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15 mag 2023
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Crisi retail: dal 2019 spariti oltre 52 mila negozi (-7%)

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Ansa
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15 mag 2023

"Servono misure strutturali per sostenere i negozi di vicinato", sostiene Confesercenti presentando uno studio realizzato con Ipsos: "continuano a diminuire. In confronto al 2019, a fine 2023, si conteranno oltre 52mila imprese del commercio in meno, per un declino complessivo del -7%". Incide la perdita di potere di acquisto degli italiani, "un vero e proprio crollo, che pesa sul tessuto dei negozi di vicinato più della concorrenza dell'online". Con la tendenza attuale, la stima per i prossimi sette anni, da qui al 2030, è di una contrazione di circa 73 mila (-11% sul totale), "ad un ritmo di 18 negozi spariti al giorno".

La presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise - Ansa


C'è "un'accelerazione del processo di desertificazione su cui incide la doppia crisi vissuta dal comparto che, dopo lo stop imposto dalla pandemia, ha visto interrompersi la ripresa a causa degli effetti di inflazione e caro-energia, che hanno eroso la capacità di spesa delle famiglie".È l'analisi che emerge da 'Il Commercio oggi e domani', studio sul futuro della distribuzione commerciale condotto da Confesercenti e Ipsos e presentato oggi a Roma. Dalle risposte degli intervistati emerge anche quanto il negozio tradizionale sia ancora preferito agli acquisti online per la maggior parte delle categorie merceologiche (sei su nove) e da consumatori di tutte le età. A diminuire rispetto al 2019, in numeri assoluti, sono soprattutto i negozi di moda (-8.553 unità rispetto al 2019, con un calo del -6,3%), anche se le riduzioni percentuali più elevate vengono registrate da giornali e articoli di cartoleria (-13,5%, per 3.963 imprese in meno).

Confesercenti segnala anche quanto sia "difficile aprire una nuova attività: nel 2022 sono nate solo 22.608 nuove attività, il 20,3% in meno del 2021. "Un numero del tutto insufficiente a compensare le oltre 43mila imprese che hanno abbassato per sempre la saracinesca". La media è "di oltre due negozi spariti ogni ora. E nel 2023 la situazione non migliora: nei primi tre mesi dell'anno le nuove aperture sono ancora il 18% inferiori a quelle registrate nello stesso periodo del 2019". Per far fronte al rischio desertificazione, Confesercenti propone misure fiscali per ridurre la pressione delle imposte sulle famiglie, come "detassare gli aumenti contrattuali per il prossimo biennio: potrebbe generare 3 miliardi di euro di consumi aggiuntivi già a partire dalla prossima tornata contrattuale". Poi, "misure strutturali, con un pacchetto di formazione per gli imprenditori, sostegni all'innovazione; Una fiscalità di vantaggio per le piccole imprese della distribuzione con fatturato inferiore ai 400mila euro annui ('shop tax reduction'), e la cedolare secca per le locazioni commerciali". "Siamo convinti”, viene indicato, “che, con queste misure, sarebbe possibile ridurre l'erosione delle quote di mercato delle piccole superfici, recuperando 5,5 miliardi di euro di vendite, e salvando quasi 30mila attività commerciali di vicinato dalla scomparsa nei prossimi sette anni”.

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