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25 gen 2023
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Don the Fuller spinge sui mercati esteri

Pubblicato il
25 gen 2023

Recentemente, al salone Pitti Uomo 103, ha festeggiato i primi 10 anni di esistenza Don the Fuller, marchio della Accadenim di Corropoli (TE), che propone un total look donna/uomo con il fulcro nel jeans e che da classica start-up è stato autore di una decisa escalation. L’expertise del brand deriva dagli oltre 30 anni d’attività della società madre, una lavanderia industriale abruzzese che nel corso dei lustri ha saputo costruirsi un archivio stilistico.

Chiara Iachini all'ultimo Pitti Uomo con alcuni capi della Fall-Winter 2023/24 - G.B. - FashionNetwork.com


Nella collezione Fall-Winter 2023/24, caratterizzata per la presenza di molteplici ricami dorati e fiori, Don the Fuller parla di viaggi, recuperando ispirazioni, fit e lavaggi proprio dal suo ricchissimo archivio di capi vintage. C’è anche una capsule collection super-alta di t-shirt, felpe e camicie - ispirata al motivo delle coperte della tradizione abruzzese, che in alcuni modelli viene ricamato in lurex dorato. Ben 80 (sui 130 totali) sono i capi in denim, dalle diverse vestibilità, fit e colori, nell’ultima collezione del brand, composta per il 65% di vestiti da uomo.
 
“Il brand è partito con il menswear, ma col passare degli anni abbiamo inserito la donna, che ora ha un 35% di referenze sull’intera collezione”, spiega a FashionNetwork.com Chiara Iachini, figlia di uno dei quattro fondatori, Dino Iachini, nonché socia e direttrice commerciale di Don the Fuller.

C’è anche un profumo Don the Fuller, una fragranza unisex cui si affianca una piccola linea di accessori, con borse coi motivi della tradizione teramana realizzati da un’artigiana locale. “Tutti i nostri fornitori per taglio, confezione, ricamo e stireria si trovano in provincia di Teramo, e la maggior parte delle lavorazioni di Don the Fuller si svolge addirittura sul piazzale della nostra azienda”, assicura Chiara Iachini.

Don the Fuller, Fall-Winter 2023/24


Con un fatturato 2022 della Accadenim che ha superato i 2 milioni di euro, Don the Fuller ha una distribuzione che per l’80% è sviluppata ancora in Italia, presso 150 clienti di medio-alto livello, ed all’estero è diffuso soprattutto in Giappone, Corea del Sud e Olanda, ma anche in Francia e in Australia. Sono in corso trattative per approcciare in modo più concreto la Francia, penetrare in Germania e approdare negli Stati Uniti, in quest’ultimo caso anche grazie alla partecipazione alla fiera Coterie di New York.
 
Gli altri tre fondatori dell’azienda teramana sono Serafino di Gianmatteo, Mauro Cianti (il CEO) e Rinaldo Flemak (il designer dell’uomo, insieme alla sorella Sonia, che segue la donna). Il nome della label fa riferimento a un processo specifico del lavaggio, in realtà maggiormente utilizzato per la lavorazione della lana o dei feltri: la follatura. Perciò Don the Fuller starebbe per ‘Il signore della follatura’, ovvero dei lavaggi. “Essendo partiti come proprietari di una lavanderia industriale abbiamo voluto dare enfasi a quell’aspetto delle nostre competenze”, conclude Iachini, sottolineando come il progetto Don the Fuller sia nato sin dall’inizio anche per mettere sul mercato un prodotto dall’ottica realmente eco-sostenibile.

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