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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
7 dic 2020
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Dolce & Gabbana svela per la prima volta la sua alta moda sul web

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
7 dic 2020

Mentre i fiocchi di neve cadevano su Milano nella grigia mattinata del 2 dicembre, le luci brillavano a Palazzo Labus, sontuoso palazzo ottocentesco su Corso Venezia di proprietà di Dolce & Gabbana. Entriamo, e al primo piano, nell'enorme soggiorno illuminato da una fila di lampadari e rischiarato da grandi specchi, sei donne chiacchierano ridendo sui divani di velluto rosso. In un abito lungo di pizzo nero o in un completo di seta, avvolte in ricchi cappotti ricamati o foderati, impreziosite da gioielli preziosi, con corone e diademi che decorano i loro capelli bianchi o argentati, sembrano tutte uscite dalla famosa scena del ballo del film Il Gattopardo, di Luchino Visconti.


Due look più "giovani" della collezione Alta Moda - ph Dominique Muret


Questa scena mitica, in cui l’aristocrazia siciliana celebra il suo fasto decadente, s’interrompe improvvisamente con l'entrata in scena di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, che vengono ad intrattenere le attempate modelle dall'aspetto orgoglioso, la cui decana, dalla sorprendente bellezza, ha ben 83 anni. Per metterle a loro agio, Domenico chiede che si porti loro da bere. “Le signore hanno bisogno di un cordiale, portateci uno champagnino”, invita, confidando a parte: “Sono stupende”.
 
Presto arriva il loro momento per sfilare, ed alcune, reclutate tramite un casting di strada, sono al debutto nella moda. L’emozione è palpabile, ma si dissolve rapidamente nell'atmosfera distesa che regna nel palazzo. Come testimoniato dalle risatine sommesse o sussurrate provenienti dalla stanza accanto, dove alcune giovani ragazze aspettano di essere chiamate per andare a ballare davanti alla telecamera a un ritmo elettronico.

Portano parrucche colorate (giallo, rosa, celeste, malva) e indossano abiti lunghi in tulle vaporoso, oppure creazioni più corte, stile tutù, punteggiate di stelle d'argento. L’estetica è chiaramente più sfacciata di quella delle loro "nonne", e anche quasi street, ad esempio con top scollati e mini shorts che si rivelano sotto un maxi cappotto in piume rosse.


Domenico Dolce accoglie le nonne modelle per un giorno - ph Dominique Muret


Mentre l'Europa si trova ancora nella morsa della seconda ondata dell'epidemia di Covid-19, la griffe milanese di moda e lusso ha deciso eccezionalmente di svelare le proprie collezioni sartoriali attraverso tre film, che saranno trasmessi nei prossimi giorni. Quello dell’alta gioielleria il dicembre, la collezione Alta Moda l’8, e quello per la linea uomo Alta Sartoria il 9.

Lontano dai clamori della settimana parigina della Haute Couture, Dolce & Gabbana ha lanciato il suo progetto d’alta moda nel 2012, decidendo di presentarlo esclusivamente in Italia, ogni volta in un luogo emblematico, come Venezia, Capri, Palermo, Agrigento, o Firenze lo scorso settembre, attraverso sontuose collezioni che mettono in luce il know-how e la tradizione degli artigiani del Bel Paese. Alla linea femminile, chiamata semplicemente "Alta Moda" si è aggiunto nel luglio 2014 il suo contraltare maschile, battezzato "Alta Sartoria".
 
Per questa nuova edizione invernale, il duo di stilisti ha scelto di celebrare la famiglia, tema a loro molto caro, da qui la scelta di questo casting misto tra modelle giovanissime e anziane. “Ci sono nonne, zie, nipoti, cugine. L’idea è di restituire quella contaminazione che esiste all'interno della famiglia, dove regna la diversità. Ma nella diversità c'è l’amore, la bellezza. Certo, le giovani sono più ribelli, ma una volta diventate adulte, tornano alla tradizione”, sorride Domenico Dolce, commosso da una delle modelle con la sua lunga treccia argentata sulla schiena, che gli fa pensare tanto a sua madre.

Un momento di relax tra due scatti - ph Dominique Muret


“Abbiamo voluto riunire nella stessa collezione diverse generazioni che si mescolano assieme, con da una parte donne più mature dallo stile classico e più tradizionale e dall'altra giovani con look più creativi, influenzate da questo nuovo mondo in cui viviamo, dove tutto accade sui social network. Negli anni ‘80, i giovani adottavano una sorta di uniforme. Oggi c'è più libertà”, osserva Stefano Gabbana.
 
La collezione di 71 silhouette è composta da pezzi unici, le cui foto con tutti i dettagli tecnici di lavorazione verranno inviate a circa 400 selezionatissime clienti della casa di moda, disseminate tra Stati Uniti, Cina, Giappone, Europa in generale, Russia, Brasile, Messico e Medio Oriente. Donne ormai raggiunte dalle loro figlie… “Per la maggior parte di queste clienti, abbiamo già il manichino con le loro misure. Per quanto riguarda le nuove clienti, avranno la possibilità di rivolgersi ai nostri negozi in tutto il mondo, visto che questa volta non abbiamo potuto invitarle a una sfilata fisica”, spiega lo stilista.
  
Man mano che le riprese proseguono nei vari saloni e nel cortile coperto al piano terra, truccatori e parrucchieri preparano gli uomini, che passeranno all’azione nel pomeriggio. All'angolo di una porta incontriamo un giovane pieno di tatuaggi e piercing. È il pianista e compositore Davide Locatelli, fenomeno della musica crossover in Italia, che vestirà musicalmente il minifilm. “Ho rivisitato brani classici per pianoforte con orchestrazioni moderne”, ci sorride, senza aggiungere altro.

Un modello della collezione "Alta Moda" - ph Dominique Muret


Nel frattempo tecnici e cameramen si muovono di stanza in stanza in un balletto sincopato, dove le modelle si susseguono incrociandosi solo in piccoli gruppi nei loro abiti da principesse, come la modella che indossa un vestito in tulle color crema con lo strascico con sopra applicate dei foulard di seta sui quali sono stampati i tradizionali cartelloni del Teatro alla Scala, il tempio milanese della lirica.
 
I riferimenti alla città di Milano sono numerosi, dalla Scala al Duomo, la famosa cattedrale la cui silhouette è disegnata su un abito di raso bianco. “Tutta una parte della collezione è incentrata sull’idea della sartoria classica, ispirandosi a decorazioni barocche, come i motivi su quest’arazzo in tessuto broccato che abbiamo ripreso su un cappotto di astrakan e castoro”, ci mostra Domenico Dolce, indicando la tappezzeria dell'ampio salone.
 
Altrove, è il rivestimento in foglia d'oro intagliato sopra le finestre che si ritrova su un abito di lana pied-de-poule. “Si tratta di decorazioni che rimandano al passato, al periodo barocco, alla memoria. Come l’abito che celebra La Scala, che ci manca così tanto quest'anno”, conclude Domenico Dolce, prima di tornare a controllare gli ultimi dettagli su ogni modello.

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