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Reuters
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Pubblicato il
10 giu 2012
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Evasione fiscale, Dolce e Gabbana a processo
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Reuters
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10 giu 2012
10 giu 2012
Il gup di Milano Giuseppe Gennari ha disposto venerdì l'invio del fascicolo sulla presunta evasione fiscale degli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana e altri sei imputati alla procura perché proceda con la citazione diretta a giudizio per omessa dichiarazione dei redditi.
Gli stilisti Domenico Dolce (a destra) e Stefano Gabbana, il 2 dicembre 2007 a New York. Foto: Stephen Lovekin AFP/Getty Images/Archives |
E' quanto emerge dal provvedimento firmato dal giudice - visionato da Reuters - al termine dell'udienza a porte chiuse dell'8 giugno. Il gup era chiamato a prendere una decisione sul procedimento, dopo che la Cassazione, il 23 novembre scorso, ha annullato l'ordinanza del gip di Milano con cui i due stilisti erano stati prosciolti dalle accuse di truffa aggravata e dichiarazione infedele dei redditi "perché il fatto non sussiste".
La Cassazione, accogliendo il ricorso del pm Laura Pedio, aveva stabilito la non sussistenza del reato di truffa ma l'esistenza dell'ipotesi di reati fiscali.
Sempre l'8 giugno però, l'avvocato di parte civile per l'Agenzia delle entrate, Gabriella Vanadia, ha argomentato che, con la presenza di reati fiscali, la procura avrebbe potuto procedere con la citazione diretta degli imputati, senza udienza preliminare. E il giudice ha quindi stabilito l'invio degli atti al pm che procederà nei prossimi giorni alla citazione a processo degli stilisti, che hanno sempre respinto ogni accusa.
"Ancora!!! che palle....ma lo sanno tutti che non abbiamo fatto niente!!!", ha commento Stefano Gabbana su Twitter, in riferimento alla vicenda.
A Dolce e Gabbana era stata contestata una presunta evasione fiscale da circa 1 miliardo di euro, al termine di una inchiesta iniziata nel 2007.
"Il reato che giustificava la richiesta di rinvio a giudizio, cioè la truffa aggravata ai danni dello Stato, è stato erroneamente contestato ab origine, stante la sua non configurabilità in termini di diritto, quindi il processo non avrebbe mai dovuto essere portato davanti al giudice per l'udienza preliminare", scrive il giudice nel provvedimento odierno.
"Se i pm modificano radicalmente le accuse e queste accuse non prevedono il passaggio all'udienza preliminare, trova applicazione l'articolo di legge che prevede la trasmissione degli atti ai pm per la citazione diretta a giudizio", aggiunge il gup.
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