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Ansa
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Pubblicato il
15 nov 2008
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Dimagrisce anche la cravatta
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Ansa
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15 nov 2008
15 nov 2008
(ANSA) - PARIGI, 14 NOV - Torna di moda la cravatta ma col lifting e dimagrita. Diversa da quella di un tempo, più fine, non necessariamente tagliata a punta, realizzata in tessuti moderni o insoliti come la maglia, e con le applicazioni svariate, dalla pelliccia, alle piume, alle perle, o motivi surrealisti e astratti.
Soprattutto - insiste la stampa specializzata francese - va spesso portata in modo casual, morbida sul collo, e con disinvoltura per tutte le occasioni. Sono gli stilisti ad interessarsi a lei, a farla diventare parte delle loro creazioni, a lavorarla quasi più di un abito, a elevarla ad elemento essenziale del nuovo chic.
Prima la cravatta veniva portata - da molti di malavoglia - in circostanze obbligate, era il simbolo della classe dirigente o peggio un accessorio demodé, addirittura le grandi maison di moda l'acquistavano da produzioni esterne, sotto licenza (il modello era più o meno sempre lo stesso).
Oggi è invece in corso una piccola rivoluzione: le cravatte vengono disegnate dagli stessi stilisti, secondo logiche proprie, senza standard, a volte sono ridotte a semplici laccetti. "La cravatta rappresenta per l'uomo quello che i gioielli sono per la donna. E' un accessorio che ha una sua autonomia che da solo permette di cambiare lo stile di una silhouette", osserva Lucas Ossendrijver, direttore creativo delle collezioni uomo per Lanvin sotto la direzione artistica di Alber Elbaz.
E' un criminale di classe, quasi un gentleman, l'uomo con la cravatta, alla Henri Verneuil nel film 'Colpo grosso al casino'' (1963) con Alain Delon, dell'ultima collezione di Louis Vuitton. La cravatta si colora invece con simboli di mongolfiere, treni a vapore, orologi alla Dalì, per l'uomo viaggiatore della collezione 'Il giro del mondo in 80 giorni' di Viktor & Rolf.
La tendenza a far diventare la cravatta più fine, passando dai classici 9,5 centimetri di larghezza fino a 6 centimetri dei modelli più recenti, era stata inaugurata nel 2000 da Hedi Slimane, direttore artistico di Dior Homme. Nel giro di pochi anni gli stilisti hanno cominciato ad adottarla, prima timidamente, fino a farla diventare un must delle proprie collezioni.
Persino Lacoste la fa portare sulle sue polo, colletto rigorosamente abbassato, tagliata in maglia e non in tessuto per un effetto più morbido. La cravatta diventa anche libertina, seppur per una buona causa, la lotta contro l'Aids, per Hermes che l'ha lanciata viola, diventato colore dell'anno dopo che la premiere dame Carla Bruni l'ha adottato per il suo guardaroba, con un taschino nella parte interna porta-preservativo
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