Emilio Pucci affronta con ironia la vanità dei millennials
Certo, Pucci non ha ancora un direttore creativo da un anno a questa parte e non sappiamo ancora cosa gli riserverà il futuro. Ma la casa fiorentina può almeno vantarsi di aver fatto uscire una innovativa campagna pubblicitaria, che si fa beffe della vanità dei millennials in un curioso capovolgimento della situazione.
Ispirata dalla cultura pop giapponese, la campagna rivelata la scorsa settimana ironizza sulla vanagloria dei millennials inscenando delle vacanze immaginarie in Asia con un guardaroba Emilio Pucci.
“È una visione gioiosa e sottile del narcisismo digitale, ispirata da un'eccellente collezione Pucci”, spiega Patrizio Miceli, il direttore creativo franco-italiano di Al Dente, che ha immaginato il concept e prodotto gli scatti.
La pubblicità per l’Autunno-Inverno 2019/20 è già stata pubblicata su Instagram, con 40 post composti da videoclip e immagini fisse per iniziare. Scattate in tre diversi studi parigini, le foto saranno pubblicate sulla stampa quest’autunno.
Sotto l'obiettivo del fotografo Arnaud Lajeunie e con Hailey Wollens allo styling, la prima clip mostra le modelle Kai Carter e Pan Haowen intente ad immortalare ogni minima loro azione o gesto in un giardino tropicale illuminato da luci al neon o in un after-hour in stile nipponico. Le modelle usano i loro telefonini come specchietti tascabili, scansionando i loro corpi dall'alto verso il basso, quindi studiando gli scatti su enormi schermi TV.
In un sorprendente capovolgimento della situazione, sono ora le modelle a copiare l'autoreferenzialità e la vanità degli influencer, e non l’inverso.
I vestiti, che vanno da kimono di seta stampati con immagini retrò ispirate al mare ad abiti plissettati di seta metallizzata coperti da immagini delle montagne del Giappone o da scene di strada, sono altrettanto interessanti. Del resto, il team creativo del marchio ha tratto ispirazione da un viaggio di ricerca in Giappone.
Pucci, che appartiene al colosso francese del lusso LVMH, non ha più un vero designer da quando Massimo Giorgetti ha lasciato la casa di moda fiorentina nell’aprile del 2017. Un team anonimo di stilisti interni si è occupato della creazione delle ultime quattro collezioni. Anche l’ultimo AD, Mauro Grimaldi, andatosene nel gennaio del 2019, non è stato sostituito.
Al contrario, la strategia di comunicazione dell’etichetta italiana sembra andare nella giusta direzione, mostrando un sacco di brio.
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