5 nov 2020
Cuoio di Toscana ribadisce la sua anima green con il “Sustanaibility Statement”
5 nov 2020
Cuoio di Toscana, consorzio fondato nel 1985 che riunisce sette aziende del “distretto del cuoio” toscano, situato tra i comuni di San Miniato e Santa Croce sull’Arno, riconferma il proprio impegno in ambito sostenibilità ed economia circolare, da sempre nel DNA della sua produzione, attraverso il Sustanaibility Statement, che fissa gli standard qualitativi ed etici del Consorzio, assumendosi il ruolo di garante sia verso le griffe internazionali che utilizzano le sue produzioni, sia nei confronti del consumatore finale.
“Il cuoio da suola è un prodotto naturale al 100%, realizzato con scarti dell’industria alimentare; Consorzio Cuoio di Toscana utilizza pelli provenienti da macelli in Nord Europa certificati cruelty free”, ha spiegato Antonio Quirici, Presidente del Consorzio, in occasione di una conferenza stampa online. “Inoltre, lavoriamo con un sistema di concia lenta in vasca, che utilizza tannini naturali estratti da piante come il castagno e la mimosa, che ogni anno vengono ripiantumate per ridurre al minimo l’impatto ambientale. I tannini garantiscono la naturalità e la traspirabilità del cuoio, permettendo di ottenere calzature performanti, elastiche e anti batteriche”.
Elevati anche i livelli di riciclo dei materiali utilizzati nell’ambito del processo produttivo: alcune parti del pellame vengono infatti riciclate come fertilizzanti o impiegate nell’industria alimentare per produrre un certo tipo di gelatina. Inoltre, l’acqua usata dalle concerie del consorzio viene depurata al 100% e la produzione è “metal free”, senza la presenza di cromo e formaldeide.
Le concerie del Consorzio hanno inoltre implementato negli anni azioni di energy saving, allo scopo di eliminare gli sprechi e ridurre i consumi. Le fonti energetiche per il loro fabbisogno termico sono rappresentate da gas naturale e altri combustibili fossili, mentre l'utilizzo di energia rinnovabile è in costante aumento.
“Tutti questi aspetti, come la natura stessa della nostra produzione, ci rendono da sempre sostenibili. Volevamo ribadire quello che siamo in un momento in cui è estremamente importante veicolare questi messaggi al consumatore finale, che oggi vorrebbe prodotti sostenibili ma a volte non è sufficientemente informato”, prosegue Quirici. “Per questo motivo, situazione sanitaria permettendo, a partire dalla metà del prossimo anno allestiremo dei pop up store nelle principali piazze italiane, in occasione di eventi importanti, per spiegare al pubblico le caratteristiche sostenibili del cuoio”.
Le sette aziende hanno inoltre messo a punto un “kit di tracciabilità” destinato a clienti e partner, che comprende una pellicola protettiva brandizzata Cuoio di Toscana da applicare sul loro prodotto, un cartellino ad hoc e un chip inserito nella suola; il kit è stato accolto con favore da importanti player dell’universo calzature, come Fratelli Rossetti e Santoni.
Le aziende che compongono il Consorzio Cuoio di Toscana (Bonistalli e Stefanelli, Gruppo Conciario CMC International, Conceria Gi-Elle- Emme, Cuoificio Otello, Lamonti Cuoio, Conceria 3S e Volpi Concerie) situate nel cuore della Toscana, rappresentano insieme oltre il 90% della produzione di cuoio italiana e circa l’80% di quella europea, producendo le suole per le principali griffe del lusso.
“Nel 2019 abbiamo registrato un fatturato complessivo di circa 150 milioni di euro. Il Covid-19 e il conseguente fermo produttivo delle vendite hanno avuto ovviamente un impatto negativo, anche se tra luglio e ottobre abbiamo assistito a una ripresa”, conclude Quirici. “Prevediamo di chiudere l’anno con una perdita del -40%, ma siamo fiduciosi di tornare nel 2021 ai livelli del 2019, pandemia permettendo”.
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