Diane von Furstenberg licenzia la maggior parte dei dipendenti e si rivolge alla Cina
Diane von Furstenberg ha licenziato la maggior parte del personale e chiuso tutti i suoi negozi tranne uno. Secondo diverse fonti, il marchio newyorchese intende investire prioritariamente nell’e-commerce e concentrarsi sul proprio mercato cinese.
La maggior parte dei 400 dipendenti del marchio dell’ex presidente del CFDA (Council of Fashion Designers of America) perderà il lavoro. Rimarrà aperto un solo negozio, quello di New York, nel Meatpacking District a Manhattan.
Il marchio, lanciato nel 1972 dalla stilista omonima, ha subito in pieno l’impatto economico della pandemia di Covid-19, ma le sue difficoltà risalgono già a diverso tempo prima della crisi sanitaria internazionale che ha colpito le aziende di tutto il mondo.
Per rispondere all'ascesa dei marchi della fast fashion, “DVF” ha cambiato a più riprese strategia e direzione creativa negli ultimi anni. Sandra Campos, nominata CEO dell’azienda nell’aprile del 2018, avrebbe rassegnato le dimissioni.
A fine maggio, Diane von Furstenberg aveva fatto notizia quando aveva annunciato la chiusura del proprio negozio di Londra e che l’intera sua filiale britannica era stata posta in amministrazione giudiziaria. Al momento della chiusura del negozio londinese, il direttore finanziario della società aveva dichiarato al Timesche il brand “era in procinto di rinnovare il suo modello economico”.
La strategia di DVF basata sulla Cina potrebbe rivelarsi vincente. Secondo “The State of Fashion 2020”, studio condotto da McKinsey & Company e Business of Fashion, la Cina ha rappresentato il 38% della crescita mondiale del settore della moda negli ultimi dieci anni, considerando tutti i segmenti insieme. Inoltre, dal 2012 il Paese rappresenta il 70% dell'espansione dell’industria del lusso, una tendenza che dovrebbe continuare fino al 2025.
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