Pubblicato il
6 ott 2008
6 ott 2008
Crisi finanziaria: il prêt-à-porter teme impatto psicologico
Pubblicato il
6 ott 2008
6 ott 2008
Le griffe del prêt-à-porter femminile temono che la crisi finanziaria internazionale possa avere un impatto psicologico sulle consumatrici e sperano di aggirare il problema adattando la loro strategia di acquisto e puntando sulla propria unicità.
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Cédric Charbit, direttore degli acquisti del settore moda nel grande magazzino parigino Printemps, dice che, essendo solo all’inizio della crisi, è ancora difficile misurare l’impatto che essa potrà avere sulla moda.
Charbit assicura che Printemps, pur conscio dei possibili rischi sul medio termine, prevede di effettuare acquisti in percentuale superiore a quella dello scorso anno, adottando solo strategie diverse per far fronte alle eventuali variazioni nei comportamenti dei consumatori.
Gli acquisti nel settore moda saranno orientati strategicamente in tre direzioni distinte. Ci si concentrerà sull'abbigliamento “indispensabile”, gli abiti che “danno potere alle persone”, dice Cédric Charbit, come i tailleurs, a cui nessuno rinuncerà mai. Lo stesso discorso vale per l’abbigliamento «sexy» e per quello pregiato, non ordinario e di classe.
La medesima posizione è condivisa da Marygay McKee, direttrice del reparto moda e bellezza dei grandi magazzini londinesi Harrods, che afferma che neanche lei pensa di ridurre il budget riservato agli acquisti né di cambiare radicalmente strategia.
La direttrice sottolinea, infatti, che la clientela inglese non delude le aspettative e che Harrods continuerà ad occuparsi delle marche di lusso.
Marco Gobbetti, Presidente di Céline, griffe che produce scarpe e borse, dice che la crisi crea un contesto concorrenziale e che il segreto sta nel sapersi differenziare, nel sapersi distinguere per la propria unicità.
Di Elena Passeri (Fonte: AFP)
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