino, soprattutto dai mercati asiatici di grandi volumi come la Cina. Il tutto grazie alle nostre iniziative e campagne di comunicazione, e al ritorno della lana nello sport, in particolare negli ultimi 5 anni. Oggi al salone Ispo di Monaco di Baviera possiamo vedere che la metà degli stand di abbigliamento sportivo presentano lana nelle collezioni. Mille anni fa, settanta, sessanta anni fa c’era solo la lana nello sportswear, poi è sparita. I prezzi sono aumentati, raddoppiando nel giro di pochi anni. Ora si sono stabilizzati, anche perché questo continuo rialzo alcuni mercati non lo possono più sopportare. Inoltre le qualità più basse hanno cominciato a creare dei blend con il poliestere, anche solo aggiungendovi un 5% di questo materiale.
FNW: E il secondo motivo?
FS: Una incredibile siccità ha ridotto notevolmente la produzione in Australia. D’altro canto, questo accadimento ha salvato il crollo dei prezzi che si sarebbe verificato con la situazione di altissima produzione e prezzi elevati. Per cui le quote raggiunte di prezzo della lana, nella media, intorno ai 21 dollari australiani sono passate a 20 dollari e mezzo. Ma meno quantità significa anche meno incomes per i produttori di lana. Tenere i prezzi a questo livello ha contribuito a far contenere questo decremento.
FNW: Fra gli stand di Milano Unica abbiamo potuto ammirare produzioni di livello altissimo, e sempre più incentrate sulla lana.
FS: Questo ci protegge verso qualsiasi tipo di rovescio, perché significa offrire al mercato qualcosa di davvero unico, veramente innovativo, d’altissima qualità e con la creatività di cui sono capaci i tessitori italiani. Chi richiede maggiormente la lana sono i cinesi. L’80% della lana australiana (come materia prima) prende infatti la via della Cina; poi non tutta resta lì, perché nell’ex Impero Celeste c’è parecchia lavorazione dei primi passaggi della catena, quelli del lavaggio, del top making, eccetera. Parte di quell’80% arriva in Europa per essere lavorato. La lana viene poi consumata soprattutto dalle nazioni più popolose al mondo, anche in questo caso soprattutto in Cina, grazie al mercato delle uniformi, per ferrovieri, impiegati delle poste, poliziotti, esercito, ecc.: la lana è la fibra base per crearle.
FNW: Nell’ottica dell’education e del sostegno ai giovani designer, da molti anni avete rilanciato con successo l’International Woolmark Prize. Cosa ne pensa?
FS: È il riconoscimento ‘antico’ di Woolmark, che negli anni Sessanta aveva premiato anche Karl Lagerfeld o Yves Saint Laurent, fra gli altri. Questa settimana ci sarà la finale a Londra, cui parteciperanno i vincitori delle selezioni realizzate in tutti i continenti. Tre le categorie: Uomo, Donna, Innovation. Il premio all’innovazione è stato introdotto da alcuni anni ed è un riconoscimento abbastanza unico nel mondo. La sua importanza risiede nel fatto che i clienti diventano sempre più ‘scafati’ su ciò che comprano e vogliono capire approfonditamente come e di cosa è fatto un prodotto e quale sia la sua sostenibilità ambientale. Questa voglia è ritornata nei giovani millennials e anche nei post-millennials, o Generazione Z. Dare un premio a chi è più innovativo seguendo le logiche della domanda dei nuovi mercati e dei nuovi consumatori mi sembra una cosa estremamente interessante.

FNW: The Woolmark Company prosegue nel frattempo la sua lunga serie di collaborazioni volte a valorizzare lana e creatività. Quali sono state le ultime?
FS: All’ultimo salone Pitti Filati, svoltosi lo scorso gennaio a Firenze, abbiamo presentato un progetto con Napapijri, STOLL, Zegna Baruffa Lane Borgosiesia e Südwolle. Agli studenti di CKD è stato proposto un brief creativo, sul tema Fashion and Performance, con particolare attenzione al concetto "Make It Better". Gli studenti avevano il compito di sviluppare capi sportivi e performanti che potessero essere impiegati in diverse occasioni d’uso, con particolare attenzione all’aspetto fashion & design, rispettando il DNA di Napapijri, che si manifesta nella ricerca costante di alternative sostenibili che riducano ulteriormente l’utilizzo di pellicce e piume e utilizzando anche fibre di lana. Nove studenti di CKD hanno creato altrettanti outfit che diventeranno parte di una capsule collectiondi Napapijri.
FNW: C’è stato anche un progetto legato al vostro The Wool Lab?
FS: Sì. CKD Master ha interpretato per The Woolmark Company un progetto dedicato al Knit-Tech–Knitwear Evolution. I campioni realizzati in collaborazione con STOLL sono stati inseriti all’interno del progetto Primavera-Estate 2020 The Wool LabPreview, la nostra guida stagionale che raccoglie i migliori tessuti e filati d’archivio, mentre la ricerca artigianale degli studenti di CKD Master è stata inserita nella guida di ispirazione funzionale con tessuti e filati di lana presenti in commercio The Wool Lab, come sempre presentata anche a Milano Unica.
FNW: Infine, The Woolmark Company ha collaborato con lo storico brand francese di abbigliamento per la montagnaFusalp.
FS: Fusalp è stato il creatore nel 1952 dei primi pantaloni tecnici "fuseau" che hanno rivoluzionato il mondo dello sci. Per la stagione Autunno/Inverno 2018/19, abbiamo lanciato con loro la prima capsule collection di maglioni e cardigan in lana Merino certificata da The Woolmark Company, e realizzata utilizzando filati italiani al 100% di lana Merino australiana. La capsule “Fusalp x Woolmark” si compone di una felpa (“Addict”), un cardigan con cerniera (“Skiing”), un maglione (“Wengen III”), e la sua versione con cerniera (“Wengen Fizz II”).
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