Dolce & Gabbana chiude la Fashion Week di Milano con una sfilata ardente e passionale
La sfilata domenicale di Dolce & Gabbana ha rischiato di essere annullata: la città è infatti stata posta in una condizione di semi-quarantena dopo i primi decessi legati al coronavirus in Italia, fra i quali uno in Lombardia.
La polizia locale ha insistito perché il marchio cominciasse il défilé in perfetto orario e rinunciasse alla sua tradizionale mezz’ora di ritardo. In caso contrario, le autorità minacciavano di annullare completamente l'evento.
Le decine di buyer e giornalisti non arrivati in tempo sono dunque stati costretti ad assistere al lancio dello show dalle gallerie superiori dello spazio abitualmente utilizzato da Dolce & Gabbana per le loro sfilate, su Viale Piave, nel centro di Milano.
Come per la sfilata di prêt-à-porter maschile dello scorso gennaio, la coppia di creativi ha messo l’accento sull'artigianalità e le abilità manuali italiane. Una mezza dozzina di artigiani nello loro botteghe — orafi, calzolai e sarte — accoglievano gli ospiti all'arrivo nella hall d'ingresso. Sullo sfondo, il brand aveva scelto di proiettare una serie di clip in bianco e nero che illustravano diversi mestieri tradizionali — incisori, ricamatori o doratori.
Inoltre, Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno utilizzato un gran numero di tessuti solitamente riservati all’abbigliamento maschile: gessati in lana da banchiere color grigio chiaro, micro-gessati glitterati e pied-de-poule grafici. Il tutto per confezionare abiti da maschiaccio dandy nel suo tempo libero, con giacche doppio petto e pantaloni tagliati corti sopra la caviglia.
Il che non ha impedito a Dolce & Gabbana di esprimere la sua visione barocca, e di proporre più versioni del proprio archetipo della vedova felice: négligé traslucidi in chiffon e raso di seta, e uno splendido abito a quadri con allacciato un allettante corsetto. Nella colonna sonora, la rimpianta Amy Winehouse languiva nei suoi famosi pezzi "Valerie" e "Our Day Will Come".
La collezione si chiama “Fatto a Mano”, in omaggio a questa tradizione artigianale che esiste ancora in Italia. Del resto, molti outfit evocavano l’Alta Moda, in particolare parecchi peacoat e varie gonne, entrambi tempestati di perle. Le modelle indossavano sensuali stivali con lacci, e spesso lasciavano cadere le camicie con noncuranza sulla spalla.
Ancora una volta, come a gennaio, gli stilisti italiani hanno chiuso questa sfilata di moda dall’estensione impressionante (122 look) con molti cappotti e mantelle di lana, il tipo di tessuto che associamo ai pastori calabresi in una fredda notte d’inverno.
Nel finale, una folla di modelle ha invaso la passerella; poi la coppia di designer ha salutato il pubblico, prima di baciare il loro fan americano preferito, l'influencer Cameron Dallas.
Una collezione originale e intelligente, certo, ma l’atmosferà plumbea e cupa che si è diffusa in questo fine settimana milanese ne lascerà purtroppo un ricordo amaro. Basti ricordare che Giorgio Armani ha organizzato la sua sfilata a porte chiuse, solo due ore dopo lo show di Dolce & Gabbana. Nello stesso momento, di fronte al quartier generale dello stilista italiano, nel centro artistico Armani Silos, si vendevano ancora i biglietti per entrare alla mostra retrospettiva del fotografo Peter Lindbergh.
Ad aggiungere confusione a questa atmosfera lunatica, la Camera Nazionale della Moda Italiana ha annullato la cerimonia di assegnazione dei premi "Camera Buyer Italia - Fashion Hub" prevista per domenica sera, e un secondo evento dedicato alla creazione emergente, che doveva svolgersi lunedì.
In un comunicato, la Camera sottolinea tuttavia “che il penultimo giorno della Settimana della Moda di Milano si è svolto integralmente. Alcuni marchi hanno deciso di organizzare le loro sfilate a porte chiuse, altri hanno deciso di aprire i loro eventi al pubblico, ma solo per un numero limitato di professionisti, per non mettere in discussione tutto il loro duro lavoro degli ultimi mesi”.
All'inizio della settimana, tutti i passeggeri che arrivavano a Milano erano stati sottoposti a prove della temperatura corporea. Perciò, domenica sera, si avvertiva un particolare senso di sollievo tra i protagonisti del circo della moda, ritrovatisi tutti all’aeroporto di Linate per spostarsi a Parigi.
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