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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
9 dic 2021
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Da Pablo Isla a Marta Ortega: analisi di una transizione accelerata da Inditex

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
9 dic 2021

La nomina di Marta Ortega a capo di Inditex non è quella che si potrebbe definire una grande sorpresa. Il nuovo presidente del gruppo fondato dal padre, Amancio Ortega, rappresenta il susseguirsi generazionale di un progetto di famiglia che negli ultimi anni è stato meticolosamente orchestrato. La sua mediatizzazione è stata progressiva e le responsabilità che ha esercitato all'interno del gruppo, in particolare per il suo marchio principale Zara, hanno acquisito importanza in modo graduale. Ma gli ultimi eventi hanno certamente lasciato molti un po’ perplessi, tanto da sollevare diverse preoccupazioni tra gli analisti finanziari. Il 31 marzo 2022, Pablo Isla si dimetterà dalla carica di presidente della società spagnola dopo diciassette anni in quell’incarico.

Pablo Isla lascerà la presidenza di Inditex il prossimo marzo - Inditex


Le “dimissioni” di questo dirigente, spesso considerato il miglior CEO del mondo, sembrano allo stesso tempo precipitose e rischiose, in un contesto di incertezze sanitarie e di crisi del sourcing, dove trasformazione digitale ed eco-responsabilità danno del filo da torcere ai colossi della fast-fashion.
 
Per compiere questo passo decisivo, Inditex ha messo gli occhi su una nuova recluta: Óscar García Maceiras, un avvocato della Galizia che ha avuto una lunga carriera nel settore finanziario prima di entrare a far parte dell'azienda solo pochi mesi fa. Cosa pensare allora di questo cambio di rotta che porterà alla partenza dell'uomo che ha plasmato l'intera trasformazione di Inditex?

“Inditex è un'impresa collettiva più che individuale”, ha esordito Pablo Isla nel suo discorso alla stampa martedì 30 novembre, in cui ha elogiato il lavoro di tutti i dipendenti dell'azienda e ha ringraziato Amancio Ortega e il consiglio “per il loro sostegno e gentilezza”. Dopo diciassette anni alla guida del gruppo, di cui è amministratore delegato dal 2005 e presidente dal 2011, è un “periodo molto fruttuoso” quello che volge al termine. A partire dal 31 marzo 2022, il manager rinuncerà alle sue responsabilità e al suo status di membro del consiglio di amministrazione della società. Fino ad allora, Pablo Isla avrà il compito di “assicurare una transizione fluida per completare il suo impegno con Inditex”.
 
Questi “cambiamenti giudiziosi”, frutto di un'opportuna riflessione “a fianco di Amancio Ortega”, comporteranno la promozione di Marta Ortega alla presidenza del gruppo e all’interno del CdA a partire dal primo aprile. “Marta è in azienda da quindici anni, ha gestito molti progetti e la conosce a fondo. Rimarrà molto coinvolta nello sviluppo del prodotto e supervisionerà sempre l'offerta moda di Zara”, ha sintetizzato Pablo Isla a proposito della sua futura sostituta.
 
Alla conferenza stampa non era presente Marta Ortega, a differenza di Óscar García Maceiras, che ha pronunciato alcune parole di ringraziamento per il lavoro svolto da Pablo Isla. Segretario generale e membro del consiglio di amministrazione di Inditex dallo scorso marzo, Óscar García Maceiras dovrà ora assumersi la responsabilità degli affari correnti e di guidare l'azienda con sede ad Arteixo (La Coruña) nella sua nuova fase. Nominato amministratore delegato con effetto immediato, questo ex avvocato di stato ed ex responsabile di realtà finanziarie come Banco Pastor, Banco Popular, SAREB e Banco Santander prenderà il posto di uno dei più stretti collaboratori di Pablo Isla: Carlos Crespo.
 
Una partenza inaspettata che preannuncia una nuova tappa
 
Dopo soli due anni nel suo incarico, quest'ultimo verrà trasferito e assumerà il ruolo di direttore delle operazioni, della trasformazione eco-responsabile e del digitale. A differenza di Óscar García Maceiras, Carlos Crespo è uno dei pilastri di Inditex, dove è entrato vent'anni fa. Questi cambi di gestione, già preannunciati da alcune indiscrezioni, sono entrati in vigore la mattina di martedì 30 novembre, come indicato in un comunicato presentato alla CNMV (Commissione Nazionale per il Mercato dei Valori Mobiliari). A gennaio 2020, un altro “peso massimo” dell'azienda se n’era andato: il segretario del consiglio, Antonio Abril, aveva abbandonato Inditex dopo più di trent'anni al servizio di Amancio Ortega.

La sede di Inditex ad Arteixo (La Coruña) - Inditex


Nonostante la leggendaria discrezione e la comunicazione millimetrica a cui il gruppo spagnolo è abituato, questa estemporanea conferenza stampa (il prossimo incontro fisico con la stampa resta previsto per il mese di marzo, in occasione della presentazione dei risultati annuali del gruppo) ha accennato ad alcuni importanti dettagli, oltre a riportare brevi dichiarazioni che si limitavano a ripetere il contenuto dei comunicati stampa sottolineando la “continuità del modello” nella fase successiva dell'attività aziendale.
 
Pablo Isla ha citato più volte Amancio Ortega, desideroso di sottolineare il loro stretto legame, con un’insolita familiarità. Ha anche elogiato il lavoro di alcuni manager dei marchi Inditex, nessuno dei quali fa parte del nuovo team dirigenziale: Carlos Crespo, già citato, Pablo del Bado Rivas (direttore generale di Pull & Bear), Miguel Díaz Aranda (direttore finanziario e operativo di Zara), Ignacio Fernández Fernández (direttore finanziario di Inditex), Javier García Torralbo (direttore generale dell'e-commerce di Zara), Begoña López-Cano (direttore delle risorse umane di Inditex), Beatriz Padín Santos (direttore di Zara donna), Jorge Pérez Marcote (direttore generale di Massimo Dutti) e Óscar Pérez Marcote (direttore generale di Zara).
 
“Attualmente stiamo affrontando questa transizione perché riteniamo che il momento sia giusto e che l'azienda sia solida. La stiamo preparando da tempo in modo discreto. Il modello di business e i valori dell'azienda rimangono invariati”, insiste Pablo Isla, mostrandosi rassicurante.
 
Però gli investitori non hanno accolto con altrettanto ottimismo i cambiamenti organizzativi, e così il valore delle azioni del gruppo, numero uno della Borsa spagnola, è sceso di oltre il 6% il giorno dell'annuncio, nonostante l’utile del 9,5% ottenuto dall’inizio di quest’anno. In Bankinter si ritiene che, dopo una prima reazione negativa, il management del gruppo debba mantenere la stessa linea strategica. Tuttavia, da IG la pensano diversamente: l'azienda, secondo gli specialisti, ha subito “una grave battuta d'arresto con l'inizio della pandemia, quasi costretta a cambiare modello di business”. Di fronte ai dubbi del settore finanziario, il presidente butta acqua sul fuoco: “Sono sempre stato convinto che le quotazioni azionarie vadano studiate nel lungo periodo e ho piena fiducia nel futuro”.
 
L'uomo che ha indirizzato il successo di Inditex
 
Pablo Isla è entrato in Inditex all'età di 41 anni, nel 2005, presentato ad Amancio Ortega dal cacciatore di teste Carlos Alemany. Vicepresidente, CEO e uomo di fiducia del miliardario spagnolo, questo laureato dell'Università Complutense di Madrid poteva già vantare una brillante carriera: prima come avvocato di Stato dal 1989 al 1991 poi, nel settore finanziario, come consulente per diverse istituzioni di Banco Popular. Dopo un ritorno di due anni nella funzione pubblica come direttore generale del Patrimonio di Stato presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze, Pablo Isla è stato nominato segretario senerale della Banca di Spagna prima di diventare presidente del consiglio di amministrazione del produttore di tabacco Altadis e di assumere la gestione di Logista. A soli sei anni dal suo arrivo in Inditex, il dirigente di Madrid ha assunto la presidenza della società, subentrando al fondatore del gruppo.
 
Proprio come aveva fatto all’epoca il suo predecessore, José María Castellano, che orchestrò l’ingresso in Borsa di Inditex, Pablo Isla lascerà tra pochi mesi un'azienda in condizioni migliori rispetto a quando vi è entrato. Con una gestione rigorosa e un modello integrato che funziona come un orologio svizzero, il colosso dell’abbigliamento ha una posizione internazionale consolidata dopo essere passato da 3.000 a più di 6.000 negozi fisici e aver moltiplicato per 10 la sua valutazione borsistica. “Non voglio prendermene il merito. Credo che il lavoro che abbiamo svolto come squadra negli ultimi anni sia stato eccezionale. Abbiamo superato sfide molto difficili, come la crisi finanziaria o quella del Covid-19”, conclude Pablo Isla richiamando le imprese che ha compiuto per il gruppo.
 
Secondo la relazione annuale sulla remunerazione fornita da Inditex alla CNMV, il manager lascerà il gruppo con un comodo fondo pensione di 9 milioni di euro, da aggiungere ai quasi 2 milioni di azioni (valutate intorno ai 55 milioni di euro) che possiede sin dalla sua nomina a presidente. Pablo Isla non ha parlato del suo futuro, limitandosi a sorridere. Nei prossimi mesi si concentrerà sul processo di transizione nell'azienda di cui fa ancora parte. In ogni caso, il suo prezioso talento non sarà dedicato al servizio dei rivali per almeno due anni: una clausola di non concorrenza non rispettata gli comporterebbe una penalità di due annualità (quasi 6,5 milioni di euro).
 
Quest'uomo discreto che preferisce rimanere nell'ombra lascerà l'azienda e il settore dell’abbigliamento il prossimo marzo. A 57 anni, possiamo prevedere che avrà una carriera di successo in una posizione dedicata alla trasformazione societaria o all'innovazione. In ogni caso, le offerte non dovrebbero mancargli.

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