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15 apr 2021
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Da Bulgari un milione per l'Area Sacra a Roma

Di
Ansa
Pubblicato il
15 apr 2021

I romani l'hanno sempre "vissuta", magari gettando un occhio dal finestrino nel traffico. I turisti l'ammiravano affacciati dall'alto, guida alla mano, per scoprire che proprio qui, nel 44 a.C., si consumava uno dei più efferati delitti della storia antica, l'assassinio di Giulio Cesare raccontato a tutto il mondo perfino da Shakespeare. Ora, per la prima volta, l'Area Sacra di Largo Argentina, con i resti dei suoi quattro templi ancora avvolti dal mistero e il celebre basamento di tufo della Curia di Pompeo, che raccolse il sangue del console e dittatore Cesare, saranno visitabili e completamente accessibili, grazie ai lavori al via entro metà maggio.

@comunediroma


"Un intervento imponente", spiega la sindaca Virginia Raggi, reso possibile dal mecenatismo di Bulgari Spa che, dopo le operazioni alle Terme di Caracalla, alla scalinata di Trinità dei Monti e all'Ara Pacis, ora dona circa un milione di euro per restituire un altro pezzo della storia e del patrimonio della città (500 mila euro arrivano dalla convenzione siglata nel 2019 tra l'azienda a Roma Capitale e 485.593,58 dai fondi residuali di quella del 2014 per Trinità dei Monti).

"Ci sono tanti altri lavori da realizzare e siamo sempre pronti a offrire il nostro aiuto”, assicura l'Ad del gruppo Bulgari, Jean-Christophe Babin. “Saremo protagonisti il 21 aprile agli eventi attorno a Piazza Augusto Imperatore. Stiamo costruendo anche l'albergo più di lusso di Roma, che ha bisogno di essere al livello di New York e Parigi".

Già, perché anche se, come ricorda l'assessore alla crescita culturale, Lorenza Fruci, anche senza i flussi internazionali e solo con i romani "le prenotazioni al Mausoleo di Augusto sono andate sold out in 48 ore", a Roma si attende con impazienza il ritorno dei turisti. "Siamo tutti dipendenti dall'evoluzione del virus e da ciò che sarà deciso dal Cts e dal Governo”, dice la sindaca. “Intanto ci prepariamo aprendo nuovi siti".

Come l'Area Sacra, tra i luoghi più antichi della città (risale all'età Repubblicana), ma anche tra i più recenti come scavo archeologico, partito solo quando durante le demolizioni di alcuni edifici tra il 1926 e il 1929 dalla terra spuntò un acrolito, probabilmente una statua della Dea Fortuna, oggi alla Centrale Montemartini. "Siamo abituati a vederla affacciati dall'alto”, aggiunge la sindaca. “Ora potremo entrarvi e camminare tra le vestigia del passato".

Durata 360 giorni, i lavori, affidati dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali all'Impresa Biagioli Srl, saranno all'insegna dell'accessibilità al 100%, "che sia per portatori di disabilità o per mamme con la carrozzina", sottolinea la Raggi, con camminamenti in quota e illuminati di notte con luci Led. Tre gli elementi centrali: la torre del Papito, con biglietteria e spazio espositivo nel portico esterno; percorsi verticali e orizzontali, con tanto di pedana elevatrice a cabina aperta e passerelle per ammirare da vicino i reperti archeologici; e un'area espositiva coperta, nel portico orientale, dal lato di via di San Nicola de' Cesarini, dove tra pannelli, iscrizioni, frammenti di decorazioni, terracotte e resti di statue sarà possibile seguire le vicende del sito dal III secolo a.C. fino alle demolizioni del ventennio fascista.

Riposizionata la pavimentazione domizianea e preservata la storica colonia felina, sarà poi l'occasione per tornare sui misteri ancora non risolti. Se il Tempio B, a forma circolare, con tutta probabilità era dedicato alla Dea Fortuna, come racconta la Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali, Maria Vittoria Marini Clarelli, poco si sa ancora del "piccolo" Tempio A, secondo alcuni edificato dal console Q. Lutazio Catulo in onore di Giuturna. "Il Tempio C è il più antico”, dice la sovrintendente, “forse eretto per la dea sabina Feronia. Mentre il Tempio D, del II a.C.,è il più grande, ma ancora divide: per alcuni era dedicato ai Lari Permarini, per altri alle Ninfe".

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