Di
Bruno Joly
Bruno Joly
Pubblicato il
21 ott 2010
21 ott 2010
DaWanda propone agli stilisti di vendere on line
Di
Bruno Joly
Bruno Joly
Pubblicato il
21 ott 2010
21 ott 2010
21 ott 2010 - DaWanda esce dall'ombra. La società berlinese, fino ad oggi orientata alla massima discrezione, mette il turbo e si lancia con forza sulla scena moda. Lanciato nel dicembre 2006, il sito è una piattaforma di vendite "di creazioni uniche o quantomeno di piccole serie".
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Claudia Helming cofondatrice del sito, rivendica oggi il coinvolgimento di 48.000 stilisti tedeschi, 12.000 francesi e 15.000 nel Regno Unito. In totale, più di 1,3 milioni di articoli vi sono attualmente proposti. "Nel 2011”, dice la Helming “lanceremo altre versioni. L'Italia, la Spagna e i paesi scandinavi offrono infatti un grandissimo potenziale". Con l'editore Holzbrick nel suo capitale azionario, come anche dei business angels, la società impiega a Berlino già 35 persone e quest'anno dovrebbe realizzare un fatturato di 3 milioni di euro, mentre le transazioni concluse per mezzo di DaWanda ammonterebbero a circa 30 milioni.
La volontà annunciata è quella di permettere agli stilisti di mettere on line i loro prodotti e di venderli ai navigatori del web. DaWanda garantisce l'interfaccia e soprattutto la sicurezza dei pagamenti, ma non detiene alcuno stock e non assicura le consegne. Nell'offerta del sito predominano la moda e gli accessori. "Non intendevamo trovare un nome troppo altisonante o specifico per il sito. Scartabellando in un libro di moda per neonati, siamo capitati su Dawanda, che è un nome di donna in Africa che significa 'l'unica'", racconta Claudia Helming.
Presentato come il mercato europeo sul web per creazioni uniche, DaWanda è a tutti gli effetti una comunità, dove i designer aprono le loro boutique e si fanno conoscere. La società realizza il suo fatturato prelevando un 5% di commissione su ogni vendita portata a termine. Dawanda, nato appunto a fine 2006 in tedesco, ha lanciato a metà 2007 le versioni britannica e francese del sito.
Di Bruno Joly (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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