7 gen 2020
Diadora: turbo sul green, fatturato aggregato a 308 milioni di euro
7 gen 2020
Il marchio di calzature e sportswear controllato dal 2009 dalla LIR (la società finanziaria della famiglia Moretti Polegato, che possiede anche il 71% di Geox), e diretto dal figlio di Mario Moretti Polegato, Enrico, chiude il 2019 con ricavi aggregati complessivi giunti a 308 milioni di euro, +6% anno su anno, e pone con più forza la sostenibilità al centro del business.

“Continua il focus sull’identità di Diadora come marchio italiano autentico dello sport”, spiega a FashionNetwork.com il presidente e AD del brand, Enrico Moretti Polegato. “Attivo ormai da 72 anni, dal 2014 il marchio ha anche una parte della produzione Made in Italy, in quanto ha iniziato un processo di reshoring. Ora amplieremo la scelta di prodotti fatti in Italia ed investiremo sulla storia dell’azienda (quest’anno ricorre il trentennale di uno dei modelli storici, la calzatura da running “N9000”), puntando in particolare sulla nostra punta di diamante, la linea Heritage, che più di ogni altra rappresenta i valori di autenticità (per la riedizione di modelli storici) ed italianità (per design, gusto e scelta dei materiali) di Diadora”.
Nato nel 1948 a Caerano di San Marco, in provincia di Treviso, Diadora continua anche a concentrarsi sulle proprie linee sportive, visto che le calzature da corsa sono il suo core business, seguite dalle scarpe da tennis. Nel 2019 le vendite delle linee running sono cresciute del 68% sull’anno precedente, trainate soprattutto dai mercati italiano e statunitense.
Togliendo la parte di business generato con le licenze, il fatturato 2019 delle produzioni dirette di Diadora è stato di 168 milioni di euro, cresciuto anch’esso in single digit. Tra i mercati diretti seguiti dal brand con una rete di agenti, l’Italia è il primo sbocco, seguito da Stati Uniti, Germania e Benelux, che si sono avvalsi in particolar modo del successo delle linee di running più tecniche. Sui 308 milioni di euro di giro d’affari aggregato, il 40% è ottenuto in Italia e il 60% all’estero, mentre il 15% è rappresentato dall’abbigliamento, le cui vendite sono aumentate in doppia cifra nello scorso esercizio. “Per il 2020 continueremo ad investire sui mercati per noi più importanti, sull’heritage e sul running”, assicura Moretti Polegato.
Sempre nell’esercizio appena terminato, sui mercati concessi in licenza, quelli in cui è il player locale a disegnare e produrre scarpe griffate Diadora (il cui design viene approvato dalla società) pagando una royalty, il marchio veneto ha registrato il maggiore successo di vendita in Cile, Israele ed Indonesia.

La distribuzione di Diadora è soprattutto concentrata su una rete di diverse migliaia di negozi multimarca, ma anche sul web (cresciuto in doppia cifra nel 2019), mentre la rete di monomarca è meno significativa, indica l'AD.
La filosofia dell’azienda italiana si va rivolgendo sempre più verso una produzione responsabile ed eco-sostenibile. “È riduttivo dire che per Diadora la sostenibilità sia un valore. Rappresenta più una maniera di fare le cose, un’interpretazione di ogni attività. Abbiamo un ufficio sostenibilità interno che opera sulla parte prodotto, la parte corporate e la supply chain”, puntualizza Enrico Moretti Polegato.
Un primo esempio di tale approccio è rappresentato dalla collezione “Animal Pack”, una capsule della calzatura “N9000” composta da quattro modelli ispirati agli animali in via d’estinzione: orso bianco, gorilla, leone e lupo. “Abbiamo stipulato un accordo con il Parco Natura Viva, di Bussolengo (VR), attivo come centro di recupero della fauna selvatica. Parte del ricavato della capsule verrà investito insieme al Parco in progetti di formazione sulla biodiversità. Nel campo della beneficenza, invece, abbiamo un accordo con il Centro Peres per la Pace (Peres Centre for Peace) in Israele, organizzazione non governativa fondata dall’ex Primo Ministro e Presidente di Israele, nonché Premio Nobel per la Pace (che era nostro amico di famiglia) Shimon Peres, mancato due anni fa, allo scopo di sviluppare progetti di promozione della pace tra israeliani e palestinesi. Diadora è lo sponsor tecnico delle iniziative sportive del Centro”.

Nel quartier generale l’azienda veneta ha avviato un programma per diminuire l’uso di plastica e ha installato un impianto fotovoltaico che copre i due terzi del proprio fabbisogno: la linea produttiva funziona esclusivamente col fotovoltaico. “Perciò un paio di scarpe Diadora realizzato nel nostro quartier generale è prodotto usando solo energia solare”, puntualizza l’Amministratore Delegato. "Inoltre, faremo certificare l'eco-sostenibilità di tutti i nostri fornitori - e dello stesso headquarter - da un ente indipendente, il francese EcoVadis".
Il packaging della linea heritage, infine, è realizzato utilizzando alghe in eccesso della laguna veneta, mentre le T-shirt di Diadora dal 2020 saranno tutte prodotte in cotone organico certificato GOTS-Global Organic Textile Standard. Da quest’anno poi l’azienda smetterà di utilizzare pelle di canguro nelle sue produzioni.
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