22 gen 2023
Damiani: nuove acquisizioni per diventare polo di eccellenza della gioielleria italiana
22 gen 2023
Damiani, unico grande gruppo di gioielleria italiano ancora gestito dalla Famiglia fondatrice, continua a vele spiegate la sua crescita e porta avanti splendidi progetti per salvaguardare il savoir faire italiano. Da quasi un secolo il brand Damiani realizza le sue preziose creazioni nel distretto orafo tra i più celebri al mondo: quello di Valenza. Qui Enrico, padre di Damiano e nonno di Guido, Silvia e Giorgio Grassi Damiani che portano oggi avanti l’azienda, stabilì nel 1924 il proprio laboratorio orafo, punto di partenza di una meravigliosa storia che ha portato la Maison a occupare una posizione di prim’ordine nel mondo del lusso a livello globale.

Damiani vanta dunque forti legami con il territorio di origine, che la famiglia vuole ulteriormente rafforzare. Un passo in tal senso è stato fatto dall'azienda con l’acquisizione dell’ex Palafiere della cittadina piemontese per costruire la sua più grande manifattura nell'ottica di creare un vero e proprio polo valenzano anche attraverso nuove joint-venture con imprenditori del territorio e l’acquisizione di quote, anche di minoranza, di produttori locali.
“Il progetto, congelato per l’arrivo del covid, è ora ripartito. Si tratta di un investimento da circa 10 milioni di euro e l’inizio dei lavori è previsto per l’estate, con l’obiettivo di poter arrivare all’inaugurazione in un paio d’anni”, ha spiegato a FashionNetwork.com Guido Damiani. “La nuova realtà Damiani ospiterà un importante rafforzamento dell’area produttiva, ampliamento ulteriormente incentivato dall’ottimo andamento del Gruppo: i 12.000 metri quadrati dell’ex spazio fieristico ospiteranno circa 500 maestri orafi e incastonatori, dai 300 che avevamo inizialmente previsto (negli ultimi 12 mesi sono state assunte 170 figure e si stima che altre 300 entreranno a fare parte del Gruppo nei prossimi due anni, ndr.). Saremo una vetrina sul mondo per raccontare il valore della manifattura d’eccellenza Made in Valenza”.

Damiani è di fatto l’unica alternativa locale alle multinazionali francesi, che hanno recentemente acquisito diverse manifatture della zona e stanno assorbendo molta capacità produttiva.
“Anche se siamo conosciuti in tutto il mondo e abbiamo raggiunto dei risultati e dei numeri considerevoli, restiamo un'azienda che parla la lingua di tutte quelle che, come noi, sono a gestione famigliare. Un valore e un denominatore comune con le tante preziose realtà manifatturiere del nostro territorio, di cui vorremmo contribuire a preservare radici e italianità. Per questo siamo aperti a valutare non solo acquisizioni della totalità di altre aziende, come fanno in genere i gruppi multinazionali esteri, ma anche quote di minoranze”, continua l’imprenditore. “Vorremmo quindi unire molte realtà produttive per fare massa critica, dare loro anche un supporto grazie al nostro know how finanziario, conoscenza dei mercati ecc, ma senza snaturare nessuno, conservando l’artigianalità delle lavorazioni fatte a mano. Stiamo parlando con più di un player e vorremmo accelerare nella direzione delle acquisizioni”.

Damiani consoliderà, dunque, ancora di più la propria presenza, creando nuova occupazione e promuovendo la ricchezza del territorio anche attraverso l’indotto. L’ampliamento della base dipendenti è in perfetta sintonia con la Damiani Academy, il progetto di alta formazione che ha l’obiettivo di creare figure altamente specializzate nella produzione orafo-artigianale.
Dopo un eccellente 2021, chiuso il 31 marzo 2022 con ricavi consolidati per 238 milioni di euro (+69% sull’esercizio precedente, arrivando ben oltre i livelli pre-Covid), per l’anno fiscale in corso Damiani si aspetta una crescita almeno del 20%.
“L’italia resta il nostro primo mercato, seguito da Giappone e Corea, quest'ultima cresciuta tantissimo, a doppia cifra, anno su anno. Adesso vogliamo accelerare in Middle East, mercato sempre più attento alla qualità e alla raffinatezza", conclude Guido Damiani. "Dopo le boutique al Dubai mall e a Doha, ne apriremo altre 2 a Riad e Kuwait City. Pensiamo anche di raddoppiare la presenza a Dubai. Il Middle East è la nuova scommessa, un'area dove contiamo di realizzare una buona parte dei ricavi futuri”.
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