Ermenegildo Zegna: uno smart style per lo smart working
Rifare, rimodellare e (ri)settare le parole d’ordine da Ermenegildo Zegna, che lo scorso venerdì pomeriggio ha aperto la settimana della moda maschile milanese per la stagione invernale 2021 con la reinterpretazione più significativa mai vista finora del guardaroba dell’uomo contemporaneo, sulla scia della pandemia.
Ad oggi, nessun altro designer di abbigliamento maschile si è destreggiato tanto bene con la costruzione e il concept quanto Alessandro Sartori, direttore artistico di Zegna, che ha sfruttato le esperienze scaturite dai lockdown globali - dai compiti a casa alle call su Zoom, alla cultura, ai cocktail - nella nuova autorevole collezione co-ed disegnata per il marchio piemontese.
Sartori ha chiamato la linea “(Re)Set”. Ed è arrivato al punto di introdurre i primi outfit di abbigliamento femminile nell’offerta Zegna, vera powerhouse italiana e il marchio più integrato verticalmente nell'attuale scenario dell’abbigliamento maschile europeo: dalla filatura e tessitura di materie prime alla produzione manifatturiera di abbigliamento d’alta gamma, fino alla vendita diretta al dettaglio nella sua rete globale di negozi.
Zegna ha dato il via alla stagione milanese di cinque giorni, in cui appena tre case di moda mostreranno vere sfilate fisiche, con un video spettacolare, girato tra i moderni edifici high-tech di Assago, a sud di Milano, prima di passare per il quartier generale di Zegna e finire in un set allucinatorio a più livelli.
I modelli (cast davvero multietnico) erano persino dotati della propria copia del giornale “Re-Set”, che hanno letto collettivamente nel finale e, trovandoci in Italia, alcuni hanno anche degustato un piatto di pasta al pomodoro.
L'elemento chiave della collezione era la maglieria, abbinata a una sartorialità iper destrutturata in morbide silhouette indulgenti con le forme. Moda modulare, in cui alcuni maglioni sono stati realizzati in spessori variabili da 200 a 800 grammi, con il tessuto che fornisce naturalmente una sensazione elastica al capo.
Le tonalità più tenui, ma comunque cupe, contrastavano idealmente con gli edifici dalle vetrate blu, le fontane moderniste e gli atri di cemento del film, la cui colonna sonora presentava il funk metronomico di Superpoze.
Le giacche - prive di imbottiture, fusioni, tele o fodere - erano avvolte come cardigan, o tagliate come un guanto intorno al busto, e abbinate a pullover con collo a imbuto dotati di tasche applicate. Sartori ha persino sperimentato il tweed, leggero per le camicie, più pesante per le giacche a due bottoni dal taglio perfetto o per gli splendidi e sinuosi pantaloni pieghettati.
“Viviamo in un mondo in cui interni ed esterni; business e casual; Zoom e WhatsApp si stanno scontrando in un'estetica nuova e diversa”, ha sottolineato Sartori in un'anteprima su Zoom nel pre-show.
Smart style (e styling) per smart workers, in cui gli uomini si vestono per adattarsi facilmente in alternanza a chiamate private su zoom, riunioni di lavoro in hotel, vernissage nel tardo pomeriggio e, infine, cene eleganti.Sartori ha spedito ai caporedattori delle testate giornalistiche una bozza di 22 pagine della sceneggiatura del suo fashion film, datata 15 dicembre, un mese prima della première.
Lo scorso luglio, Sartori ha messo in scena un défilé phygital, con modelli che sfilavano dal vivo attraverso la sede e i giardini di Zegna nella campagna piemontese.
“A differenza di luglio, non volevamo iniziare con la mentalità di uno show fisico, ma stratificare e proporzionare uno spettacolo digitale in maniera differente. Intendo un fashion movie a tutto tondo, con location, sceneggiatura, storyboard e narrativa come un film classico. Con in aggiunta la possibilità di inserirvi un call su Zoom faccia a faccia con i nostri clienti”, ha spiegato Sartori.
A catturare il nuovo spirito, ecco degli ampi cardigan patchwork con orli rialzati, e cappotti avvolgenti a vestaglia con motivo a zig-zag grigio o blu oltremare, realizzati in cashmere riciclato. Quasi un terzo della collezione presentava elementi in materiali riciclati.
Per le ragazze completi pigiama, ma anche cappotti avvolgenti e maglioni da pescatore in cotone con collo a imbuto. Zegna ora offrirà questi vestiti nei suoi principali flagship, non presentandoli come una linea femminile separata, ma più come una serie di look che una donna può prendere in prestito dall'armadio del suo uomo. Di dimensioni piccole, ma tagliati alla maschile.
La collezione è stata anche un opportuno promemoria del fatto che oggi pochi marchi nella moda maschile o femminile sono così tanto innovatori e ricchi di inventiva nel campo dei tessuti quanto lo è Zegna. Che in questa stagione ha potuto vantare un meraviglioso castoro in cashmere: un twill intrecciato che viene spazzolato e poi pressato, per creare una sensazione leggermente opaca e ‘infeltrita’.
Intanto, i dettagli sartoriali di Sartori continuano a sorprendere, come le nuove tasche in cui la patta inizia mezzo pollice dentro, oppure le vestaglie da esterno, le fessure create in modo da poter entrare direttamente nella tasca dei pantaloni, o le intriganti spalle senza cuciture.
Un guardaroba più elastico e nel contempo resistente: dalla vestaglia in lana jacquard alle giacche precise realizzate in tweed Donegal in filato di cashmere, confezionato nello stabilimento Zegna del biellese.
“Conversazioni tra gli stessi abiti su uomini e donne, all'aperto e al chiuso e su un uomo più vecchio e più giovane”, ha detto Sartori della collezione, che arriverà nei negozi a luglio, ma può, in parte, essere preordinata via Zoom dai clienti a casa che possono mettersi in contatto con il personale delle boutique in Italia.
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