7 giu 2015
Diego M inaugura il primo flagship a Milano, mentre il fatturato vola a un +42%
7 giu 2015
Il marchio di pellicceria e abbigliamento Diego M sta per inaugurare il suo primo flagship store (di 150 metri quadri) in fondo a Corso Venezia, al civico 8, vicino alla chiesa di San Babila. “Si tratta del primo monobrand che inauguriamo in Italia, e farà da concept di base per gli altri negozi Diego M. che apriranno su richiesta dei clienti in molte importanti capitali del globo, come Parigi, Mosca, New York. In 5 anni, puntiamo a completare questo piano con una decina di inaugurazioni di negozi nelle città europee più importanti”, rivela a FashionMag proprio il titolare dell'azienda, lo stilista e imprenditore Diego Mazzi.
Un Corso Venezia che, per inciso, è in trasformazione. Dal lato dei numeri pari dove inaugurerà Diego M, dopo la recente apertura di Roy Roger's, Christofle si sta rifacendo il look. Più movimenti invece dal lato dei civici dispari: dopo Zara Home, che ha aperto il suo più grande flagship store al mondo estendendosi negli adiacenti spazi ex P Zero, si allarga anche NeroGiardini con una nuova estetica. Il marchio di calzature guidato da Enrico Bracalente aggiungerà 2 vetrine alle 3 che già possedeva, essendosi aggiudicato gli spazi lasciati liberi da Burberry Brit, mentre al civico 7 quasi contemporaneamente hanno chiuso Henry Cotton's e la storica “Rosticceria Leoni”. Al loro posto i rumours parlano dell'arrivo di Victoria's Secret grazie all'imprenditore bergamasco Antonio Percassi, scelto come "franchising partner" per l'Italia dal marchio statunitense.
Tornando a Diego M, il suo negozio di Milano è in gestione diretta, ma lo stilista rivela che alcuni dei prossimi punti vendita che aprirà li gestirà indirettamente, con la partecipazione diretta del cliente. Lo showroom monomarca destinato ai buyer di Via Montenapoleone 19, sempre a Milano (che sta funzionando molto bene), rimarrà comunque attivo.
Il fatturato 2014 del marchio con sede a Lazise, sulle rive del Lago di Garda, è cresciuto del 42%. Il brand è distribuito in tutti i continenti, esclusa l'Oceania (mentre in Sudamerica è venduto solo in alcune sporadiche situazioni), in più di 800 clienti multimarca mondiali di circa 60 nazioni, vendendo principalmente alle boutique.
“Il 1° Paese sul giro d'affari era la Russia, ma le stime per il 2015 vedranno l'Europa al nostro primo posto come regione in generale, solo dopo verrà la Russia, seguita da Middle East e Paesi asiatici”, continua Mazzi. “Un bell'incremento l'abbiamo ottenuto in America, diffondendoci in una serie di corner, aiutati molto dal rapporto di cambio favorevole del dollaro che ha guadagnato il 30% sull'euro. Il mercato russo, invece, sta diventando meno importante, perché i russi stanno comprando prodotti che gli costano il doppio. Un calo però meno marcato del previsto. Tutti in Russia hanno comprato meno, ma hanno comprato. Inoltre, abbiamo incrementato le spese per la pubblicità e il 18 maggio abbiamo fatto partire l'e-commerce”.
Diego Mazzi comincia a fare moda all'inizio degli anni '80 puntando a reinventare il concetto di capospalla, arricchendolo di contenuti fashion ispirati allo stile contemporaneo, con inserimenti di tessuti e colori, con nuove linee e una nuova vestibilità, per incontrare un pubblico più sensibile ai mutamenti della moda.
Nel 2003 nasce la griffe Diego M che già dal nome sottolinea il sodalizio che da sempre caratterizza la coppia formata da Diego Mazzi e dalla moglie Manuela Bortolameolli (la M del brand). Diego Mazzi è il titolare e il designer, mentre la consorte si occupa della parte commerciale.
“In azienda curiamo molto l'aspetto fashion, la parte del matching dei colori, il visualing, il posizionamento prodotto e il marketing, ma ciò che conta di più, secondo me, è l'armonia aziendale”, afferma Diego Mazzi. “Io devo percepire la passione, anche nei miei collaboratori; oggi chi va avanti è perché ha reale passione in quello che fa. E' con la passione che tiri fuori cose innovative diverse e interessanti tutti gli anni”.
“Dimenticare la paura e investire con coraggio è quello che deve fare il settore dei pellicciai. Una volta era facile: compravi le pelli e quasi non eri arrivato a casa ed erano già vendute. Accorgersi solo adesso che la Russia non funziona più, dopo essersi concentrati solo su quel mercato è stato colpevole. Non bisognava abbandonare altri mercati, anche difficili da mantenere o temporaneamente in stallo. Era ciò che andava fatto prima e che va fatto adesso”, conclude Diego Mazzi, incontrato in occasione della sua recente partecipazione al Mifur.
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