AFP
Gianluca Bolelli
30 gen 2020
De Grisogono dichiara il fallimento
AFP
Gianluca Bolelli
30 gen 2020
Il marchio ginevrino di alta gioielleria De Grisogono, che era legato alla famiglia dell'ex presidente angolano José Eduardo dos Santos (che è stato presidente dell'Angola per ben 38 anni, dal 1979 al 2017, circondato da crescenti accuse di dittatura e corruzione, ndr.), ha dichiarato fallimento pochi giorni dopo lo scoppio del caso dei "Luanda Leaks" sulla presunta origine fraudolenta della fortuna di sua figlia Isabel, secondo le informazioni pubblicate mercoledì dall'agenzia Bloomberg.

In un comunicato citato da Bloomberg, De Grisogono ha indicato di non aver trovato un acquirente nonostante mesi di trattative. “Senza il sostegno finanziario degli attuali azionisti, e senza un compratore, ora la solvibilità dell'azienda è messa in discussione, il che rende impossibile il proseguimento dell'attività”, ha dichiarato De Grisogono nel comunicato.
Questa decisione avrà effetto sul futuro di 65 dipendenti in Svizzera, secondo Bloomberg.
Una trentina di testate mediatiche facenti parte del Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ), tra i quali figurano la BBC, il New York Times, Le Monde o L’Espresso, hanno pubblicato il 19 gennaio scorso un’inchiesta nella quale si sostiene che la figlia dell'ex presidente angolano, dalla fortuna (ufficiale) stimata in 2,1 miliardi di dollari (1,8 miliardi di euro), avrebbe accumulato fraudolentemente un patrimonio molto maggiore, che sarebbe stato occultato in decine di società off-shore.
Dalla pubblicazione dei "Luanda Leaks", la Procura della Repubblica dell’Angola ha formalizzato le accuse a Isabel dos Santos e a molti dei suoi associati portoghesi. La 46enne angolana, ha da parte sua respinto quelle che ha definito “accuse infondate” e “affermazioni false”.
In Svizzera, il giornale La Tribune de Genève, la cui casa editrice Tamedia è membro dell’ICIJ, ha rivelato come il marito di Isabel dos Santos, Sindika Dokolo, “abbia preso il controllo di De Grisogono nel 2012, grazie ai fondi della società pubblica Sodiam”.
“L'inchiesta giornalistica mostra che le più importanti aziende di Isabel e del marito, che oltre a De Grisogono comprendono la compagnia telefonica Unitel, hanno beneficiato di continui flussi di denaro pubblico e di ricchissime licenze statali firmate dal papà presidente”, si legge su L’Espresso. “Il nuovo capo dello Stato, Joao Laurenco, in carica dalla fine del 2017, ha creato un'agenzia anti-corruzione che il 23 dicembre 2019 ha ottenuto un maxi-sequestro giudiziario dei beni di Isabel e del marito, accusati di aver sottratto oltre un miliardo di dollari alle casse pubbliche”.
A fine 2017, la Società pubblica angolana per la commercializzazione dei diamanti (la Sodiam, appunto) aveva annunciato il suo ritiro dalla capitale del gioielliere svizzero De Grisogono, le cui vendite nell’ultimo biennio sono costantemente calate. Secondo il quotidiano ginevrino, Sodiam “ha sperperato oltre 140 milioni di dollari per comprare De Grisogono e renderlo un gigante della gioielleria e del lusso”.
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