Ermenegildo Zegna: le vendite salgono del 50% nel primo semestre
Ermenegildo Zegna mette a segno un eccellente inizio d'anno, con un fatturato in crescita del 49,9%, a 603 milioni di euro, nella prima metà del 2021. In particolare, il gruppo del lusso fondato nel 1910 a Trivero (BI), specializzato nell'abbigliamento maschile di altissima gamma, sta tornando a generare utili, passando da una perdita di 87,75 milioni di euro al 30 giugno 2020 all’utile di 32,28 milioni ottenuto un anno dopo.

Dopo un anno e mezzo di pandemia, l'azienda ha recuperato la redditività, come testimoniato anche dal risultato di gestione rettificato (EBIT), che nel periodo si è attestato a 66,8 milioni di euro, pari all'11,1% del fatturato totale, contro la perdita operativa di 51,9 milioni registrata un anno prima. Questi risultati si spiegano con il ritorno a costi normalizzati per i dipendenti del gruppo e il ritorno alla normalità delle attività grazie al calo del virus un po’ dappertutto nel mondo, e questo nonostante un aumento dei costi della logistica e delle materie prime, nonché delle spese di marketing.
L'indebitamento finanziario netto di Ermenegildo Zegna è passato da 6,7 milioni al 31 dicembre 2020 a 73,3 milioni sei mesi dopo. L’azienda ricorda di aver devoluto lo scorso anno 4,48 milioni di euro ad associazioni benefiche in Italia e all'estero per sostenere iniziative legate al Covid-19, di cui 4,45 milioni nel primo semestre dell'anno. Inoltre, ha continuato ad investire nella propria struttura produttiva in Italia acquistando lo scorso giugno il 40% della filatura italiana Filati Biagioli Modesto.
Le vendite del gruppo sono salite in tutte le regioni tranne il Giappone, dove sono diminuite del 9,1% nei primi sei mesi dell'anno a causa del calo del turismo e delle restrizioni sanitarie. Esse sono cresciute in particolare del 63,2% in Asia-Pacifico, il suo mercato principale, ed esplose nella Greater China (+81,1%), che rappresenta quasi la metà del fatturato totale dell'azienda, grazie alla ripresa degli acquisti di lusso da parte dei cinesi nel loro mercato domestico e alla forte presenza da 30 anni del marchio Zegna in questo Paese, dove ha appena aperto due nuovi negozi a Shanghai.
Seppur impattato dai lockdown, con la chiusura temporanea dei negozi e i flussi turistici limitati tra gennaio e giugno, Zegna ha visto aumentare le proprie vendite del 37,9% rispetto alla prima metà del 2020 in Europa, suo secondo mercato dopo l'Asia. In particolare, l'Italia ha sovraperformato, con un incremento del 65,2%. Gli Stati Uniti, che pesano più o meno come l'Italia, crescono nel semestre del 28,9%, trainando il Nord America (+26,8%) con un'accelerazione nel secondo trimestre, mentre le vendite in America Latina sono quasi raddoppiate.
Per il gruppo piemontese, che ad agosto aveva annunciato l'intenzione di quotarsi alla Borsa di New York, l'acquisizione del marchio americano Thom Browne nell'agosto 2018 ha portato ottimi frutti, visto che il suo contributo è in crescita all'interno del Gruppo Zegna. Il brand ha, infatti, più che raddoppiato le proprie vendite nei primi sei mesi (+125%), passando da un fatturato di 63,2 milioni di euro al 30 giugno 2020 a 142,6 milioni un anno più tardi. Dal canto suo, il marchio Zegna ha realizzato nel primo semestre dell'anno un fatturato di 465,9 milioni, in crescita del 36,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
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