9 giu 2015
Fabrizio Ferrario Furs è cresciuto del 20% nel 2014
9 giu 2015
Cincillà, zibellini e qualche volta visoni. E' questa la produzione principale del marchio di pellicceria con sede e showroom a Cogliate (MB) Fabrizio Ferrario Furs, fondato dall'omonimo imprenditore nel 1992, che con la label Fabrizio Ferrario House (nata nel 2011) realizza anche coperte, cuscini e pouf ricoperti di pelliccia.
La divisione Furs realizza l'80% del giro d'affari aziendale, mentre il 20% è ottenuto con i prodotti per la casa, che rappresentano una nicchia sempre più consolidata di anno in anno per il brand brianzolo, e per i quali quest'anno Fabrizio Ferrario ha pensato a una novità di prodotto che da subito è diventata richiestissima dai mercati esteri, sempre con il cincillà come materia prima.
La divisione Home produce infatti coperte in cincillà foderate con cashmere, e c'è persino una linea con cashmere al 50%.
Proprio quest'ultimo, “è stato il primo pezzo che abbiamo venduto appena iniziata la fiera al Mifur. Ciò conferma che l'extralusso è sempre in crescita. Il nostro fatturato è cresciuto del 20% nel 2014. La mia stima per il 2015, visto l'inizio dell'anno, sarà sicuramente di una crescita in doppia cifra. Nostro primo mercato è l'area europea in generale, con una percentuale sul giro d'affari del 70%”, rivela lo stesso Fabrizio Ferrario.
“Un altro aspetto della produzione del brand è legato alle tante aziende che ci chiedono un supporto sul cincillà, dalla consulenza stilistica alla realizzazione del prodotto finito, che chiaramente non esce col nostro nome. Inoltre, esportiamo i nostri prodotti di altissima qualità anche a Taiwan”, fa notare Fabrizio Ferrario.
“Per il prossimo futuro punteremo a migliorare ancora la qualità del prodotto riposizionandolo sempre all'apice dell'extralusso (per esempio realizzando prodotti per grandi yacht), o distribuendolo in città importanti a livello geografico (europee e non solo), e facendo attenzione anche al mercato cinese. Si tratta di un mercato al quale pensare davvero, secondo me, perché anche in Cina c'è un'esigenza crescente sui capi in cincillà che credo di avere captato. Questa, secondo me, dovrà essere la strategia futura in un settore come il nostro, così legato alle caratteristiche atmosferiche delle varie nazioni (ormai tutte già coperte): non tanto ricercare mercati nuovi, ma comprendere in anticipo in quali Paesi, non importa se oggi in calo, in cui ci possano essere delle inversioni di tendenza, intercettare segnali di interesse e ripresa, ovunque essi si manifestino”, conclude l'imprenditore lombardo.
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