Dopo un primo semestre complicato, Mulberry chiede il ritorno agli acquisti tax free in Gran Bretagna
Il marchio di accessori di lusso Mulberry ha reso noti i risultati del primo semestre del suo esercizio fiscale, vale a dire le 26 settimane concluse il 1° ottobre. La società ha definito la sua performance di buona "resistenza", con un leggero calo delle vendite. Il giro d’affari del gruppo nel periodo è sceso del -1% a 64,9 milioni di sterline (75,2 milioni di euro), a causa di vendite retail nel Regno Unito "influenzate dal contesto economico generale" e scese del -10% a 34,1 milioni di sterline, o 39,5 milioni di euro.

Sorprendentemente, le vendite retail in Cina sono invece cresciute del 6%, nonostante le restrizioni legate al Covid-19. Ciò ha contribuito all'aumento dell'1% del fatturato retail in Asia-Pacifico, che si è attestato a 11,9 milioni di sterline (13,8 milioni di euro). Le vendite retail internazionali sono rimaste sostanzialmente stabili a 17,5 milioni di sterline (20,2 milioni di euro).
La società ha anche affermato che i ricavi delle vendite online sono diminuiti del -15% a 16,3 milioni di sterline (18,9 milioni di euro) poiché gli acquirenti sono tornati nei negozi fisici.
Tuttavia, anche il fatturato realizzato nei negozi è sceso del -3%, a 35,3 milioni di sterline (40,9 milioni di euro). Tutto ciò si traduce in un calo complessivo delle vendite retail del -7%. I ricavi del canale franchising e wholesale sono invece aumentati del 32% a 13,3 milioni di sterline (15,4 milioni di euro).
Il margine lordo si è attestato al 71%, in salita rispetto al precedente 69%, grazie a “una focalizzazione sulle vendite a prezzo pieno e a un aumento della produttività".
La griffe ha però registrato una perdita ante imposte di 3,8 milioni di sterline (4,4 milioni di euro), rispetto a un utile di 10,2 milioni di sterline (11,8 milioni di euro) lo scorso anno. L'anno precedente aveva però beneficiato di 2 milioni di sterline (2,3 milioni di euro) di sgravi fiscali e di un utile eccezionale pari a 5,7 milioni di sterline (6,6 milioni di euro) relativo alla cessione del suo contratto di locazione parigino.
Il CEO Thierry Andretta ha dichiarato: "Abbiamo tenuto bene nel complesso, grazie in particolare alla forte domanda internazionale e ai continui investimenti nel Regno Unito".
Il manager ha però ribadito l’importanza di un ritorno agli acquisti detassati per i turisti stranieri in Gran Bretagna, che sono stati eliminati con la Brexit, affermando che gli acquirenti stanno evitando Londra a favore delle destinazioni europee. Ha aggiunto che in passato circa la metà delle vendite del negozio londinese di Mulberry in Bond Street proveniva dai turisti internazionali, contro meno del 5% oggi.
Andretta ha però evidenziato un "miglioramento del trend dei ricavi retail" nelle otto settimane precedenti il 26 novembre. Nella seconda metà dell'anno, l'azienda ha aperto un punto vendita nel gigantesco centro commerciale Battersea Power Station di Londra. Mulberry ha inoltre acquisito cinque negozi in Australia e tre boutique in Svezia precedentemente gestite da un franchisee.
La società ha dichiarato di essere "ben preparata per l’importante periodo delle festività natalizie", aggiungendo però che “permane l'incertezza relativa al contesto economico e geopolitico”.
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