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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
11 ago 2022
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Dior si rafforza in Italia con la sua prima fabbrica di calzature da uomo

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
11 ago 2022

Christian Dior nutre grandi progetti per l’Italia. Il marchio di punta di LVMH, le cui vendite sono cresciute costantemente negli ultimi anni, sta rafforzando le proprie capacità produttive nel Bel Paese attraverso partnership con produttori locali, ma anche creando in loco delle nuove strutture, come il suo primo stabilimento dedicato alle scarpe da uomo e alle sneakers che dovrebbe essere aperto il prossimo settembre a Fossò, in provincia di Venezia, proprio di fronte al suo sito dedicato alle scarpe da donna.

La maggior parte delle scarpe del marchio sono realizzate a mano nello stabilimento di Fossò - Dior


È negli anni '90 che il gruppo transalpino del lusso decide di dislocare parte della propria produzione in Italia. Il processo è culminato nel 2003 con l'acquisizione di Rossimoda, prestigioso produttore di scarpe di alta gamma, situato vicino a Padova, nel distretto italiano delle calzature di lusso, la celebre Riviera del Brenta che si estende fino a Venezia. L'azienda fa parte della divisione Moda & Pelletteria di LVMH e oggi produce le collezioni di scarpe di Givenchy, Celine e Pucci, con le più grandi maison del gruppo che nel frattempo si sono dotate delle proprie manifatture.

Come Dior, che ha scelto la stessa cittadina veneta di Fossò per inaugurarvi nel 2015 il suo stabilimento, dove oggi 170 persone sono impegnate a sviluppare e realizzare, nella più pura tradizione dell'haute couture, le scarpe da donna più sofisticate del brand, in particolare i prototipi per le sfilate e gli showroom.

Al riparo da occhi indiscreti, negli uffici silenziosi della manifattura, che aprirà i propri ambienti il 15 e 16 ottobre nell'ambito delle Journées Particulières, i disegni della direttrice artistica Maria Grazia Chiuri e dello studio si traducono in prodotti finiti. Come scarpe - che richiedono quasi quaranta componenti diversi. Così le famose décolleté “J'Adior”, con il loro nastro come cinturino posteriore, sono costituite da 42 pezzi diversi. Oggetto di tutti i tipi di variazioni possibili, la calzatura emblematica della casa viene creata in questo anonimo laboratorio, dove alcuni modelli vengono personalizzati secondo i desideri del loro proprietario. Alcuni clienti vi fanno persino incidere sulla suola la data del loro matrimonio!
 
Senza la minima esitazione, un artigiano disegna a mano libera il modello della calzatura direttamente sull'ultimo piede di legno ricoperto di carta bianca, che verrà poi delicatamente staccata e scansionata, per essere sviluppata da un software di disegno 3D. Tutte le misure sono pazientemente inserite su un cartamodello, con le linee che delimitano le diverse parti che andranno a comporre la scarpa, le cuciture, le imbottiture, le impunture, ecc. Il punto di partenza è manuale e incorpora anche la tecnologia per accelerare il processo. Tutti i modelli sono sviluppati in quattro taglie (35, 37, 39 e 41), poi testati su persona reale in diversi momenti della giornata per verificare la calzata e affinare la linea della curva del piede, che deve essere continua e deve abbracciare tutte le dita dei piedi. Un passaggio che richiede da quattro a cinque prove.

Allo stesso tempo, nel suo laboratorio pieno di rotoli di tutti i colori, il responsabile del campionario materiali deve andare alla ricerca di tessuti, pelli, fodere o laminati che verranno utilizzati per sviluppare la collezione di scarpe traendo ispirazione da quella degli abiti e della loro tavolozza. È una corsa contro il tempo per essere pronti giusto per la sfilata. Le tre settimane di cui disponevano un tempo si sono ridotte a 15-10 giorni, durante i quali sarà necessario interpretare lo stile della collezione nel modo più accurato possibile, passando da 18 tonalità iniziali a 3 colori essenziali, garantendo al contempo l’approvvigionamento dai fornitori.

Il calzaturificio di Fossò sarà presto collegato ad un altro sito produttivo - Dior


Una volta selezionate e acquistate le pelli, la loro qualità viene verificata dagli esperti della griffe, che le tirano in tutte le direzioni e segnalano con una matita gli eventuali difetti, prima di abbozzare i pezzi da tagliare. Più avanti, il pezzo di pelle viene tagliato, incollato al tallone e quindi cucito a mano. Il gesto è preciso, meticoloso, rapido e deciso. Riuniti al centro di una grande stanza in mezzo alle macchine, tanti artigiani in camice bianco eseguono le rifiniture finali, aghi alla mano, controllando gli ornamenti di alcuni preziosi modelli. All'occorrenza cuciono le perle lillipuziane mancanti o dei mini strass. Da due anni, a causa del Covid, la direzione ha fatto la scelta della versatilità, lasciando ai suoi artigiani la possibilità di svolgere diversi compiti. È anche un modo per rendere la professione più diversificata e attraente per i giovani.
  
Il marchio francese dispone nella stessa regione italiana, poco distante dal calzaturificio, di uno stabilimento di pelletteria a Caselle di Selvazzano, vicino a Padova. Entro la fine dell'anno dovrebbe inaugurare, ancora a Padova, “un nuovo centro logistico, distributivo e di controllo dei tessuti”, ha detto a marzo al Corriere della Sera l'amministratore delegato della griffe, Pietro Beccari. Il gruppo desidera creare un centro di produzione integrato per migliorare ulteriormente la propria conoscenza del prodotto, padroneggiare i diversi know-how e apportare dell’innovazione, diventando ancora più reattivo.
 
Con il suo nuovo stabilimento di Fossò, la cui apertura è prevista per settembre, Dior vuole soddisfare la crescente domanda di scarpe da uomo e soprattutto di sneakers. La maison parigina da qualche anno si è anche rivolta verso le scarpe sportive, moltiplicando le collaborazioni di successo. Ad esempio con Nike, Travis Scott e più recentemente con ERL.
 
Accanto a questi due stabilimenti, Dior nello Stivale può anche contare su due siti di pelletteria a Napoli, su un altro a Firenze e su una manifattura di borse a Lugagnano Val D'Arda, località situata tra Parma e Piacenza. A queste risorse si aggiunge il recente laboratorio di produzione borse inaugurato a fine febbraio a Casarano, nel Salento, in collaborazione con il produttore locale Antonio Filograna-Sergio. Un sistema che il marchio del lusso intende rafforzare con nuovi importanti progetti nella Penisola, ancora incentrati su borse e scarpe, che dovrebbero essere svelati nei prossimi mesi.

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