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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
4 set 2020
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Dolce & Gabbana: Alta Moda come rinascita a Firenze

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
4 set 2020

Nostalgia per un’epoca più innocente, quella in cui l'Italia stava uscendo da un altro grande dramma. Questo è stato il tema della sfilata d’Alta Moda di Dolce & Gabbana a Firenze giovedì sera, la prima collezione di moda femminile mostrata sul pianeta da una grande casa di moda dal lockdown di questa primavera.

Domenico Dolce e Stefano Gabbana - Dolce & Gabbana - Alta Moda - Firenze - Dolce & Gabbana


Nello specifico, vi si percepiva una certa malinconia per un evento svoltosi a Firenze nel 1951, quando l'imprenditore Giovanni Battista Giorgini organizzò nella sua villa privata la Prima Stagione dell'Alta Moda Italiana, segnando così uno spartiacque: la prima stagione di prêt-à-porter femminile in Europa, la scintilla iniziale dello sviluppo dell'industria della moda in Italia, e sostanzialmente anche il riemergere della nazione dall'oscurità della seconda guerra mondiale.
 
Domenico Dolce e Stefano Gabbana hnno infatti chiamato questa collezione “Rinascita”, con un voluto accostamento a “Rinascimento”, il titolo della collezione di abbigliamento maschile sartoriale della sera precedente, che ha sfilato nel municipio di Firenze.

Nel febbraio 1951, quella prima minuscola "stagione" con 10 piccoli stilisti locali – nomi come Emilio Pucci, Emilio Schuberth e le Sorelle Fontana – attirò solo sei buyer, ma fu un evento eccezionale, il quale fece sì che riviste di moda e stampa internazionale cominciassero a parlare di moda italiana. Inoltre, proprio come l'astuto Giorgini ha invitato gli artigiani locali a presentare le loro migliori idee a quei buyer nordamericani che convinse a venire a Firenze, questa settimana il marchio milanese Dolce & Gabbana aveva oltre una trentina di piccole aziende artigianali a collaborare alla sua affascinante invasione di Firenze.
 
Il risultato finale è stato un'esibizione spesso brillante di solare slancio e ottimismo italiani, sebbene concretizzati in silhouette retrò, che ricordano quell'epoca più gentile e garbata.

Dolce & Gabbana - Alta Moda - Firenze - Dolce & Gabbana


Al calar del crepuscolo sulla capitale del Rinascimento, le prime modelle hanno disceso le scale del giardino di Villa Bardini, che spazia con vista spettacolare sul fiume Arno. Ha dato il via allo show uno splendido abito di crinolina con una meravigliosa illustrazione del Duomo, accessoriato con una collana di rubini da molti milioni di euro e un delizioso cappello a forma di iris. Eleganza sontuosa ovunque – dall’abito da ballo in raso con una stampa di Palazzo Vecchio sormontato da piume nere scintillanti di cristalli, al morbido cappotto di seta a trapezio decorato con un’immagine ad acquerello di Ponte Vecchio.
 
Prima che Domenico e Stefano ingranassero la quinta nel finale. Da un tris di meravigliosi abiti, bustier e giacche di paglia tutti dorati che richiamavano i primi anni Cinquanta, fino a un abito da uccello del paradiso composto di decine di piume di gallo color giallo canarino.
 
Nel dopo-show, gli ospiti hanno cenato all'aperto su tavoli ben apparecchiati con superbi centrotavola d'argento, per gentile concessione di Pampaloni, realizzati a partire da disegni risalenti al XVI secolo. Una cena dalle sfumature dorate, perché ogni piatto era completato con una foglia d'oro commestibile, per gentile concessione di Giusto Manetti, compreso il secondo piatto: un filetto di manzo dorato. Pampaloni e Manetti erano due degli artigiani locali che hanno contribuito alla tre giorni di eventi di Dolce & Gabbana, nella quale si sono potuti ammirare anche uno showroom di Alta Gioielleria, una sfilata di abbigliamento maschile su misura e una degustazione di vini nella cantina del più grande produttore di vino italiano di qualità, Antinori.
 
“L'immagine della moda al giorno d'oggi è di un qualcosa di molto grande: sfilate gigantesche, enormi boutique e una massiccia copertura sui social media, ma gli artigiani hanno attività di piccole dimensioni. Letteralmente, quando li visiti, i loro laboratori sono molto piccoli. Ti trovi faccia a faccia con loro non appena ne varchi la soglia!”, ha ridacchiato Domenico Dolce, che quest'anno ha visitato Firenze otto volte, incontrando individualmente ciascuno degli artigiani.

Dolce & Gabbana - Alta Moda - Firenze - Dolce & Gabbana


Dopo aver sfilato fino in fondo alle scale ed essere tornato indietro, il cast ha posato davanti a un pergolato di rose rosa giganti e bouganville cremisi. Che si tratti di un cappotto di pizzo semitrasparente rifinito con gigli gialli e guarnito con ermellino o di un delizioso abito da cocktail di tulle bianco con piccoli boccioli di fiori fatti a mano, l'artigianalità di queste creazioni è impeccabile.
 
I due stilisti sono usciti a salutare il pubblico con la musica del duetto di Luciano Pavarotti e Joan Sutherland sull’aria Libiamo Ne’ lieti Calici e in cielo uno spettacolo pirotecnico, mentre sullo sfondo si stagliava la neogotica Basilica di Santa Croce, dove sono sepolti Michelangelo e Galileo.
 
Anche questo finale ha rappresentato una sorta di ulteriore esibizione by Dolce & Gabbana per i designer, e la loro infinita canzone d'amore intonata al Bel Paese. 
 
“Questo è quello che facciamo. Il nostro mestiere è creare moda italiana. Ed è quello che le persone si aspettano quando vengono a vedere Dolce & Gabbana – Italia”, ha concluso Dolce.

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