Ansa
25 ott 2021
Dall'e-commerce il 56% dei sequestri doganali alle frontiere Ue
Ansa
25 ott 2021
Il commercio online, cresciuto rapidamente negli ultimi anni, sta alimentando la vendita di prodotti contraffatti, diventandone il principale catalizzatore per la distribuzione. Emerge da uno studio realizzato dall'ufficio Ue per la proprietà intellettuale (Euipo) e dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (Ocse) sull'uso improprio del commercio elettronico per la vendita di prodotti contraffatti.
In particolare, le vendite online sono sempre più impropriamente utilizzate per la distribuzione di prodotti falsi. Secondo i dati sui fermi di prodotti contraffatti, il 56% dei sequestri doganali alle frontiere dell'Ue riguarda il commercio elettronico.
Considerando l'origine dei prodotti scambiati online, la Cina è al primo posto con oltre il 75% di sequestri di prodotti contraffatti, seguita da Hong Kong (5,7 %), Turchia (5,6 %) e Singapore (3,3 %). La Cina è un Paese di provenienza dominante anche quando si valuta il valore dei prodotti contraffatti acquistati online, con una quota del 68%.
Prodotti di profumeria e cosmetici (75,3%), prodotti farmaceutici (71,9%) e occhiali da sole (71,3%) presentano la percentuale più elevata di sequestri legati all'acquisto online.
Durante la pandemia, che ha impresso un'accelerazione nelle vendite online, in aumento del 20% nel 2020 rispetto all'anno precedente, l'e-commerce è diventato il canale principale per i prodotti medici illeciti, compresi quelli contraffatti e di qualità scadente, come i kit per tamponi e altri prodotti correlati.
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