21 mag 2013
Cresce a 102 miliardi di $ nel 2012 la domanda globale di gioielleria in oro
21 mag 2013
Nel 2012 la domanda globale di gioielleria in oro ha raggiunto il record storico di 102 miliardi di dollari in termini di valore, (+3% rispetto al 2011), mentre è diminuita in termini di quantità: 1.908 tonnellate contro le 1.972 tonnellate dell’anno precedente. L’incremento del valore è riconducibile, almeno in parte, all’andamento delle quotazioni dell’oro (che mediamente nel 2012 sono state più elevate rispetto al 2011). La diminuzione in termini di quantità (-3%) è stata provocata da una contrazione della domanda in alcuni dei principali mercati della gioielleria mondiale (India, USA, Arabia Saudita, Emirati Arabi), alla quale si è associata una diminuzione meno che proporzionale in termini di valore.

I ‘RICS’: rafforzato il ruolo della Russia
Tra i Paesi che nel 2012 hanno registrato le migliori performance della domanda di oro per gioielleria c’è la Russia, che con un incremento del 7% in quantità e del 12% in valore consolida il quarto posto nello scenario mondiale. La Russia si conferma mercato molto interessante con una domanda di gioielleria in costante crescita dal 2009 ad oggi, con previsioni di crescita ulteriormente positive per i prossimi mesi, in considerazione delle stime di crescita del GDP pro capite e dell’aumento della capacità di spesa dell’ “alta classe media”.
India e Cina si confermano i primi due Paesi al mondo per domanda di gioielleria in oro e, insieme, rappresentano il 55,7% della domanda globale. In particolare, nel 2012 l’India diminuisce di qualche punto percentuale il suo peso passando dal 31,3% del 2011 al 28,9% del 2012, mentre la Cina con il 26,8% avanza leggermente sul mercato mondiale (a fine 2011 la sua quota era pari a 26,1%).
Stabili in terza posizione gli Stati Uniti, che continuano tuttavia nel trend negativo degli ultimi anni, registrando una contrazione della domanda passata dal 5,9% del 2011 al 5,7% del 2012. La domanda di oro per gioielleria del mercato italiano è scesa nel 2012 del 15% arrivando a 23,5 tonnellate, il valore più basso degli ultimi 10 anni.
Le previsioni relative al 2013 prevedono una sostanziale stabilità di domanda di gioielleria in oro in Cina e India, anche se per quest’ultima potrebbero avere effettivi negativi i dazi sulle importazioni di oro passati lo scorso gennaio dal 4% al 6%.

L’andamento del prezzo dell’oro
Anche nel 2012 le quotazioni dell’oro sono state segnate da forte volatilità, registrando mediamente livelli più elevati rispetto al 2011 (1.568,3 $/oncia nel 2011 VS 1.668,8 $/oncia nel 2012). Nei primi mesi del 2013 il prezzo dell’oro è diminuito in maniera significativa, toccando a metà aprile i 1.380 $/oncia (era da febbraio 2011 che il prezzo dell’oro non scendeva sotto la soglia dei 1.400$/oncia).
L’eccezionale crollo subito dall’oro va inquadrato nello scenario macroeconomico complessivo segnato da numerosi fattori, tra cui i dati sulla crescita del GDP degli Stati Uniti, l’annuncio di alcune Banche Centrali di voler alleggerire le loro riserve auree e la vendita di oltre 400 milioni di euro di oro da parte di Cipro per far fronte all’emergenza finanziaria. Lo scenario del 2013 è caratterizzato da valutazioni contrastanti: alcuni analisti prospettano la continuazione del trend di discesa del prezzo dell’oro, altri prevedono un trend al rialzo, confermando l’estrema incertezza del quadro macroeconomico globale.
L’export italiano: aumenta il valore unitario delle esportazioni
I dati complessivi del 2012 fotografano un andamento di segno opposto tra le esportazioni italiane di gioielleria in quantità e in valore. Le vendite all’estero di gioielli Made in Italy sono scese in quantità del 7,3%, ma contemporaneamente si è avuto un incremento del 10,9% del loro valore. Questo dato può essere interpretato come risultato di un fenomeno di migrazione dell’offerta verso la fascia alta del mercato, quella in cui il design, l’eccellenza della manifattura, il gusto italiano si dimostrano vincenti sulla concorrenza internazionale.

Le principali destinazioni delle esportazioni Made in Italy di gioielleria (in valore) si confermano anche per il 2012 la Svizzera (21,8% del totale), gli Emirati Arabi (17,2%) e gli Stati Uniti (8,9%). Gli Emirati Arabi, nello specifico, sono la destinazione che ha fatto registrare il maggior incremento rispetto al 2011, nonostante il forte calo registrato dal Paese medio orientale su scala globale (2012 -7% in valore).

Di particolare rilievo il continuo incremento delle esportazioni verso la Cina (+15,5%) che si conferma al quinto posto tra le destinazioni in valore, nonostante le esportazioni in quantità denotino andamento opposto. (-25%). Positivo l’incremento dell’export verso il mercato russo (+12%), ancora più significativo se si considera che la variazione delle esportazioni a fine 2011 era negativa e pari a -4,1%.
In termini di quantità, le esportazioni italiane di gioielleria nel 2012 si confermano molto frammentate, con la Francia, prima destinazione (12,1% del totale) seguita da Germania e Spagna.
Il distretto vicentino: aumenta l’export verso la Cina e la focalizzazione su interessanti nicchie di mercato
Nel 2012 le performance dell’export vicentino riducono la divergenza con i risultati registrati a livello nazionale e si presentano sostanzialmente allineate (10,2% Vs 10,9%).

Svizzera e Emirati Arabi si confermano i primi Paesi di destinazione della gioielleria vicentina con quote rispettivamente del 18,5% e del 12,2%, seguiti da Stati Uniti e Cina. Decisamente positivo l’incremento delle esportazioni verso la Cina (+26,1%) e la Turchia (+17,7%); apprezzabile anche l’aumento dell’export verso mercati strategici come Hong Kong (+11,9%) e gli Emirati Arabi (+7%).

Ancora marginale invece il ruolo di India e Russia, rispettivamente pari allo 0,3% e allo 0,7%, numeri che denotano ancora una certa ‘timidezza’ da parte del distretto vicentino nell’approcciare questi mercati dalle grandi potenzialità.

Osservando congiuntamente i dati relativi alle esportazioni italiane e vicentine verso alcuni dei principali mercati di gioielleria al mondo, si colgono incrementi significativi verso Paesi che hanno subito una contrazione della domanda di gioielleria, come Stati Uniti ed Emirati Arabi. Tale tendenza può essere spiegata come un efficace tentativo di focalizzazione dei produttori italiani e berici verso nicchie particolarmente interessanti e non influenzate dalla contrazione della domanda nei singoli mercati.
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