Croma Catene chiuderà il 2016 in crescita: premianti innovazione e artigianalità italiana

Di

Elena Passeri

Pubblicato il
22 ott 2016

Croma Catene, azienda fondata nel 1986 da Roberto Cacchiani ad Arezzo e specializzata nella produzione di catene e di articoli fantasia in argento, chiuderà il 2016 con un fatturato in crescita a doppia cifra rispetto al 2015. Forte di investimenti mirati e di un imprenditore che ha sempre creduto nell’importanza di investire nell’innovazione tecnologica, Croma Catene si posiziona oggi tra i primi 10 produttori di catene in argento a livello mondiale.

“Produciamo una media mensile di 5.000 kg di catene leggere in argento, prevalentemente metraggi che vanno a grossisti o ad altre fabbriche. Su certi mercati vi sono catene di negozi di gioielleria che comprano direttamente la merce da noi, avendo poi la propria produzione”, ha spiegato a FashionNetwork.com Milos Magi, Sales Manager di Croma Catene. “I mercati di riferimento per noi sono oggi quelli esteri, che rappresentano il 75% delle vendite, con Europa e Asia in testa. Grazie ad un distributore ad Hong Kong, che lavora con il nostro logo, arriviamo sul mercato cinese”, precisa Magi.

L’azienda, che oggi si sviluppa su 3.000 metri quadri e si amplierà ulteriormente arrivando a 3.500, dispone di oltre 700 macchinari all’avanguardia, grazie ai quali vanta un campionario che è attualmente di circa 2.400 modelli di catene, un numero sempre in crescita e al passo con le tendenze. “Forti di un sistema sinergico e altamente tecnologico tra i reparti produttivi, che sono tutti interni, riusciamo a garantire una grande velocità nell’evasione degli ordinativi, un vero punto di forza per noi che permette ai nostri clienti di poter ordinare solo ciò di cui hanno davvero bisogno”, conclude Milos Magi.

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Il successo della realtà aretina riposa anche sulla dimensione famigliare e sulla forte coesione al suo interno. Oggi l’azienda conta 43 dipendenti, con un’età media che si aggira sui 30 anni; questo perché Roberto Cacchiani crede, da sempre, nella forza dei giovani e nell’importanza della trasmissione alle generazioni future di quel savoir-faire che è la forza del sistema produttivo manifatturiero italiano.