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Pubblicato il
23 nov 2011
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Crisi: artigiani consegnano chiavi dei negozi a Roma
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23 nov 2011
23 nov 2011
Hanno riconsegnato simbolicamente le chiavi dei loro laboratori, officine, fabbriche e negozi, gli imprenditori della Cna di Roma e del Lazio che a Piazza Farnese hanno preso parte alla manifestazione 'Le voci della crisi', organizzata proprio dalla Confederazione nazionale degli Artigiani e delle Piccole e medie Imprese.
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Una teca trasparente al centro della piazza dove inserire le chiavi delle proprie aziende, cosa che, come riferisce il presidente della Cna di Roma, Erino Colombi, "già succede nella realtà con la chiusura di 7 attività al giorno".
Un segnale forte quello lanciato dalla piazza di Roma che così ha voluto richiamare l'attenzione della politica nazionale e locale alle esigenze delle pmi, "zoccolo duro" dell'economia italiana perchè "corrispondenti al 95% del numero totale delle imprese italiane".
Circa 3mila, secondo gli organizzatori, le persone presenti in piazza il 21 novembre: una platea silenziosa che ha ascoltato con attenzione gli interventi degli imprenditori saliti sul palco per riferire le problematiche dei singoli settori, ma anche per avanzare delle proposte per combattere la crisi e rilanciare la crescita.
Otto gli stand che circondavano la piazza in rappresentanza degli otto settori aderenti all'iniziativa: Edilizia impiantistica e restauro, Alimentare, Trasporto merci e persone, Metalmeccanica Legno Nautica Arti grafiche Odontotecnica, Autoriparazione, Artistico Moda Acconciatura Estetica, Commercio di quartiere e Cna world (membri Cna stranieri). Presenti anche le associazioni affiliate: Federstrade, Assobar, Aga, Anip, Emet, Sacea, Assopanificatori e Botteghe storiche.
Le parole ricorrenti sono state crescita, sviluppo, riduzione della tassazione. Lo slogan: "Se non riparto io, l'Italia non riparte". Sul manifesto per l'Italia distribuito nel corso della manifestazione, spazio alle richieste dei piccoli imprenditori: le priorità riguardano "spesa pubblica e riforma delle pensioni, riforma fiscale, cessioni del patrimonio pubblico, liberalizzazioni e semplificazioni , infrastrutture e energia".
Nella stessa direzione, le richieste agli enti locali del Lazio che il presidente della Cna regionale ha elencato nel suo intervento: "taglio dei costi della politica per dare un segnale importante alla cittadinanza; alienazione del patrimonio pubblico che non significhi svendita; provvedere al pagamento delle imprese in tempi certi; semplificare le procedure amministrative; stimolare la crescita non puntare solo su tagli indiscriminati".
Il direttore della Cna di Roma, Lorenzo Tagliavanti ha dichiarato: "Oggi c'è un fatto nuovo in città: 3mila imprenditori si sono riuniti per discutere dello stato della crisi, per vedere se il paese ha ancora la forza e l'energia per ripartire e per poter dire alla politica che ci siamo, che il sistema produttivo delle piccole e piccolissime imprese è pronto ad accettare la sfida. Però sarà molto severa nei confronti delle istituzioni della politica soprattutto se si dovessero dimostrare sorde alle richieste delle nostre imprese".
Secondo i dati elaborati dalla Cna con il contributo del Cer nel dossier 'I numeri della crisi', il prossimo anno il Pil italiano diminuirà dello 0,5%, "segnando lo scivolamento della nostra economia in una nuova recessione".
Per il Lazio la compressione attesa della domanda interna avrà effetti particolarmente rilevanti e l'impatto recessivo sarà maggiore di quello sperimentato nel 2008-2009 quando la contrazione riguardò principalmente le esportazioni".
"Complessivamente - continua il rapporto - la crisi costerà all'economia italiana una perdita permanente di prodotto di 160 miliardi (il 9% del Pil)" pari a "circa 3mila euro per ogni cittadino e a circa 7mila per ogni famiglia".
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