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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
1 mar 2022
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Dior: Era Successiva, New Look

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
1 mar 2022

Una collezione improbabile, ma notevolmente esuberante, quella proposta da Dior in questa stagione, in cui Maria Grazia Chiuri ha miscelato le nuove tecnologie dell'abbigliamento a una nuova visione delle donne dei grandi maestri del Rinascimento.

 


Mantenendo una tradizione di Dior, l'ambientazione era davvero fantastica. Una serie di circa 200 dipinti falsi, realizzati da Mariella Bettineschi insieme a un'opera d'arte gigante intitolata “Era Successiva” realizzata su misura per Dior, con versioni in bianco e nero di grandi ritratti di donne.
 
A copertura dell'intero spazio espositivo, una tenda costruita all'interno dei Giardini delle Tuileries. Ironia della sorte, a pochi passi dalle gallerie di pittura del Louvre. Con il pubblico più numeroso visto a una sfilata da quando è scoppiata la pandemia.

Il défilé era ispirato alle gallerie di dipinti emerse nell'Europa occidentale dal XV secolo in poi. Collezioni nelle quali re, regine e grandi mecenati d'arte esibivano dipinti appesi dal soffitto al pavimento, fino a coprire tutte le loro pareti e i muri dei propri saloni.
 
Immagini di grandi maestri – tra cui Leonardo, Manet, Botticelli e Goya – tutte di donne: regine, infante, duchesse, cortigiane e odalische. L'unica regina mancante sul muro era Rihanna, in stato interessante, che è arrivata con 40 minuti di ritardo indossando stivali a punta completamente neri, biancheria intima e negligé trasparente, un look che le consentiva di esporre volutamente il suo pancione ora ben visibile.
 
Bettineschi ha raddoppiato gli occhi di molti ritratti, per invitare a guardare di nuovo le donne nella storia dell'arte e le opinioni degli artisti sulle donne. Che è quello che ha fatto anche Grazia: reinterpretando i codici storici e i design di Dior con un tocco moderno.
 
La sua prima scelta? La bar jacket, non vista però come incarnazione della femminilità, ma più come espressione di potere. Benvenuti a una nuova tecnologica bar jacket, realizzata così dopo che Dior ha collaborato con D-Air Lab per creare un nuovo body hi-tech, attraversato da air bag e rifinito con tessuti termici isolanti e leggeri. Secondo quanto riferito da varie testimonianze, l'imbottitura originale per la classica bar è stata acquistata in un negozio di abbigliamento locale da Pierre Cardin, l'assistente di Dior. La versione 2022 ha la pelle all'esterno come imbottitura protettiva.
 
Circa una dozzina i pezzi sperimentali, tra i quali corsetti tecnici, protezioni da motociclista per la schiena e robuste spalline imbottite; alcuni fatti per essere venduti, altri per future mostre. E poiché D-Air Lab è una divisione di un produttore di giacche da moto, ecco apparire tanta attrezzatura da motociclista, in particolare guanti protettivi lunghi fino al gomito, anche indossati con abiti da sera.
 
La stilista italiana si è inoltre concentrata sulle famose décolleté di Roger Vivier per Dior, l'unico caso nella storia del marchio in cui un altro designer ha avuto il suo nome su un'etichetta Dior. Grazia ha reinventato le calzature di Vivier come scarpe sportive pump e come stivali da motociclista, molti rifiniti con il mughetto, il fiore simbolo di Christian.
 
Anche Monsieur Dior era nei pensieri di Maria Grazia, che ha tratto ispirazione da una parete di seta ricamata che un tempo si trovava nell'appartamento di Christian nel XVI arrondissement. Un'immagine intitolata “Jardin d'Hiver”, che ha costituito la base del motivo che ha utilizzato nell'ultima edizione delle sue tote bag di tessuto per Dior, la borsa firmata di maggior successo al mondo negli ultimi cinquant'anni.
 
Gran parte del suo processo creativo è stato alimentato dalla lettura degli scritti del suo predecessore italiano Gianfranco Ferré, in cui l’ex architetto ha riflettuto sulla propria trasformazione in designer di prêt-à-porter in Italia, al culmine di un'enorme esplosione di design e creatività negli anni '70 e '80. Prima di approdare in Dior negli anni '90 e scoprire il mondo ancora più rarefatto della haute couture.
 
“Sapete, penso che sia giunto il momento di ricordare che le persone hanno bisogno di iniziare a leggere molto di più; e di pensare e riflettere. Non basta più mettere un'emoji sui social media”, ha concluso Grazia.

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