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30 nov 2020
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E-commerce: con doppia identificazione a rischio 108 miliardi in Ue

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Ansa
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30 nov 2020

Vendite online a rischio in Europa per un valore pari a 108 miliardi di euro a causa di probabili errori di sistema, tempistica della transazione più lunga e abbandono dell'acquisto da parte del cliente. È questo il principale dato che emerge dal report 'Sca Economic Impact Assessment', realizzato dalla società di consulenza americana Cmspi, che ha analizzato l'impatto potenziale sulle vendite online nei principali Paesi europei della Strong Customer Authentication (Sca), in vigore dal 13 gennaio 2018 ma posticipata al prossimo 31 dicembre.

Unsplash


La direttiva europea Psd2 ha introdotto nuovi requisiti di autenticazione noti come Strong Customer Authentication (SCA), creati con l'obiettivo di ridurre le frodi e rendere più sicuri i pagamenti online. Il rapporto fornisce una stima delle vendite a rischio a seguito di transazioni che richiedono l'autenticazione a due fattori previsti dalla Sca. In Francia si stima una perdita pari a 18,8 miliardi, Germania (12,8 miliardi), Italia (13,8 miliardi), Spagna (20,1 miliardi), Belgio (547 milioni), Olanda (7,9 miliardi), Polonia (2,8 miliardi), Svezia (2,1 miliardi), Danimarca (977 milioni), Finlandia (1,5 miliardi), Islanda (316 milioni) e Norvegia (3,7 milioni). In Italia, nei due scenari ipotizzati da Cmspi, l'ammontare delle somme riconducibili alle vendite a rischio potrebbe oscillare tra gli 11 e i 13,8 miliardi di euro, a seconda che si consideri il 100% delle transazioni effettuate utilizzando il 3ds o una percentuale dell'80%.

Il principale elemento di criticità è rappresentato dalle "prestazioni di un protocollo di sicurezza a due fattori di identificazione, denominato Emvco 3d-Secure versione 2 (3DS2), che dovrebbe supportare tutte le transazioni online con carta di credito in Europa, che nel 2019 hanno superato i 320 miliardi di euro", spiega Toby MacFarlane, di Cmspi. "Oggi”, aggiunge, “molte banche, anche per i comprensibili ritardi nell'operatività determinati dall'emergenza Covid-19, non sono ancora pronte per consentire alle carte emesse di supportare il nuovo protocollo ed è improbabile che lo siano entro la scadenza del 31 dicembre".

Dal report realizzato da Cmspi emerge una situazione "allarmante per tutte le aziende dell'e-commerce", commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, il consorzio che associa le aziende italiane dell'e-commerce. Il dato che più "preoccupa è che tale situazione rischia di determinare un impatto molto significativo sulle imprese nazionali tenuto conto del fatto che il fatturato e-commerce italiano è la metà di quello francese e un terzo di quello tedesco. Questo determina una asimmetria competitiva tra il sistema digitale italiano e quello francese o tedesco. A subirne maggiormente l'impatto saranno in particolare le piccole e medie imprese che proprio grazie al canale online hanno avuto la possibilità di fronteggiare l'emergenza Covid convertendo il loro business in chiave digitale e continuando ad operare online anche dopo i mesi di lockdown".

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