Dior uomo, Primavera 2022: da Bohan ai grandi felini
Forse, almeno per una stagione, la gente potrebbe ribattezzare il marchio Dior con il nome di Christian Bohan.
Per la sua ultima collezione per Christian Dior, infatti, il direttore creativo dell’abbigliamento maschile della maison francese, Kim Jones, ha incanalato nelle proprie creazioni numerose idee prese da quelle dell’ex direttore creativo del marchio, Marc Bohan, il designer che ha avuto il regno stilistico più lungo nella storia della casa di moda parigina.
In una collezione elegante e giocosa, Jones ha ripreso l’emblema "CD" di Bohan riproponendolo come un cuore d'amore; e ha utilizzato le grafiche di quel designer in look estivi sportivi all’americana.
“Per la collezione uomo Primavera 2022 abbiamo esaminato molte creazioni Dior d'archivio degli anni '60 di Marc Bohan e abbiamo rivisitato alcuni classici della Maison che avevamo già scelto come base per muoverci più oltre per la prossima stagione; una sorta di aggiornamento. Abbiamo riesaminato tutti i suoi più grandi successi e le cose che ci è piaciuto fare di più nel rigenerare l'Atelier Christian Dior. Abbiamo esaminato le diverse tecniche che avevamo adottato, come i motivi floreali, e ci siamo concentrati sui design di Marc Bohan degli anni '60”, ha detto Jones a FashionNetwork.com.
Bohan succedette al successore di Dior, Yves Saint Laurent, nel 1960, quando questi partì per il servizio militare, e continuò a guidare la maison per quasi tre decenni, fino al 1989, quando gli subentrò Gianfranco Ferré. Monsieur Dior, che ha messo in scena il suo primo défilé per la casa di moda di Parigi il 12 febbraio 1947, è vissuto solo per un altro decennio, prima di perire per un improvviso malore mentre si trovava alle terme di Montecatini, in Toscana.

Sebbene Bohan sia stato meno acclamato dalla critica rispetto a molti dei successori di Dior, sia Jones che il direttore creativo del womenswear Dior, Maria Grazia Chiuri, hanno spesso fatto riferimento a Bohan nei loro progetti, immergendosi nel suo approccio giovanile, nelle sue grafiche e nella sua sapienza commerciale.
Inoltre, il passaggio di Jones da Vuitton a Dior lo ha visto fiorire come sarto: dai pantaloni fluttuanti e languidi dal taglio ideale alle giacche iper-fresche strette in vita con cinture abbinate, tagliate con risvolti lunghi e profondi.
Kim si è anche mostrato favorevole all’uso di stampe con grandi felini per la maglieria, facendo leva su cardigan in cashmere con motivi leopardati verdi o su maglioni beige a collo alto. Ancora una volta improvvisando scherzosamente su elementi d’archivio, come quando ha citato le stampe leopardate che Monsieur Dior mostrò nel 1947 nella sua collezione di debutto per il marchio, quella linea spartiacque che notoriamente venne soprannominata “The New Look”.
Altre idee interessanti includevano un maglione Aran a girocollo con taglio a V sulla scollatura e una serie di giacche Eisenhower con tasche dalle patte superiori e inferiori oblique. Elementi visti in morbidi shearling reversibili, lane fini o nylon.

Un mood americano: dalle magliette da baseball con logo a una giacca college nera e grigia con la scritta "Christian Dior Atelier, Paris Avenue Montaigne 47", che si riferisce all'anno di fondazione della maison.
Ma soprattutto, Jones ha creato tanti accessori accattivanti: da varie nuove borse Dior “Saddle”, indossate con tracolle incrociate, ad una intelligente weekender ‘fusa’ con la borsa “Lingot”, fino ad alcune nuove e graziose sneakers “B30”.
Bohan e Monsieur Dior avrebbero sicuramente approvato.
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