Dopo Salvatore Ferragamo e Prada l’anno scorso è il turno di Brunello Cucinelli di approdare sul mercato. “L’offerta pubblica e il collocamento istituzionale” sono iniziati lunedì e proseguiranno fino al 27 aprile, mentre lo sbarco a Piazza Affari è previsto il 3 maggio. La sottoscrizione riguarda 20,4 milioni di azioni ordinarie, corrispondenti al 30% del capitale sociale della società al termine dell’operazione (33% in caso di esercizio integrale dell’opzione Greenshoe).

Brunello Cucinelli

L’offerta si compone per il 60% di 12,4 milioni di azioni messe in vendita dall’attuale proprietà e per il 40% di 8 milioni provenienti da un aumento di capitale. Del totale, il 10% dei titoli verranno offerti al pubblico e il 90% agli investitori istituzionali italiani ed esteri con una forchetta di prezzo compresa tra 6,75 e 7,75 euro. Questo valorizza la società specializzata nella lavorazione del cashmere tra 459 e 527 milioni di euro e dovrebbe permetterle di incassare tra 138 e 158 milioni di euro. “Vado in Borsa per aprirmi al mondo e per essere più internazionale”, ha spiegato Brunello Cucinelli, il presidente e AD che ha dato il suo nome a questo marchio di cashmere alto di gamma fondato da lui nel 1978 nel borgo medievale di Solomeo in Umbria.

“Così attireremo i manager internazionali fino a Perugia, dove non si è mai quotata nessuna impresa”, prosegue. L’azienda, che non prevede acquisizioni, vuole continuare a concentrarsi sul suo marchio di prêt-à-porter per uomo e donna “senza costituire nuove linee di prodotto”. “Crediamo nel lusso e in un unico brand. Noi produciamo solo in Italia e non abbiamo nessuna intenzione di posizionarci a un livello più basso con altre collezioni più accessibili”, precisa Brunello Cucinelli. Con la liquidità derivante dall’IPO che entrerà nelle sue casse, la griffe intende proseguire la sua espansione con nuove aperture di negozi monomarca, ma “facendo molto attenzione ai mutlibrand che sono i veri paladini del lusso” sottolinea l’imprenditore.

Presente in più di 50 Paesi attraverso 60 boutique monomarca e presso oltre 1000 clienti multimarca, il gruppo vuole svilupparsi in America, Europa, Giappone e Cina. Su questo mercato, dove si approvvigiona in cashmere della Mongolia e conta già 6 negozi, Brunello Cucinelli ha firmato un accordo in marzo con Chen Long, il suo partner per la Cina e Macao, nonché proprietario di Sichuan Lessin Department Store. Insieme hanno creato una joint-venture operativa a partire di luglio e detenuta al 51% da Brunello Cucinelli con la quale il prodotto verrà distribuito in Cina. L’accordo prevede inoltre la cessione a Chen Long del 2% dell’azienda umbra ante quotazione (quota che scenderà all'1,78% dopo l'aumento di capitale) a un prezzo di 7,08 euro per azione per un totale di 8,5 milioni di euro.

L’imprenditore cinese è quindi l’unico socio finora esterno alla famiglia. Sensibile a un capitalismo umano, l’imprenditore “filosofo” insiste sul valore anche non prettamente finanziario di questo approdo in Borsa. “Questa quotazione vuole aiutare l’Italia, la mia terra. Può aiutare i nostri artigiani, che sono pagati troppo poco rispetto a quanto e' il valore finale di vendita del prodotto. Dobbiamo ridare loro rispetto e dignità. Se perdiamo l’artigianalità dell’Italia perdiamo tutto. Noi vogliamo una crescita sostenibile e garbata", conclude il re del cashmere.

La società conta oggi 700 addetti e ricavi netti nel 2011 pari a 243 milioni di euro (+19% rispetto al 2010), di cui circa il 70% fatturato all’estero. Ha realizzato nel 2011 un Ebitda di 40 milioni di euro e ha registrato negli ultimi anni una crescita media annuale del 15,7%.