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APCOM
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30 nov 2018
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Due terzi degli utili dei giganti del web tassati in Paesi a fiscalità agevolata

Di
APCOM
Pubblicato il
30 nov 2018

Nel 2017 circa due terzi dell'utile ante imposte dei big del software e del Web sono stati tassato in Paesi a fiscalità agevolata (Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi), con un risparmio di imposte pari a 12,1 miliardi, grazie a un tax rate effettivo del 31%, contro il 41% previsto. Nell'arco del quinquennio 2013-2017 il risparmio cumulato ha superato i 48 miliardi. E' quanto emerge dalla ricerca dell'Area Studi Mediobanca sulle Software & Web Companies.

Google - ANSA


La riforma fiscale varata dagli Stati Uniti nel dicembre 2017 ha tuttavia generato, sottolinea l'indagine, un gettito fiscale più ampio, con le WebSoft che hanno contabilizzato quasi 18 miliardi di imposte in più, in gran parte motivati dalla one-time transition tax conseguente al rimpatrio degli utili cumulati all`estero. In particolare Alphabet dovrà versare al fisco statunitense 8,5 miliardi di dollari, Oracle 6,5 miliardi e Facebook 2,1 miliardi.

La presenza in Italia delle multinazionali del software e del Web avviene tramite controllate la cui sede è collocata per la quasi totalità nelle province di Milano e Monza-Brianza. L'aggregato 2017 delle filiali italiane ha un fatturato di oltre 1,8 miliardi e occupa più di 7.700 persone (circa 1.100 dipendenti in più rispetto all'anno precedente). E il fisco italiano? Negli ultimi anni, sottolinea l'Area Studi di Mediobanca, la struttura fiscale di queste filiali è stata oggetto di approfondite indagini, l'ultima in ordine di tempo ha portato alla recentissima chiusura del contenzioso tributario con l`Agenzia delle Entrate da parte di Facebook che dovrà pagare oltre 100 milioni, facendo seguito agli altrettanti 100 milioni versati da Amazon e agli oltre 306 sborsati da Google.

Sulla tassazione delle grandi società del digitale, serve una risposta coordinata a livello globale. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella Lectio magistralis tenuta alla Universidad de Buenos Aires, da cui ha ricevuto la laurea honoris causa.

"Abbiamo la responsabilità”, ha detto il premier, “di affrontare le sfide globali che derivano dalla rivoluzione digitale. Penso alla formazione, soprattutto di voi giovani. Abbiamo bisogno di adeguati digital skills in tutti i settori produttivi, anche i più tradizionali. Diversamente, rischiamo di creare nuove fratture, tra aree geografiche e all'interno delle nostre società complesse. Penso all'elusione e all'evasione fiscale delle grandi società del digitale, che hanno una capitalizzazione ormai pari a quella di alcune economie del G20. Basti considerare che solo 19 stati al mondo hanno un PIL superiore alla capitalizzazione di Apple. La risposta qui dev'essere coordinata a livello globale. Ove ci si affidi esclusivamente al criterio della concorrenza tra ordinamenti giuridici, il rischio concreto è una corsa al ribasso (race to the bottom) con danni per tutti: i singoli Stati, pur di attirare gli investitori ed evitare il trasferimento all'estero delle sedi legali delle società, finiscono per offrire regolazioni sempre meno rigorose e giurisdizioni fiscali sempre più convenienti", ha concluso Conte.

Fonte: APCOM

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