Ansa
18 feb 2021
Cresce l'impegno green nella moda, più donne ai vertici in Francia e Usa
Ansa
18 feb 2021
Le più grandi aziende mondiali della moda rafforzano l'impegno di salvaguardia dell'ambiente, a partire dal calo dei consumi idrici (-3,4%) alle emissioni di anidride carbonica (-5,1%). Ma la presenza femminile (65,9% della forza lavoro) scende al crescere delle responsabilità, fino al 29,3% nei Cda. I dati emergono dal report sul 'Sistema Moda' dell'Area studi Mediobanca presentati nella terza edizione dell'Annual Fashion Talk.
Dai bilanci di sostenibilità 2019 risulta che si sono ridotti i rifiuti prodotti (-3,1%) ed è aumentato il ricorso all'energia elettrica rinnovabile (dal 42,6% nel 2018 al 49,9% nel 2019). Mediamente più sostenibili i gruppi statunitensi rispetto a quelli europei: solo in un indicatore, quello dell'utilizzo di energia rinnovabile, i gruppi europei si posizionano meglio, attingendo da fonti green il 59% del proprio fabbisogno energetico rispetto al 38% degli americani.
Sempre dall'analisi dei bilanci di sostenibilità emerge che i fornitori dei maggiori player mondiali del fashion sono localizzati per il 63% in Asia, per il 28% in Europa e per il 5% in Nord America, con punte di oltre il 90% in Asia per il fast fashion e l'abbigliamento e calzature sportive. Un segnale poi definito inequivocabile dell'eccellenza della filiera italiana: mediamente oltre un quarto dei fornitori dei gruppi europei della moda ha sede in Italia, con picchi di oltre l'80% nella fascia alta del mercato.
A proposito invece di presenza femminile, i gruppi statunitensi hanno più consiglieri donna (34,1%) rispetto a quelli europei (27,9%). Ampiamente sopra la media europea i player francesi e britannici con una quota di donne presenti nei Cda pari rispettivamente al 43,1% e 36,9%. I gruppi italiani si fermano al 21,3%. Le meno rappresentate nelle loro aziende sono le donne giapponesi: solo una ogni dieci consiglieri.
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