Ansa
31 mag 2023
Dal Ministero del Made in Italy oltre un miliardo per i contratti di sviluppo
Ansa
31 mag 2023
Risorse e alleanze internazionali. Semplificazioni e lotta alla concorrenza sleale, anche attraverso dazi ambientali per tutelare le imprese nazionali ed europee. Si muove su più piani la strategia di tutela del made in Italy. Da ultimo, un decreto del ministro Adolfo Urso ha stanziato oltre 1,1 miliardi per finanziare i contratti di sviluppo che sostengono i programmi di investimento di grandi dimensioni. In particolare un nuovo bando da 390 milioni di euro va a supportare le filiere strategiche. Le risorse sono indirizzate ai settori aerospazio e aeronautica, design, moda e arredo, metallo ed elettromeccanica, chimico-farmaceutico, gomma e plastica e alimentare per la nascita o il potenziamento delle filiere di riferimento.

Intanto è in dirittura d'arrivo la legge quadro sul made in Italy, che potrebbe essere discussa tra poche ore, al prossimo consiglio dei ministri (anche se non è prevista tra i temi all'ordine del giorno del pre-consiglio e c'è il rischio che possa slittare). Questo disegno di legge prevede un complesso di misure studiate da diversi dicasteri, a partire da un fondo sovrano a tutela delle filiere strategiche e dal liceo del made in Italy.
Gli articoli del ddl, quasi 50 secondo una bozza circolata nelle scorse settimane, prevedono, tra l'altro, norme per lo sviluppo delle competenze necessarie al sistema produttivo, pensionati tutor per il ricambio generazionale sui luoghi di lavori e sanzioni piu' severe contro la contraffazione e la concorrenza sleale. Un'altra forma di concorrenza sleale nel mirino del ministro è quella delle imprese straniere che non hanno standard ambientali e sociali analoghi a quelli italiani.
"Dobbiamo tutelare le imprese e i cittadini europei. Lo si può fare, lo si deve fare anche con norme che riguardano l'importazione o l'esportazione di prodotti, quelli che vengono chiamati giustamente dazi ambientali", ha detto Urso, a un convegno sul mercato energetico. Su questo fronte, il Parlamento europeo ha approvato ad aprile l'istituzione della carbon tax alle frontiere, che funziona di fatto come un dazio ambientale nei settori ad alta intensita' energetica e a maggior rischio di delocalizzazione. La carbon tax è tra i pilastri del pacchetto Fit for 55, che vanno ora ratificati dagli stati membri.
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