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20 mar 2023
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Davines festeggia i 40 anni e moltiplica i progetti

Pubblicato il
20 mar 2023

Lo specialista di prodotti sostenibili per la cosmetica professionale Davines Group, fondato il 14 marzo 1983 a Parma da Gianni Bollati, festeggia a Cosmoprof i suoi 40 anni di attività, sull’onda di un 2022 chiuso con un aumento di fatturato del 20%, che gli ha permesso di raggiungere quota 229 milioni di euro.

Davide Bollati


“Negli ultimi anni abbiamo portato avanti una crescita organica e sostenibile radicata, passando dai 153 milioni del 2020 ai 192 del 2021, fino ai 229 dello scorso anno; la previsione per quest’anno è di arrivare a 250 milioni di euro”, anticipa a FashionNetwork.com Davide Bollati, Presidente di Davines Group. "Il nostro mercato principale restano gli Stati Uniti, con previsione di chiusura al 2023  a oltre 90 milioni di giro d’affari, e l’Italia al secondo posto con circa 50 milioni di euro. Sulle vendite totali, il nostro brand di haircare Davines rappresenta l’80% e il marchio di skincare [comfort zone], che sta crescendo molto bene, il 20%”.  

Nel frattempo, la società attiva oggi in una novantina di Paesi, rafforza la propria presenza all’estero, aprendo nuove filiali o ampliando quelle già esistenti. “A gennaio abbiamo inaugurato i nostri uffici a Düsseldorf, mentre lo scorso anno abbiamo spostato la nostra filiale di New York da Manhattan a Williamsburg, un quartiere di Brooklyn che ci rappresenta molto, triplicando gli spazi; abbiamo inoltre ampliato e spostato a Pigalle gli uffici di Parigi e raddoppiato la sede di King’s Cross a Londra. In totale abbiamo investito 10 milioni di euro nell’upgrade dei nostri uffici, che, come l’headquarter di Parma, anche se ovviamente più in piccolo, sono dei centri culturali e valoriali, con orti e giardini”.

Lo stand Davines al Cosmoprof Bologna


Davines continua, inoltre, a investire nell’agricoltura organica rigenerativa, per la quale ha creato un centro dedicato presso la propria sede di Parma, dove ha anche inaugurato recentemente un laboratorio di green chemistry. L’azienda inoltre porta avanti la collaborazione con l'impresa sociale Plastic Bank, nell’ambito della quale si impegna, per ogni flacone venduto a raccogliere l’equivalente della plastica in zone costiere in Brasile, Filippine e Indonesia. “Studi dimostrano che l’utilizzo di plastica riciclata ha un impatto ambientale inferiore anche a quello del vetro riciclato; oggi nella nostra azienda usiamo solo il 36% di plastica non riciclata, ma l'obiettivo è di arrivare a zero”.

Bollati, oltre al Gruppo Davines, che oggi impiega un totale di 800 persone, di cui 380 a Parma, ha in serbo per il futuro un altro progetto “meraviglioso e molto impegnativo, in collaborazione con la conterranea Chiesi Farmaceutici: abbiamo acquistato uno splendido palazzo di sette piani situato in pieno centro a Parma e risalente al periodo fascista, dove entro il 2025 intendiamo aprire un hotel che riunisca i mondi di Davines e [comfort zone] e che sarà un’espressione di rigenerazione urbana, sociale, ambientale e spirituale. Abbiamo affidato i lavori all’architetto giapponese Kengo Kuma”.

Sull’ipotesi di lancio o acquisizione di altri brand, Bollati ci anticipa: “Ci sono riflessioni in corso, ma abbiamo una cultura artigiana e preferiamo creare i nostri marchi anziché comprarli; ma prima ci sono altri lavori da portare a termine”.

Arnaud Goullin


Tra le novità lanciate a Cosmoprof, il brand hair care Davines presenta “A Blonde Story”, l’ultimo progetto dell’Hair Art Director del marchio Tom Connell, dedicato al colore e ai trattamenti di cura in salone con focus sui capelli biondi. Oltre a tre nuance tonalizzanti di View, l’iniziativa comprende un nuovo prodotto per la cura dei biondi naturali o colorati: Instant Bonding Glow, un siero che conferisce forza e lucentezza immediate e che grazie alla sua texture leggera e alla sua composizione con altissime percentuali di naturalità e biodegradabilità, ripara, illumina e idrata i capelli biondi naturali e non.

Per quanto riguarda il brand di skin care [comfort zone], presente oggi in circa 5.000 spa nel mondo, di cui 1.300 in Italia, il Global GM del brand, Arnaud Goullin, ci spiega: “Siamo un brand fortemente connesso con oltre 11.000 estetiste che usano i nostri prodotti e vogliamo rendere visibile il loro lavoro anche al di fuori dalla cabina e mettere a loro disposizione servizi e strumenti innovativi. L’Italia è il nostro primo mercato, seguita dagli Stati Uniti e dai Paesi Bassi, ma stiamo potenziando anche la Francia, dove c’è molto interesse verso i nostri prodotti. Oggi il lusso si sta spostando sempre più verso un’esperienza professionale, responsabile e sostenibile e questo ci aiuta perché siamo all’avanguardia in tal senso”.

A Cosmoprof, [comfort zone] lancia in anteprima mondiale il suo nuovo concept dedicato ai saloni di bellezza, Face Space, una work-station per facials liftanti on-the-go al di fuori della cabina estetica.  “Pensato per i centri estetici, ma anche per parrucchieri, spa o farmacie, dopo Bologna la presenteremo alla beauty week di Milano il prossimo settembre”, spiega Davide Manzoni, General Manager Italia [comfort zone]. L’innovazione rappresenta “un nuovo modo di affrontare i trattamenti del viso, che rappresentano circa l’80% delle prestazioni di skin-care. Tra questi, quello più diffuso è il Lift (che ha sostituito l’obsoleto anti-aging). Oggi, clienti sia donne che uomini chiedono risultati veloci e rapidi sul viso e realizzati in modo naturale e sostenibile, in abbinamento a tecnologia all'avanguardia".

Davide Manzoni


[ comfort zone] presenta a Cosmoprof anche novità prodotto quali la linea Body Strategist, con le nuove fiale cellulite Caffeine Shot, concentrato liporiducente al 3% di caffeina clinicamente testato, e del fango rimodellante Thermal Mud. La collezione dei solari Sun Soul, con filtri ecosostenibili, si arricchisce dell nuovo Stick Solare SPF 50+.

Presso la sede di Parma il Gruppo Davines sta portando avanti, in 17 ettari di terreni dedicati, un progetto di agricoltura rigenerativa, in collaborazione con il Rodale Institute (realtà americana che sin dagli anni ‘80 ha introdotto il termine “biologico rigenerativo” per definire un tipo di agricoltura alternativa alla produzione intensiva in grado di garantire la salute del suolo, la biodiversità e una maggiore densità di nutrienti nelle colture, ndr), che può servire anche ad altre aziende per capire i vantaggi di questo tipo di agricoltura rispetto a quella tradizionale; vantaggi che l'azienda sta monitorando.

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