Esprit limita le perdite annue e cambia presidente della filiale europea
Appena pochi giorni fa, la Borsa di Hong Kong esprimeva dubbi sulla capacità di Esprit di proseguire la sua attività con serenità. Ma la società ha deciso di sorprendere il mercato annunciando varie nomine ad alto livello. Il gruppo di moda ha infatti promosso Leif Erichson alla testa della sua filiale americana, un modo per Esprit — in difficoltà da anni — di rafforzare la sua attività principale sul continente, ma anche il brand in tutto il mondo.

Erichson lavora per l’azienda da quasi 20 anni; ultimamente vi ocupava la posizione di direttore del digitale e delle operazioni. Leif Erichson ha svolto un ruolo determinante nell'ottimizzazione di segmenti annessi alla catena di negozi, come informatica, logistica ed e-commerce, guidando nel contempo il passaggio al digitale.
Nel suo nuovo incarico, supervisionerà tutte le operazioni europee del gruppo e riferirà direttamente al CEO Mark Daley. Il 37enne Erichson concentrerà i propri sforzi sulla crescita e l’espansione delle attività di Esprit in Europa, nel frattempo “modellando la strategia su tutti i canali di distribuzione”, dall’e-commerce alla vendita al dettaglio, passando per la vendita all’ingrosso, per adattarla al piano di crescita della società.
Per potenziare maggiormente l’offerta di prodotti, Esprit ha anche creato due nuovi posti incaricati dello sviluppo delle collezioni e della loro messa in scena nel punto vendita: Raphael Heinold è stato nominato responsabile dei prodotti, e Paul Kinley alla testa della gestione del merchandising, entrambi con il grado di vicepresidente.
Ma Esprit ha anche annunciato i propri risultati finanziari per il secondo semestre del 2020, dopo averne modificato il calendario. Modificato perché la data di fine esercizio della società è stata spostata dal 30 giugno al 31 dicembre.
Di conseguenza, i suoi risultati economici annui coprono un periodo di sei mesi, e sono dunque difficilmente paragonabili a quelli dell’esercizio precedente.

Comunque, l’azienda di moda sembra essere riusciuta a far scendere le perdite, riducendo le iniziative eccezionali e annullando 2.340 milioni di dollari di Hong Kong (circa 234 milioni di euro) di debiti nel quadro della propria ristrutturazione.
Nonostante il negativo impatto della pandemia sulle sue attività retail e wholesale, la perdita annua di Esprit — che ha raggiunto i 414 milioni di dollari di Hong Kong (circa 41 milioni di euro) — è molto più bassa della perdita subita nell’esercizio precedente, che fu di 3.992 milioni di dollari di Hong Kong.
Un risultato incorggiante, legato ai grandi sforzi effettuati dal team di gestione e al successo del suo piano di ristrutturazione, oltre a rigorose misure di riduzione dei costi.
Il fatturato complessivo del gruppo nel periodo è diminuito a 885 milioni di dollari di Hong Kong (circa 88 milioni di euro) dopo il deconsolidamento delle sei filiali tedesche.
Le filiali interessate rappresentavano oltre l'80% delle vendite consolidate del gruppo e dei suoi principali mercati durante l'esercizio 2019/20.
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