E-commerce: moda, lusso e bellezza, star delle vendite transfrontaliere
Più di un terzo delle persone intende consumare meno a livello online entro la fine della prima metà del 2023, secondo uno studio ESW condotto tra 14.000 clienti in 14 nazioni. Questi consumatori sono quindi per il 34% più numerosi rispetto a un anno prima quando la medesima rilevazione è stata fatta per la stessa indagine, che quantifica il posto occupato dal commercio elettronico transfrontaliero fra gli acquirenti di moda, scarpe, lusso e cosmetici, generazione per generazione.
Dall’indagine, condotta a giugno, emerge che il 44% dei consumatori consultati manterrà il proprio livello di spesa online nei dodici mesi successivi (-9% su un anno) e il 29% intende rallentare le proprie spese online (+7%). Per quanto riguarda il canale preferito per gli acquisti, un terzo degli intervistati indica che manterrà le pratiche precedentemente adottate. Ma il 50% di essi precisa che consumerà meno (28%) o molto meno (22%) nei negozi e acquisterà di più online.
Tra coloro che stanno cambiando le loro pratiche omnicanale, la Generazione Z, i millennials, la Generazione X e i boomers vengono tutti presi in considerazione in questo report che privilegia le vendite online. Tra coloro che affermano di aumentare le spese che effettueranno online, il 44% afferma di preferire l’acquisto in Rete invece di quello in negozio (+8% su base annua). Delle quattro generazioni studiate, il 30% in media acquisterà prevalentemente online (dal 34% dei millennial al 17% dei boomers). Ma c’è anche un 46% che riferisce che farà coesistere acquisti online e fisici.
Specialista del commercio transfrontaliero, ESW esamina logicamente le abitudini "cross-border" dei clienti intervistati. Sembra che, in tutti i Paesi, i millennials rappresentino il 57% degli acquirenti transfrontalieri, davanti a Z (24%), X (14%) e soprattutto boomers (5%). “In effetti, meno del 10% degli acquisti transfrontalieri viene effettuato dai baby boomers in tutto il mondo”, afferma lo studio, rilevando un'eccezione. “Più di un quarto dei baby boomers canadesi afferma di fare acquisti all'estero. Una percentuale almeno tripla rispetto al resto delle nazioni esaminate”.
L'indagine offre una panoramica delle pratiche per settore e generazione. E sottolinea che la moda e il lusso sono in cima alla lista dei prodotti più ordinati online al di fuori del Paese d’origine di chi compra, davanti a scarpe e cosmetici. Perché andare a consumare su portali esteri? Per il 33% degli intervistati si tratta di scovare pezzi introvabili in loco, e il 33% cita anche la presenza di un'offerta più ampia. Inoltre, il 32% riferisce come ragione i prezzi più bassi (tasse incluse) e il 30% cita precedenti esperienze di acquisto transfrontaliere che sono andate bene.
Tra i motivi citati vengono poi i casi di indisponibilità di prodotti a livello locale (25%), il passaparola positivo da parenti (25%), la voglia di dare una possibilità a un portale estero (19%), i commenti positivi espressi dagli influencer (19%), o tempi di consegna simili a quelli offerti da siti più locali (18%).
Lo studio evidenzia inoltre il significativo margine di miglioramento di cui potrebbe beneficiare il commercio cross-border. Per gli acquisti di moda online, il transfrontaliero riguarda ancora solo il 23% della Gen Z, il 24% dei millennials, il 12% della Gen X e l'11% dei boomers. Nel lusso, le cifre vanno rispettivamente dal 26% al 6% per millennials e boomers, peraltro rispettivamente le due generazioni più rappresentata e meno rappresentata negli acquisti transfrontalieri di scarpe e cosmetici.
Le cifre mostrano anche che i marchi hanno una carta da giocare per vendere direttamente ai clienti stranieri. A seconda della generazione, tra il 60 e il 74% degli intervistati afferma di apprezzare l'esperienza d’acquisto condotta direttamente sui portali di marchi che preferiscono. Inoltre, tra il 47 e il 64% di essi si sente meglio connettendosi coi brand in questo modo. E tra il 50 e il 69% associa questi acquisti sui siti dei brand a promozioni più rilevanti. Di fronte alla forza dei marketplace, i portali dei brand mostrano quindi un bel potenziale nel commercio transfrontaliero.
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